Blog tour: Amabile inferno di Eleonora Fasolino - tappa Ambientazione e Musica
Il blog oggi ospita il blog tour dedicato al nuovo romanzo di Eleonora Fasolino, AMABILE INFERNO. La nostra tappa è Ambientazione e musica. Pronti ad immergervi tra le pagine del romanzo con noi?
Titolo: Amabile inferno
Autore: Eleonora Fasolino
Editore: Self publishing
Data di pubblicazione: 7 novembre 2018
Prezzo: ---
Sinossi
Roma, Anno del Signore esamidimaturità.
Melania Santacroce ha diciotto anni, un gusto eccentrico in fatto di vestiti e i capelli tinti di viola. Afferma di portare una terza scarsa di seno più per ottimismo che per amore della realtà e, quando non si allontana dal mondo per comporre poesie distratte, si interroga sull’efficacia delle taglie dei jeans, su Lord Byron e sulla dubbia puntualità dei mezzi di trasporto capitolini.
Sebbene alta e non proprio esile, a volte teme di risultare impercettibile, ma a salvarla dalla banalità del quotidiano sono le uscite al vetriolo che di tanto in tanto ama diffondere con nonchalance.
Non è proprio sicura di credere in Dio, ma frequenta una scuola privata di stampo cattolico.
Non ama tradurre il greco, ma si accinge ad affrontare l’ultimo anno di liceo classico.
Non si è mai innamorata, ma alla fine è arrivato Manfredi Vergara: suo professore e uomo impegnato in una relazione complicata con Dio.
Perché Manfredi è un prete.
E Melania, che non ha mai assaporato la tentazione, si trasformerà in quella più pericolosa per un uomo che non appartiene nemmeno a se stesso.
O forse nel suo amabile inferno.
MUSICA e AMBIENTAZIONE
La musica ha avuto un ruolo chiave per me, nella stesura di Amabile inferno, ma ritengo lo abbia spesso per molti autori. Aiuta a isolarsi dal mondo e a buttarsi in tutto e per tutto nella storia che si sta scrivendo.
Vorrei iniziare parlando della canzone che cito proprio all’inizio del romanzo: Of These Chains, dei Red.
La cosa peraltro assume sfumature ironiche perché i Red sono un gruppo Christian Rock, vale a dire che molte delle loro canzoni possono essere lette come delle vere e proprie dediche a Dio. Ma i più romantici possono anche pensare parlino a una donna.
Il ritornello di Of These Chains incarna un po’ l’atmosfera del romanzo (in realtà gran parte della canzone sembra proprio stata scritta da Manfredi):
Let me take you when I go
When I go
I don't want to do this on my own
On my own
I'm breaking free, but of these chains
Oh, let this one remain
Let me take you when I go
I personaggi stessi nel corso del romanzo citano canzoni e artisti. Uno di loro, Eric Mallory, è addirittura un musicista.
Melania ama i Pink Floyd e il Led Zeppelin, praticamente mostri sacri del rock, e questo è stato il mio personalissimo tributo a loro.
Vengo da una famiglia di pianisti, anche se sono una dei pochi a non aver mai imparato a suonare il piano, con mio profondo rammarico, e mentre nonna mi allenava l’orecchio con la musica classica (che amo e nella quale mi destreggio abbastanza), mio padre si sentiva in dovere di fare altrettanto con la musica rock. Per cui nel mio account Spotify potete tranquillamente trovare Chopin rincorso dall’euforia di Syd Barret.
Mi piace anche conoscere gli astri più giovani del panorama italiano, però, e infatti un altro personaggio, Fabrizio, cita i Red Haze, un gruppo dell’Alto Adige dal genere indefinibile, perché sono un ibrido tra il Raggae e il Rap (e il loro percorso vede tantissime altre influenze).
La storia è quasi interamente ambientata a Roma, eccezion fatta per dei flashback a Londra.
Melania abita nei pressi di Monteverde (che le ragazze giovanissime potrebbero subito collegare al quartiere dove sono nati e cresciuti i Måneskin), ma la verità è che a Monteverde che ho intrecciato gran parte delle mie amicizie. Non abito infatti molto lontano da lì e il liceo classico che ho frequentato si trova nella zona di via Portuense, che Melania cita quando deve farsi riaccompagnare. Ho deciso di farla nascere dove sono nata e cresciuta io, infatti, perché desideravo avesse qualcosa di familiare nelle origini.
Devo dirvelo subito però: il Liceo Classico San Carlo non esiste.
O se esiste io non ne avevo davvero idea.
L’ho infilato in un punto imprecisato poco lontano da Trastevere, perché è a Trastevere che molti potranno respirare quel senso di romanità caciarona a cavallo tra l’antico e il nuovo.
Trastevere non morirà mai, e resterà sempre giovane pur avendo un’anima antica.
La Feltrinelli di Largo Argentina non è solo il rifugio di Melania: è anche il mio!
Il tavolino della caffetteria all’ultimo piano dove Manfredi e Melania hanno quella conversazione è il mio tavolino preferito, e in quella libreria ammetto di aver vissuto diversi momenti importanti.
Il Giolitti?
Il Giolitti, come ho scritto, si trova nel quartiere Eur, dove c’è ancora l’antico lunapark. L’ho inserito per mio padre: ci ha speso gran parte della sua giovinezza lì. Era il punto di ritrovo con i suoi amici di sempre e ho voluto fosse importante anche per il personaggio di Fabrizio e Manfredi. Il Giolitti è cambiato nel tempo, ma resta sempre un’istituzione per noi romani. E poi la vista sul laghetto, specie in primavera, è davvero meravigliosa.
Taverna de Pasquino, il ristorante dove... be’, vedrete, è invece il mio ristorante preferito. E si trova a piazzale Tiburtino (per chi non conosce Roma: non dista molto da via Merulana). È stranissimo: piccolo all’ingresso, ma accogliente, e ogni volta rischio di ordinare mezzo menù.
Perché ambientare il romanzo a Roma?
Perché sono nata qui ed è qui che tutto è iniziato. Perciò ho trovato sensato oltre che emozionante far partire da qui i miei romanzi.
Londra la conosco molto bene (ho trascorso diverse vacanze nel Regno Unito), ma non ho citato granché i suoi luoghi nel romanzo, perché i flashback che la riguardano sono perlopiù emotivi.
Ed ecco a voi il calendario con tutte le tappe del blog tour.
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