ESCLUSIVO estratto dal nuovo libro di J. E. Malpas: THE FORBIDDEN
Jodi Ellen Malpas ci sorprende ancora, regalandoci un
assaggio del suo nuovo romanzo, THE
FORBIDDEN. Lo abbiamo tradotto per voi e vi suggeriamo di procurarvi
ventilatori, condizionatori e tanto ghiaccio. It’s very hot!
Ecco la traduzione:
La scena dell’incontro. La scena in cui i personaggi
principali si incontrano per la prima volta. La scena dell’incontro tra Jack e
Annie in The Forbidden è una delle
mie preferite. Tequila, ne
volete? Una piccola sorpresa domenicale per voi, ragazzi! Spero che vi
piaccia. JEM <3
THE FORBIDDEN – in
uscita l’8 Agosto (n.b. in inglese)
Tenendo i suoi occhi fissi nei miei, chiama il barman. “Due
Tequile, grazie”.
“Tequila”, medito, guardando alle mie spalle quando il sale
e il limone vengono appoggiati dietro di me. “È questa la mia sfida?”
“Vuoi tirarti indietro?”, mi incita, raggiungendo la sua
tasca e tirando fuori alcune banconote.
“Mai”, lo schernisco, girandomi verso il bar. Non so quale
sia il suo gioco, ma voglio giocare. Con lui. “Mi stai chiedendo di provare che
sono sobria, facendomi uno shot?”, stringo gli occhi, prendendolo in giro. “O è
il tuo piano per farmi ubriacare e approfittarti di me?”.
“Che tipo di donna sembrerei, poi?” lo sfido con calma.
Lui si gira verso di me, mi guarda per alcuni istanti. “Non
lo so, ma penso che mi piacerebbe scoprirlo”.
Reggo il suo sguardo per pochi secondi, senza dare alcuna
risposta. Penso di volere anche io che lui lo scopra, almeno quanto vorrei
scoprire che tipo d’uomo è. I miei occhi scendono dai suoi di un grigio
scintillante, lungo la sua figura alta e magra, fino ai suoi piedi.
Oh… cazzo…
“Giochiamo”, dice, avvicinandosi e tirando avanti uno dei
bicchieri. Non intendevo farlo, ma strattono via il mio braccio bruscamente
quando mi sfiora, spaventata dalle piccole fitte di piacere che invadono tutta
la mia pelle. Il tocco fugace mi dice che potrebbe essere buono come sembra, e –
datemi la forza – ha un odore divino, virile, disinibito e fottutamente da
mangiare.
L’improvvisa mancanza di movimenti e parole da parte di
entrambi diventa leggermente imbarazzante. Posso sentire il suo sguardo su di me. “Cosa devo fare?”, chiedo di
nuovo piano, quasi sussurrando.
Lui si
schiarisce la gola. “Non sei ubriaca?”
“Nemmeno un po’”, alzo la tesa.
“Bene. Allora
ci riuscirai al primo colpo”. Piazza le sue dita sul bordo di uno dei
bicchieri da shot. “Aggrappati al bordo del bancone”, ordina, con fermezza ma
gentilmente. Lo guardo, trovando una faccia seria. “Fallo”.
Accigliata, sposto le mie mani sul bordo del bancone. “Va bene?”
Mi prende
per i fianchi. Mi prende per i fottuti fianchi! Mi immobilizzo da capo a
piedi e deglutisco forte, in attesa. Il mio corpo è in subbuglio, la mia mente nel
chaos. “Spostati leggermente indietro”, dice, spingendoli indietro finché non
faccio un passo.
Oh, Gesù. Vado a fuoco. Ho un uomo strano piegato su di me
su un bancone in pubblico, e io, Anna-sono-immune-agli-uomini Ryan, non lo sto
allontanando. È come se fossi sotto un incantesimo. A chi importa! Non oso
guardare alle mie spalle. Non sono abbastanza stupida da pensare che Lizzy non
stia guardando un uomo manipolare il mio corpo a suo piacimento.
“Sembri tesa”, osserva, liberandomi e spostandosi da una
parte.
Non lo nego. Ma non lo confermo nemmeno. Le sue grandi mani
erano così piacevoli appoggiate sui miei fianchi, che devo sforzarmi per non
reclamarle e metterle di nuovo dov’erano. “E adesso?”, chiedo, evidentemente senza respiro, dannata me.
“Ora”. Prende
la sua birra e sogghigna. “Posso gongolare per averti piegata su un bancone
dopo cinque minuti che ti conosco”. Prende un sorso, sempre sorridendo, e sento
un uomo sbellicarsi dalle risate in fondo al bancone.
Oh, che
stronzo! Una parte di me lo ammira. Un’altra parte vuole prendere a
schiaffi lo stupido; non mi importa di quanto sia bello. E un’altra parte di me
vuole strappargli i vestiti di dosso e stuprare il subdolo bastardo.
Non posso credere di esserci cascata! Quante donne si è
rigirato come gli è parso? Lascio cadere la testa, scuotendola.
Sapevo che quel sorriso era pericoloso. Un uomo che può
piegare una donna al suo volere così facilmente e velocemente, non può che
essere letale. E il fatto che mi abbia fregata significa tanto di cappello a
lui. Non posso portarglielo via, e dal momento che ho una carenza al
dipartimento dignità in questo momento, decido di non schiaffeggiarlo. Né di
rovesciargli un drink sulla testa, o sparare un carico di parolacce.
Faccio ciò che meno si aspetta.
Mi tiro su e mi giro per affrontarlo, incapace di smettere
di sorridere del suo mezzo sogghigno. Mantenendo il contatto visivo, lentamente
lecco il dorso della mia mano, prendo il sale dal bancone, ne spargo un po’ e prendo
uno shot di tequila. Ma mentre sto portando la mano alla bocca per leccare via
il sale, lui afferra il mio polso e prende lo shot dall’altra mano. Il battito
del mio cuore accelera, i nostri occhi sono incollati mentre si avvicina a me e
lentamente porta la mia mano alla sua bocca. Guardo, avvinta, mentre lecca
lentamente il sale dal dorso della mia mano, i suoi occhi nei miei. La sua
presa sul mio polso. Potrei sembrare una statua – incapace di parlare, muovermi
o pensare lucidamente.
“C’è ancora una tequila”, dice indicando con la testa il
bancone, ma tenendomi nel suo campo visivo. “Ed è tua”.
Oh buon Dio. Il mio cuore accelera non appena lo vedo
leccare il dorso della sua mano e versare un po’ di sale. Poi me la offre. Fisso
la sua mano, e poi lentamente guardo lui. Potrei perdermi in quegli
scintillanti occhi grigi.
“Ho un buon sapore”, sussurra.
Qui trovate il post originale:
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