Le recensioni di Stefania: "L'amica perfetta" di E. Lockhart
Dopo tante recensioni di romanzi, è ora di cambiare genere! Stefania ha letto L’amica perfetta di E. Lockhart edito DeA in uscita
qualche giorno fa nelle librerie. Vediamo come ha trovato questo thriller.
Titolo: L'Amica perfetta
Autore: Emily Lockhart
Editore: DeA
Genere: Thriller
Data di pubblicazione: 8 maggio 2018
Prezzo: 7,99 € ebook, 15,90 € cartaceo
Sinossi
Un’amicizia ossessiva.
un amore sbagliato.un omicidio, o forse due.
È furba, decisa, determinata. Jule West Williams nella vita ha subito tante ingiustizie e sa che cosa significa non avere niente. È per questo che ora nulla la spaventa. Jule non ha paura di scappare, innamorarsi, reinventarsi in mestieri e vite sempre nuovi, ma anche sempre più pericolosi. Ed è proprio tra una vita e l’altra che incontra Imogen. Le due ragazze non hanno praticamente niente in comune. Immie è ricca, di buona famiglia, vive tra New York, Londra e Martha’s Vineyard. Ha tutto ciò che Jule ha sempre desiderato. Eppure tra loro c’è subito intesa. L’intesa diventa amicizia e poi ossessione: improvvisamente a Jule la vicinanza di Imogen non basta più. Lei vuole essere Imogen. In un attimo, il legame tra loro diventa un vortice che gira sempre più veloce. E da cui, una volta risucchiati, è impossibile uscire… vivi.
Dalla penna magistrale dell’autrice bestseller di L’estate dei segreti perduti, una nuova suspense psicologica che non lascia scampo: un romanzo unico, diabolicamente congeniato e sorprendente.
Recensione
Ho letto la sinossi di questo thriller e la mia mente malata
già immaginava scenari possibili. La sinossi dice tutto e niente di questo
libro.
Tutto perché a grandi linee ci fa capire cosa andremo a
leggere e niente perché bisogna per forza leggerlo per comprendere ciò che ci
viene presentato.
L’autrice ha creato un romanzo eccentrico per come è
strutturato. Siamo abituati a leggere una storia in ordine cronologico mentre
qui mi sono travata davanti un enigma che va in senso antiorario.
Il primo capitolo ci mostra la protagonista, Jule West
Williams, a Cabo San Lucas in Messico. È passato un mese dal suo arrivo. È sola
ed ha appena diciotto anni. È un tipo taciturno, non da confidenza agli
estranei. Niente di male no? Se invece la ragazza è schiva e sta attenta a ciò
che dice in ogni momento qualche sospetto salta all’occhio.
In tutto questo tempo non si è mai tradita e proprio ora,
giugno 2017, si fa prendere dalla compassione per una donna parlando più del
necessario. Ed è esattamente in questo momento che Jule non è più Jule ma
Imogen.
"Come hai detto che ti chiami? Io sono Noa"Jule gliela strinse. "Non te l’ho detto" rispose. "Mi chiamo Imogen."
Racconta di essere una ex studentessa di Stanford, studiava
letteratura vittoriana e sociologia, aveva una borsa di studio per lo sport ma per
problemi le è stata tolta e i suoi studi si sono interrotti.
Un unico passo falso, qualcosa che non aveva previsto, una
parola in più e il castello di falsità potrebbe sgretolarsi. L’unica soluzione?
Fuggire di nuovo.
Doveva fuggire?
No.
Si.
No.
Nessuno sapeva dove fosse, nessuno al mondo. La cosa avrebbe dovuto renderla felice: in fondo, lo aveva voluto lei, sparire.
Ma aveva paura.
Voleva Paolo.
E imogen.
E cancellare tutto quello che era successo.
Perché Jule dice di essere chi non è? Perché quello che dice
non sembra vero al 100%? Perché è sfuggente e attenta a tutto?
Per capire il perché di tutto questo a questo punto l’autrice
torna indietro. Va a ritroso nel tempo. Via via da giugno 2017 arriviamo al giugno
2016 dove la Jule a New York da il via a questo percorso che la porta a essere
in tutto e per tutto Imogen, l’amica da cui è ossessionata, e che ora è sparita
nel nulla. O forse no…
“Si è vero, sei vergognosamente violenta. Persino brutale. Ma
è il tuo lavoro e sei straordinariamente qualificata, e la cosa ti rende
irresistibile.”
Non ho modo di potervi dire di più senza spoilerare tutto il
libro ma già solo questo incuriosisce.
Questo thriller mi ha affascinata ma ha lasciato tanti dubbi
irrisolti allo stesso tempo.
All’inizio la lettura non era entusiasmante. Il primo capito
mi era incomprensibile, non capivo il perché di questo scambio d’identità non
spiegato. Il secondo e il terzo capitolo fanno un salto indietro e ci capivo
ancora meno. Dal quarto capitolo è stata una sorpresa. A questo punto mi sono
resa conto che via via avrei letto ciò che era successo prima del capitolo
precedente. Geniale!!!! L’autrice ha avuto un’idea unica!
Ero scettica, alla lunga credevo difficoltoso riuscire a mantenere
il punto ma ragazzi mi sono dovuta ricredere. Che storia!! Da qui in avanti la
lettura mi ha coinvolta completamente. Ci vengono date sempre più informazioni
che a prima vista sono incomprensibili e poi trovano la giusta collocazione
nella storia.
Jule è un personaggio psicopatico per me. Ha orchestrato in
maniera perfetta tutto il suo percorso e dove trovava ostacoli non ci pensava
due volte prima di eliminarlo drasticamente. È diabolica, furba, precisa. Non lascia
niente al caso e studia ogni passo successivo con maestria.
È talmente ossessionata da questa ragazza che reputa aver
tutto dalla vita, niente le è vietato e tutti ne sono affascinati che non
guarda più alla realtà. Lei vuole essere Imogen, anzi, lei ormai è Imogen.
Ne ha studiato gli atteggiamenti, i modi di parlare, come si
veste, cosa le piace e cerca di imitarla in tutto. Non solo un cambio di nome
ma l’intera se stessa si modifica per seguire l’identità di un’altra persona. Se
all’inizio Imogen considera Jule una buona amica e confidente poi scoprirete
cosa l’ha portata a cambiare opinione.
La bravura di E. Lockhart? Creare un personaggio complesso,
difficile da decifrare. Se Jule mente o
dice la verità non è chiaro. Il lettore è talmente confuso da non riconoscere
più il vero dal falso. Uno spettacolo sotto questo punto di vita rafforzato
dalla struttura del romanzo che rende ancora più incerto ogni passaggio e dai
personaggi che via via si aggiungono alla storia.
Impressionano certe scene descritte così dettagliatamente. Sembrano
reali, sono cruenti per la ferocia con cui si agisce e rendono ancora di più
Jule un personaggio temibile.
Cosa non mi ha convinta? Ve lo spiego subito. Quando si
tratta di un thriller mi aspetto sempre di trovare il movente, di arrivare alla
fine con il quadro completo e chiaro del perché e per come tutto ha inizio. In questo
caso ho seguito la lettura con attenzione e aspettative in crescendo per poi
rimanere delusa dall’ultimo capito che ci riporta a Cabo San Lucas e vede Jule cercare la fuga. A questo punto avrei
dovuto avere tutti gli elementi per definire la causa iniziale di tutto ma non
sono stata accontentata. Oltretutto in questo ultimo capitolo con la fuga della
protagonista non si chiude un cerchio che invece rimane come in sospeso.
Ho pensato ad ogni possibile motivazione senza trovarne la
via d’uscita.
Il finale per me, dopo tutto ciò che ho letto, non rende. Non
dà giustizia. So solo che Jule è riuscita
a mentire sempre e comunque senza mai farsi scoprire. L’inganno è talmente ben
riuscito che nessuno mette in dubbio le sue parole perché per tutti ormai è
Imogen. Ma il motivo di questa ossessione qual è? Non può essere solo la
differenza economica e sociale. Mi è mancato qualcosa.
L’autrice scrive:
“Io direi… che volevo una vita diversa da quella a cui ero destinata… venire qui è un modo per conquistarla.”
È realmente solo questo? La mia domanda non ha ricevuto
risposta perché non ho compreso il perché ha scelto Imogen come persona da
impersonare e non un’altra persona con le medesime caratteristiche.
Lascio correre la poca chiarezza iniziale e le troppe
descrizioni che a volte sono risultate noiose anche se necessarie ma non un
epilogo che sembra a mio avviso lasciato troppo a se stesso.
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