Le Recensioni di Francesca: "L'amante Giapponese" di Isabel Allende
Altro giro, altra presentazione! Ora tocca a Francesca debuttare in famiglia: ora ci parla del libro "L'amante giapponese" di Isabel Allende, pubblicato da Feltrinelli
Titolo: L'amante giapponese
Autore: Isabel Allende
Editore: Feltrinelli Editore
Genere: narrativa
Prezzo: 6.99€
Data di uscita: 12 gennaio 2017
Sinossi
L’epica storia d’amore tra la giovane Alma Belasco e il giardiniere giapponese Ichimei: una vicenda che trascende il tempo e che spazia dalla Polonia della Seconda guerra mondiale alla San Francisco dei nostri giorni.
“Ci sono passioni che divampano come incendi fino a quando il destino non le soffoca con una zampata, ma anche in questi casi rimangono braci calde pronte ad ardere nuovamente non appena ritrovano l’ossigeno.”
Recensione
Il romanzo promette di essere un’epica storia d’amore ma fatica a decollare e anche se proseguendo la lettura diventa più fluida e siamo abituati alle storie su più piani dell’autrice, si rischia di perdersi nei giri narrativi. Alma Belasco è un’arzilla ottantenne, un’artista eccentrica molto gelosa della sua indipendenza, guida una Smart verde lime e ama i gatti (già solo per QUESTO particolare io la amo).
La sua strada si incrocia con quella di Irina, giovane immigrata moldava, appena assunta a Lark House, atipico ospizio dove vive Alma e dove i simpatici nonnini residenti organizzano venerdì di protesta che manco gli hippie degli anni d’oro.
Sarà quindi Irina, in fuga da un triste passato, a scavare in quello di Alma con l’aiuto del nipote di lei, Seth. Scoprirà una ragazzina partita dal molo di Danzica per sfuggire alla guerra che sta bruciando l'Europa e che troverà rifugio e conforto nella casa degli zii d'America.
L’amore tra i due, fatto di silenzi ma bruciante più del fuoco, sarà il filo che li terrà uniti negli anni e nella deportazione di lui. Non tutti sanno infatti che non furono solo i tedeschi ad utilizzare i campi di concentramento durante la II guerra mondiale, ma anche gli statunitensi che internarono migliaia di nippo-americani stanziatisi da decenni lungo le coste del Pacifico ,e che, dopo l’attacco a Pearl Harbor, vennero ritenuti pericolosi.
La storia procede in cerchi concentrici e chi si aspetta la Allende delle grandi opere potrebbe rimanere deluso. Salvo poi ricredersi all’ultimo, e chiudere il libro con un sapore dolceamaro, per un finale degno del realismo magico che tanto amiamo.
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