Review party & Bonus Track: "Absence" di Chiara Panzuti
Nuova iniziativa per La Gilda Delle Blogger. Parte oggi il review party dedicato ad "Absence. Il gioco dei quattro" di Chiara Panzuti, Silva lo ha letto per noi,quindi mettetevi comode e leggiamo insieme cosa ne pensa del thriller edito Fazi Editori.
Autore: Chiara Panzuti
Editore: Fazi Editore
Genere: narrativa, thriller
Prezzo: ebook 3,99 euro, 12,75 euro cartaceo
Sinossi
Quattro ragazzi inglesi dalla vita normale con i normali problemi familiari, scolastici, sportivi, improvvisamente spariscono ma non si tratta di rapimento o simili, diventano invisibili mentre i loro familiari e amici dimenticano la loro esistenza, come non fossero mai nati.
Inizia, per i quattro, un'avventura non voluta ma subita con tutto il suo bagaglio di incertezze, terrore, assoluta non accettazione di ciò che sta loro capitando. Domande che non trovano una risposta si affollano nella mente dei ragazzi resa poco lucida dalla paura: cosa succede? Come è possibile che si diventi invisibili e che parenti e amici si dimenttichino di loro? Come si può sopravvivere in quella condizione? E mentre cercano risposte che non arrivano un misterioso “uomo in nero” consegna loro degli oggetti e un biglietto con delle coordinate “per tornare a vedere”, fra l'altro, lui sembra essere l'unico a vederli ancora. Quelle coordinate li manderanno all'altro capo del pianeta e, durante il percorso, scopriranno di non essere i soli in quel gioco paradossale e che gli altri sono disposti a tutto per metterli fuori gara. Ma che tipo di gara e per vincere cosa? E, soprattutto, chi ce l'ha tirati dentro a forza? Non resta che stare al gioco perché l'unica cosa che conta è “tornare” . Ce la faranno, senza perdere la ragione?
Recensione
Bello è il primo aggettivo che mi viene in mente dovendo parlare di questo libro.
La storia inizia lentamente come se stesse raccontando la normale vita di ragazzi con i loro complessi, le fisse, i dubbi propri di adolescenti e dopo le primissime pagine mi sono chiesta: tutto qui? Ma continuando a leggere mi sono ritrovata in un incubo quello dell'invisibilità improvvisamente accaduta ai ragazzi.
Incubo, si, perché essere invisibili non è così piacevole come qualche pellicola del passato ci ha voluto mostrare. L'invisibilità è un problema specialmente se ti capita addosso all'improvviso e devi renderti conto che i confini del tuo corpo non sono più noti agli altri ma lo sono ancora per te che non sei incorporeo e se non bastasse devi prendere aerei, devi difenderti da altri a cui è capitata la stessa cosa ma che, a quanto sembra, sono nemici. Non stupisca se ho parlato dei fatti narrati nel romanzo come fossero accaduti a me perché è proprio questo che l'autrice riesce a fare. Col suo presentare gli eventi in modo del tutto naturale nell'assurdità della situazione, ti ci trascina dentro e il lettore si ritrova invisibile al fianco dei ragazzi.
I caratteri dei personaggi sono ben delineati nel loro distinguersi l'uno dall'altra ma, comunque, in un continuo oscillare emotivo procurato dalla stato fisico e psicologico in cui sono costretti a vivere. Non mancano spunti di riflessione su quanto e cosa di ognuno di noi rimane invisibile agli altri e quanto di ciò lo è perché noi stessi vogliamo che lo sia. E cos'è la nostra identità? Quanto di essa ci appartiene e quanto deriva dalla conoscenza che gli alti hanno di noi?
Chiara Panzuti ci induce a queste riflessioni mentre seguiamo le vite completamente stravolte dei ragazzi sballottati in giro per il globo in una specie di caccia al tesoro di cui la tappa finale sembra sempre spostarsi un po' più in la.
La scrittura è semplice adattandosi perfettamente al fatto che è una sedicenne a raccontare in prima persona per la maggior parte del libro ma, comunque, mai ripetitiva o noiosa.
Come ho detto all'inizio, bello e, appena finito questo libro cercherete subito il secondo perché tutto ciò che vorrete è sapere cosa succederà dopo, cosa prevede la caccia al tesoro, chi l'ha ideata e perché.
Consigliatissimo.
Quattro ragazzi inglesi dalla vita normale con i normali problemi familiari, scolastici, sportivi, improvvisamente spariscono ma non si tratta di rapimento o simili, diventano invisibili mentre i loro familiari e amici dimenticano la loro esistenza, come non fossero mai nati.
Inizia, per i quattro, un'avventura non voluta ma subita con tutto il suo bagaglio di incertezze, terrore, assoluta non accettazione di ciò che sta loro capitando. Domande che non trovano una risposta si affollano nella mente dei ragazzi resa poco lucida dalla paura: cosa succede? Come è possibile che si diventi invisibili e che parenti e amici si dimenttichino di loro? Come si può sopravvivere in quella condizione? E mentre cercano risposte che non arrivano un misterioso “uomo in nero” consegna loro degli oggetti e un biglietto con delle coordinate “per tornare a vedere”, fra l'altro, lui sembra essere l'unico a vederli ancora. Quelle coordinate li manderanno all'altro capo del pianeta e, durante il percorso, scopriranno di non essere i soli in quel gioco paradossale e che gli altri sono disposti a tutto per metterli fuori gara. Ma che tipo di gara e per vincere cosa? E, soprattutto, chi ce l'ha tirati dentro a forza? Non resta che stare al gioco perché l'unica cosa che conta è “tornare” . Ce la faranno, senza perdere la ragione?
Bello è il primo aggettivo che mi viene in mente dovendo parlare di questo libro.
La storia inizia lentamente come se stesse raccontando la normale vita di ragazzi con i loro complessi, le fisse, i dubbi propri di adolescenti e dopo le primissime pagine mi sono chiesta: tutto qui? Ma continuando a leggere mi sono ritrovata in un incubo quello dell'invisibilità improvvisamente accaduta ai ragazzi.
Incubo, si, perché essere invisibili non è così piacevole come qualche pellicola del passato ci ha voluto mostrare. L'invisibilità è un problema specialmente se ti capita addosso all'improvviso e devi renderti conto che i confini del tuo corpo non sono più noti agli altri ma lo sono ancora per te che non sei incorporeo e se non bastasse devi prendere aerei, devi difenderti da altri a cui è capitata la stessa cosa ma che, a quanto sembra, sono nemici. Non stupisca se ho parlato dei fatti narrati nel romanzo come fossero accaduti a me perché è proprio questo che l'autrice riesce a fare. Col suo presentare gli eventi in modo del tutto naturale nell'assurdità della situazione, ti ci trascina dentro e il lettore si ritrova invisibile al fianco dei ragazzi.
I caratteri dei personaggi sono ben delineati nel loro distinguersi l'uno dall'altra ma, comunque, in un continuo oscillare emotivo procurato dalla stato fisico e psicologico in cui sono costretti a vivere. Non mancano spunti di riflessione su quanto e cosa di ognuno di noi rimane invisibile agli altri e quanto di ciò lo è perché noi stessi vogliamo che lo sia. E cos'è la nostra identità? Quanto di essa ci appartiene e quanto deriva dalla conoscenza che gli alti hanno di noi?
Chiara Panzuti ci induce a queste riflessioni mentre seguiamo le vite completamente stravolte dei ragazzi sballottati in giro per il globo in una specie di caccia al tesoro di cui la tappa finale sembra sempre spostarsi un po' più in la.
La scrittura è semplice adattandosi perfettamente al fatto che è una sedicenne a raccontare in prima persona per la maggior parte del libro ma, comunque, mai ripetitiva o noiosa.
Come ho detto all'inizio, bello e, appena finito questo libro cercherete subito il secondo perché tutto ciò che vorrete è sapere cosa succederà dopo, cosa prevede la caccia al tesoro, chi l'ha ideata e perché.
Consigliatissimo.
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