Cover Reveal: "Travolgimi" di Margaret Mikki
Non trovate che si bello iniziare il mese con dei Cover Reveal? ecco il secondo di giornata! Torna Margaret Mikki, scopriamo insieme il suo nuovo romanzo, il secondo volume della "Dangerous Game".
Titolo: Travolgimi
Autore: Margaret Mikki
Serie: Dangerous Game vol. 2 (Duologia)
Serie: Dangerous Game vol. 2 (Duologia)
Data d’uscita: 28 Giugno
Prezzo: €1,99
Sinossi
E ora, scopriamo insieme il Prologo!
Le dita camminano lente sulle lenzuola stropicciate, arrivando fino ai riccioli perfetti del mio colore preferito: rosso. Li avvolgo tra le dita con fin troppa energia e sento il suo corpo sussultare. Osservo quei mille puntini sul viso, che quasi disegnano una mappa, arrivando con lo sguardo ai suoi occhi, truccati di un colore troppo scuro. Ci passo le dita sopra, sfregando per togliere il colore perché non sta bene con la sua pelle chiara. I colori scuri stonano su di lei. Mordo la sua spalla e mi trattengo in quel punto per sentire il suo gusto esplodermi nella bocca. Un sapore metallico accarezza la mia lingua, colorando i miei denti di rosso. Troppo presto la bolla del mio sogno ad occhi aperti scoppia, disgustandomi con una realtà logorante.
«Lasciami, ti prego. Non sono Josy. Non sono la tua piccola!», urla con tutta l’aria che ha in corpo, sopraffatta dal peso del mio corpo sul suo. «Mi fai male, ti prego».
L’offuscamento abbandona la mia vista e il mio stomaco si stringe. Lei è ovunque, è dentro me, intorno a me. Questi capelli tinti e crespi non si avvicinano lontanamente a quelli luminosi e incandescenti di lei. Questa pelle, la bocca volgare e l’orrido odore della sostanza scarlatta che le ricopre la spalla mi disgusta. Costretto a guardare la triste realtà, mi sveglio dall'incantesimo. La sberla le colpisce il viso, spaccandole il labbro. Il sangue le cola lungo il mento e io seguo la scia con il dito, per poi stringere quella pelle tra le mani. «Lo so che non sei lei. Sei solo una PUTTANA. Ora taci».
Lacrime tinte di nero invadono il suo volto, mescolandosi con il sangue che continua a scivolare dalle sue ferite. Con la lingua traccio la linea irregolare che le attraversa la guancia. Neanche le sue lacrime hanno il sapore di quelle di Josy, nemmeno sforzandomi con tutto me stesso questa donna potrebbe mai avere qualcosa di lei. Arrabbiato, mi siedo a cavalcioni su di lei, lasciando le sue mani legate alla sbarra di ferro arrugginita. Tiro con forza i suoi capelli con una mano e con l’altra le copro il viso con un cuscino, soffocando i suoi gemiti dietro la stoffa. Non voglio ucciderla, ma non voglio nemmeno vedere la sua faccia.
«No, ti prego. Farò quello che vuoi, ma non farmi del male».
Le sue parole sono suoni lontani, confusi. «Voglio solo giocare con te, Josy. Me lo devi. Ricorda, io sono il tuo padrone».
Apro il reggiseno, esponendo due seni sodi, gonfi, finti. Passo il pollice su, giù e intorno al capezzolo e anche se questa esibizione non è gradita, al contatto si induriscono come piccole pietre.
«Non sono come i suoi, ma posso accontentarmi».
Quando cerco di prenderne uno tra le labbra, un rumore sospetto fuori dalla vecchia casa abbandonata attira la mia attenzione. Ne segue un altro ancora più lieve, poi un’asse del vecchio portico scricchiola.
In fretta, sposto il cuscino dal viso della sconosciuta e mi muovo verso il suo orecchio. «Mi sono divertito con te, tesoro. Ora però devo proprio andare. Conta fino a dieci, facendo silenzio. Se farai anche un minimo rumore prima, sarò più che felice di tagliare vie queste due bamboline con l’aiuto del coltello sulla sedia», la avverto, accarezzandole il seno.
Annuisce terrorizzata, intanto abbottono i pantaloni, metto il giubbotto e afferro il casco. La moto è sul retro, coperta da un telo. Esco dalla porta secondaria e, come sospettavo, c’è un uomo di Walker dall'altro lato.
Appena la donna inizia a urlare, l’uomo abbatte la porta ed ecco la mia occasione di fuga. Non scapperò per molto, devo solo nascondermi da questi energumeni fin quando non avrò trovato lei. Poi tutto finirà.
Pagina Facebook dell'autrice:
https://www.facebook.com/MargaretMikkiAutrice/
«Lasciami, ti prego. Non sono Josy. Non sono la tua piccola!», urla con tutta l’aria che ha in corpo, sopraffatta dal peso del mio corpo sul suo. «Mi fai male, ti prego».
L’offuscamento abbandona la mia vista e il mio stomaco si stringe. Lei è ovunque, è dentro me, intorno a me. Questi capelli tinti e crespi non si avvicinano lontanamente a quelli luminosi e incandescenti di lei. Questa pelle, la bocca volgare e l’orrido odore della sostanza scarlatta che le ricopre la spalla mi disgusta. Costretto a guardare la triste realtà, mi sveglio dall'incantesimo. La sberla le colpisce il viso, spaccandole il labbro. Il sangue le cola lungo il mento e io seguo la scia con il dito, per poi stringere quella pelle tra le mani. «Lo so che non sei lei. Sei solo una PUTTANA. Ora taci».
Lacrime tinte di nero invadono il suo volto, mescolandosi con il sangue che continua a scivolare dalle sue ferite. Con la lingua traccio la linea irregolare che le attraversa la guancia. Neanche le sue lacrime hanno il sapore di quelle di Josy, nemmeno sforzandomi con tutto me stesso questa donna potrebbe mai avere qualcosa di lei. Arrabbiato, mi siedo a cavalcioni su di lei, lasciando le sue mani legate alla sbarra di ferro arrugginita. Tiro con forza i suoi capelli con una mano e con l’altra le copro il viso con un cuscino, soffocando i suoi gemiti dietro la stoffa. Non voglio ucciderla, ma non voglio nemmeno vedere la sua faccia.
«No, ti prego. Farò quello che vuoi, ma non farmi del male».
Le sue parole sono suoni lontani, confusi. «Voglio solo giocare con te, Josy. Me lo devi. Ricorda, io sono il tuo padrone».
Apro il reggiseno, esponendo due seni sodi, gonfi, finti. Passo il pollice su, giù e intorno al capezzolo e anche se questa esibizione non è gradita, al contatto si induriscono come piccole pietre.
«Non sono come i suoi, ma posso accontentarmi».
Quando cerco di prenderne uno tra le labbra, un rumore sospetto fuori dalla vecchia casa abbandonata attira la mia attenzione. Ne segue un altro ancora più lieve, poi un’asse del vecchio portico scricchiola.
In fretta, sposto il cuscino dal viso della sconosciuta e mi muovo verso il suo orecchio. «Mi sono divertito con te, tesoro. Ora però devo proprio andare. Conta fino a dieci, facendo silenzio. Se farai anche un minimo rumore prima, sarò più che felice di tagliare vie queste due bamboline con l’aiuto del coltello sulla sedia», la avverto, accarezzandole il seno.
Annuisce terrorizzata, intanto abbottono i pantaloni, metto il giubbotto e afferro il casco. La moto è sul retro, coperta da un telo. Esco dalla porta secondaria e, come sospettavo, c’è un uomo di Walker dall'altro lato.
Appena la donna inizia a urlare, l’uomo abbatte la porta ed ecco la mia occasione di fuga. Non scapperò per molto, devo solo nascondermi da questi energumeni fin quando non avrò trovato lei. Poi tutto finirà.
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