Le recensioni di Alexa: "Found. E' più facile dirlo con un bacio" di Tania Paxia
Dopo aver letto i capitoli precedenti, Alexa ci parla del quarto volume della serie "Liar Liar" di Tania Paxia, uscito un mesetto fa grazie a Newton Compton Editori.
Titolo: Found. È più facile dirlo con un bacio
Serie: Liar Liar Vol. 4
Autore: Tania Paxia
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Romance
Data di pubblicazione: 25 gennaio 2019
Prezzo: € 1,99 (ebook)
Sinossi
Frankie si trova al punto di partenza: in quella città che fino a due anni prima era stata casa sua, ma che ora non lo è più. Oltre a una casa, però, sta perdendo anche l’altra metà della sua infanzia trascorsa fra legno, truciolato, colla e vernici. La Reeves Guitars rischia di finire nelle mani della concorrenza e lei è pronta a dar battaglia, seppure sia costretta a fronteggiare qualche imprevisto di troppo.
Jayden, per dirne uno. Si trova a New York, alle prese con il “silenzio”, con un’agente sempre più impertinente e col suo nuovo ruolo di produttore dell’album di Cora O’Dell: una compagnia che si rivela essere meno spiacevole del previsto. Anche grazie all’intervento di un altro chitarrista che sembra attirare l’attenzione della cantante ancor più di Jay. Saranno sufficienti due occhi color cielo a distogliere da lui anche l’attenzione dei paparazzi?
Non tutto è come sembra, questo ormai Frankie lo sa per esperienza. Ma dopo aver letto l’articolo intitolato “Frankie Goes to Nashville” non può non fare il suo ritorno a New York per verificare di persona alcuni pettegolezzi, non per gelosia ma per apprensione nei confronti della salute del suo sopravvalutato preferito. Non è l’unica salute alla quale è interessata, però. C’è una chitarra da salvare. E forse, quella stessa chitarra, potrebbe essere in grado di salvare a sua volta la RG.
Dopo il primo round, il secondo round, il KO tecnico. Dopo una battaglia vinta … la resa dei conti è finalmente arrivata.
Recensione
Miei cari disastri amanti dei music romance, eccoci arrivati alle battute finali delle avventure di Jayden e Frankie. Ogni volta che si conclude una serie che ho amato mi viene un pizzico di malinconia perché non voglio lasciare i personaggi ma allo stesso tempo voglio sapere come si concluderà la storia.
L’autrice ci aveva lasciato con Jayden e Al che avevano incontrato il padre di quest’ultimo per comunicargli che vent’anni prima era diventato nonno. La storia riprende una settimana dopo questa rivelazione e si svolge parallelamente.
Jayden è sempre a New York alle prese coi suoi problemi di salute, la manager invadente, la produzione del disco dell’esuberante Cora O’Dell e la visita inattesa di suo fratello George.
Frankie, invece, è appena arrivata a Nashville, catapultata nella sua vecchia vita totalmente sottosopra. All’inizio, infatti, non è solo sua madre a evitarla ma anche gli amici d’infanzia, sentitisi abbandonati quando è andata via di casa per cercare suo padre, in giro per gli Stati Uniti. Così, mentre cerca di recuperare i rapporti personali e contemporaneamente impedire alla madre di vendere l’azienda ereditata dal nonno, sul web compare l’ennesimo articolo di gossip intitolato “Frankie goes to Nashville”, in cui si insinua che non appena lei abbia lasciato la Grande Mela,
Jayden, seppur con problemi di salute, sia tornato a fare il playboy. La ragazza intuisce che sono tutte falsità ma è la parte relativa alla salute di suo marito che la preoccupa così decide di tornare immediatamente a casa.
La coppia, ritrovatasi finalmente sotto lo stesso tetto, tramite il “patto dell’armadio” finalmente si chiarisce. Jayden le racconta del suo lavoro di produttore e che si dovrà operare alle corde vocali mentre Frankie ammette di voler salvare la liuteria per continuare la costruzione di chitarre, cosa che la costringerebbe in futuro a passare alcuni mesi dell’anno a Nashville.
Per raggiungere il suo obiettivo, chiede a suo padre la chitarra incompleta che custodisce come una reliquia. La sua ostinazione nel terminarla colpisce la madre che le propone un ultimatum: se completerà la chitarra, le cederà la quota maggioritaria dell’azienda.
Al termine della convalescenza, la raggiungeranno Jayden stesso, stanco di stare sempre lontano da sua moglie e Al mentre, con un colpo di scena inaspettato, Danielle Reeves deciderà di non vendere più e cedere la sua quota dell’azienda alla sua figlia maggiore permettendole così di continuare la tradizione di famiglia.
Allora, non vedevo l’ora di leggere questo libro per vedere come l’autrice avesse risolto le numerose questioni in sospeso ma devo confessare, mio malgrado, che le mie aspettative non sono state integralmente soddisfatte. Alcune questioni, infatti, sono state snocciolate soltanto nel finale mentre altre non sono state affrontate, sprecando del potenziale, come quello di far conoscere a Frankie i suoi nonni paterni, che, tramite suo padre, si sono dimostrati molto disponibili verso di lei. Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa, va evidenziato il brillare di Jayden che ha completato la sua evoluzione in questo libro. E’ stato esilarante, risoluto sul lavoro e fin troppo paziente nella vita privata. I suoi punti fermi lo hanno tenuto focalizzato su ciò che conta nella sua vita, senza farlo mai vacillare; ha affrontato tutto a testa alta, compresa la sua grande preoccupazione per la voce.
Frankie, viceversa, mi ha convinta a fasi alterne. Ho riscontrato nel suo personaggio una regressione che non mi aspettavo nell’ultimo capitolo della serie. All’inizio, mi ha ricordato di nuovo la ragazza un po’ persa e insicura dei primi due volumi mentre dopo la metà di questo libro, ho rivisto la Frankie più matura, quella intraprendente che riflette e agisce invece di limitarsi a seguire ciecamente l’istinto e sbagliare.
Lo stile l’ho trovato lineare, arguto e molto dettagliato. Il POV alternato si è rivelato una scelta vincente sia per farci capire appieno gli stati d’animo dei protagonisti ma anche perché, la narrazione, lenta in alcune parti, incalza in altri frangenti, tenendo il lettore incollato alle pagine.
Si nota, inoltre, anche una grande documentazione da parte dell’autrice in merito alla costruzione delle chitarre, cosa che mi ha lasciato a bocca aperta per il lavoro che c’è dietro e che da profana non immaginavo minimamente.
Premesso tutto ciò, devo riconoscere che ci sono anche dei dettagli che purtroppo non funzionano.
Il più importante di tutti è la ricostituzione improvvisa e fin troppo forzata di una relazione amorosa tra i genitori di Frankie, due persone che si sono odiate per oltre vent’anni, con lei che ha fatto un grande torto sia alla figlia che ad Al stesso, a cui non potrà mai riparare.
Un altro aspetto incomprensibile è l’eccessivo orgoglio di Frankie. Approvo che una giovane donna creda nelle proprie capacità e voglia riuscire da sola in un’impresa (lo sostengo anche nella vita
reale che dobbiamo sempre credere in noi stesse e farcela con le nostre forze) ma Jayden non è di certo l’ultimo degli sconosciuti per Frankie pertanto non sono proprio riuscita a comprendere la sua persistente avversione nel chiedergli aiuto quando era ormai a corto di opzioni. Se non puoi chiedere aiuto alla persona che ami quando non hai alternative, a chi dovresti rivolgerti?
Insomma, non posso negare che qualche dettaglio lo avrei voluto diverso come avrebbero meritato più spazio personaggi che non l’hanno ottenuto, ma nonostante tutto vi consiglio di non perdervi il finale della storia dei nostri due musicisti fuori dagli schemi perché è una conclusione appagante dopo tutti gli ostacoli affrontati.
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