Le recensioni di Giulia: "Provaci ancora amore" di Zara Stoneley
PROVACI ANCORA AMORE di Zara Stoneley, edito Newton Compton Editori, è il primo romanzo a tema natalizio di ottobre. Giulia lo ha letto e ce ne parla come solo lei sa fare.
Titolo: Provaci ancora amore
Autore: Zara Stoneley
Editore: Newton Compton Editori
In uscita il: 03 ottobre 2019
Prezzo: € 9,90
Sinossi
È arrivato il periodo più magico dell’anno, ma Sarah stenta ad accorgersene: organizzare viaggi cercando di soddisfare le più disparate richieste dei clienti è un lavoro molto impegnativo. Soprattutto se si ha a che fare con qualcuno come Will Armstrong, che fa di tutto per metterle i bastoni tra le ruote… Il nuovo proprietario di uno splendido resort tra le montagne è un tipo severo e scontroso, che rischia di rovinare le vacanze a tutti. Si rifiuta di abbellire il resort con decorazioni natalizie e di intrattenersi con i clienti e non ne vuole sapere di organizzare giochi o tornei di palle di neve. Per non parlare della sua espressione sempre imbronciata… I ricordi di Sarah legati al Natale sono invece incantevoli. Quindi, se vuole riportare la magia nel piccolo paradiso nascosto tra le montagne, deve riuscire a convincere Will a farsi contagiare dallo spirito natalizio. Peccato che si tratti i un’impresa quasi impossibile! Ma l’incanto del Natale, si sa, è in grado di stregare chiunque, e a volte di far accadere anche qualche miracolo…
Recensione
Ci sono alcune variabili da tenere in considerazione prima di leggere questa recensione: Natale, amore, uomofigocontrauma/donnafigacontrauma.
Prese singolarmente bastano a raccontare una buona parte dei libri romantici degli ultimi anni. Prese a due a due non soltanto bastano, avanzano anche.
Ma tutte e tre insieme? È la combo perfetta per innescare l’aspettativa più rosea di un cuore romantico o qualcosa che si avvicina al concetto.
Roba che Masia e Mentana scansatevi che ho appena generato l’incrocio di dati perfetto.
Poi leggi Provaci ancora amore e le tre variabili insieme non suonano più così giuste. Peggio. Sono decisamente una accozzaglia di note suonate piuttosto maluccio.
Il libro, presentato come una commedia romantica dall’ironia spumeggiante, prende le mosse da una serie di recensioni decisamente negative all’indirizzo di un resort, lo Shooting Star, presso il quale Sarah, agente di viaggi, è solita mandare i clienti per passare un magico Natale.
Chiuso il libro ho sentito davvero un sorriso spuntare: recensire in modo piuttosto negativo qualcosa che racconta di recensioni negative. Metarecensioni e ironia della vita.
Comunque.
Il resort viene gestito da Will Armstrong, uomo piuttosto burbero – lo sappiamo perché ce lo ripete l’autrice, sia chiaro. E capisco che per la aplomb inglese il semplice accigliarsi possa suonare maleducato, ma il personaggio presentato dall’autrice è tutto tranne che burbero.
Stanco? Sì.
Malconcio? Sì.
Triste e solo? Anche.
Burbero? NO.
– che zoppica e rifugge la neve come soltanto la paura induce a fare.
E che dovrebbe odiare il Natale (viene da chiedersi se si abbia ben chiaro cosa significhi rifuggire il Natale come fosse la peste. Fornisco ripetizioni gratis, se può servire. Perché se a una Ebenezer Scrooge prometti di incontrare un suo simile, accidenti, devi mantenere la parola).
Ancora.
Il resort ha per Sarah un valore tutt’altro che economico. È il luogo nel quale, da bambina, ha passato l’ultimo Natale intero prima di trovarsi spezzata e sola. Il depositario di ricordi felici e tragici insieme, il punto nel quale tutto finisce o tutto comincia. E nel quale non è più tornata.
Come risolvere, quindi, il problema che minaccia di trasformare il romantico cielo stellato del Canada in un ammasso di nubi iraconde? Andare e impegnarsi a risollevarne le sorti.
Comincia così il viaggio di Sarah verso il passato e il futuro.
Verso Will Armstrong il burbero, verso Ed, bello, figo e bello figo fratello di Will che non ha paura della neve ma delle responsabilità certamente, verso uno chalet che ha preso fuoco e al suo posto hanno creato una casa per cani da slitta.
Verso tutto quello che un romanzo d’amore ha da offrire, romanticismo, dolore, ex, segreti e rinascita. Il tutto come fosse messo su pagina senza troppo riflettere, approfondendo dove non serve e sorvolando dove serve ancora meno.
Verso un insieme scomposto di situazioni ordinarie che vorrebbero essere straordinarie.
Una trama semplice che riesce a complicarsi la vita con passaggi davvero poco chiari e personaggi il cui vissuto traumatico dovrebbe impegnare più l’anima che l’occhio del lettore ma riesce a malapena a scuotere un tempo altrimenti piatto, fanno di questo libro una lettura che, ahinoi, non consiglierei. Con rammarico, aggiungerei. Perché Scrooge o no, le aspettative un animo simil romantico non possono essere disattese.
Non a Natale, quantomeno.
Recensione
Ci sono alcune variabili da tenere in considerazione prima di leggere questa recensione: Natale, amore, uomofigocontrauma/donnafigacontrauma.
Prese singolarmente bastano a raccontare una buona parte dei libri romantici degli ultimi anni. Prese a due a due non soltanto bastano, avanzano anche.
Ma tutte e tre insieme? È la combo perfetta per innescare l’aspettativa più rosea di un cuore romantico o qualcosa che si avvicina al concetto.
Roba che Masia e Mentana scansatevi che ho appena generato l’incrocio di dati perfetto.
Poi leggi Provaci ancora amore e le tre variabili insieme non suonano più così giuste. Peggio. Sono decisamente una accozzaglia di note suonate piuttosto maluccio.
Il libro, presentato come una commedia romantica dall’ironia spumeggiante, prende le mosse da una serie di recensioni decisamente negative all’indirizzo di un resort, lo Shooting Star, presso il quale Sarah, agente di viaggi, è solita mandare i clienti per passare un magico Natale.
Chiuso il libro ho sentito davvero un sorriso spuntare: recensire in modo piuttosto negativo qualcosa che racconta di recensioni negative. Metarecensioni e ironia della vita.
Comunque.
Il resort viene gestito da Will Armstrong, uomo piuttosto burbero – lo sappiamo perché ce lo ripete l’autrice, sia chiaro. E capisco che per la aplomb inglese il semplice accigliarsi possa suonare maleducato, ma il personaggio presentato dall’autrice è tutto tranne che burbero.
Stanco? Sì.
Malconcio? Sì.
Triste e solo? Anche.
Burbero? NO.
– che zoppica e rifugge la neve come soltanto la paura induce a fare.
E che dovrebbe odiare il Natale (viene da chiedersi se si abbia ben chiaro cosa significhi rifuggire il Natale come fosse la peste. Fornisco ripetizioni gratis, se può servire. Perché se a una Ebenezer Scrooge prometti di incontrare un suo simile, accidenti, devi mantenere la parola).
Ancora.
Il resort ha per Sarah un valore tutt’altro che economico. È il luogo nel quale, da bambina, ha passato l’ultimo Natale intero prima di trovarsi spezzata e sola. Il depositario di ricordi felici e tragici insieme, il punto nel quale tutto finisce o tutto comincia. E nel quale non è più tornata.
Come risolvere, quindi, il problema che minaccia di trasformare il romantico cielo stellato del Canada in un ammasso di nubi iraconde? Andare e impegnarsi a risollevarne le sorti.
Comincia così il viaggio di Sarah verso il passato e il futuro.
Verso Will Armstrong il burbero, verso Ed, bello, figo e bello figo fratello di Will che non ha paura della neve ma delle responsabilità certamente, verso uno chalet che ha preso fuoco e al suo posto hanno creato una casa per cani da slitta.
Verso tutto quello che un romanzo d’amore ha da offrire, romanticismo, dolore, ex, segreti e rinascita. Il tutto come fosse messo su pagina senza troppo riflettere, approfondendo dove non serve e sorvolando dove serve ancora meno.
Verso un insieme scomposto di situazioni ordinarie che vorrebbero essere straordinarie.
Una trama semplice che riesce a complicarsi la vita con passaggi davvero poco chiari e personaggi il cui vissuto traumatico dovrebbe impegnare più l’anima che l’occhio del lettore ma riesce a malapena a scuotere un tempo altrimenti piatto, fanno di questo libro una lettura che, ahinoi, non consiglierei. Con rammarico, aggiungerei. Perché Scrooge o no, le aspettative un animo simil romantico non possono essere disattese.
Non a Natale, quantomeno.
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