Review party: La città di ottone di S. A. Chakraborty
Review party per "La città di ottone" di S. A. Chakraborty. LunaStorta ha letto in anteprima questo fantasy edito Mondadori ed ecco la sua opinione.
Autore: S. A. Chakraborty
Edizione: Mondadori
Prezzo: 9.99€ eBook
Genere: Fantasy
Data di pubblicazione: 8 giugno 2020
Sinossi
EGITTO, XVIII SECOLO.
Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.
Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.
Recensione
Cosa succede quando realtà e leggenda si incontrano?
“I Jinn non esistono, la magia non esiste, è solo leggenda.”
Questo è ciò che pensava Nahri prima dell’incontro con Dara.
Lei è una ragazza del Cairo, una truffatrice che nonostante le capacità straordinarie che possiede è riluttante nei confronti della magia. Ma durante una cerimonia decide di cantare una canzone su un guerriero in una lingua che apparentemente solo lei sa. Questa lingua risveglia identità a lei sconosciute, compreso un guerriero, Darayavahoush. Lui è un Daeva, un elementale del fuoco. Un tempo erano mutaforma che vivevano per millenni, ma le loro capacità magiche furono notevolmente ridotte dal profeta Solimano, come punizione per aver fatto del male al genere umano.
Ma Dara nasconde dei segreti, è un disprezzo profondo per gli shafit, gli ibridi nati dall'unione tra uomini e jinn/daeva.
Dal loro incontro, Nahri si troverà ad affrontare un mondo che non conosce e che mai si sarebbe immaginato. Si troverà a dover sostenere un enorme peso sulle spalle, il peso di un'intera civiltà. E come se non bastasse, l'amore che sviluppa nei confronti di Dara, e le cose che scoprirà sul suo passato e su quello di lei, non faranno altro che complicargli ancora di più il percorso da affrontare.
“Era bellissimo... straordinariamente, spaventosamente bello, con il tipo di fascino che, secondo Nahri, doveva avere una tigre subito prima di lacerarti la gola.”
Ma con determinate descrizioni comprendo anche io come mai le sia piaciuto tanto nonostante il carattere scorbutico che dimostrava all'inizio.
Beh, wow. Devo dire che la trama mi aveva incuriosita, ma non mi aspettavo tutte queste emozioni. La storia tra Dara e Nahri, la storia di intere civiltà nascosta all'occhio umano. Ho condiviso a pieno le emozioni dei protagonisti e ho desiderato di poter avere di più da… tutto!
Ma, ahimè, ho comunque riscontrato una piccola pecca, nella versione ebook: avrei preferito dei collegamenti diretti ai termini sconosciuti/inventati. Avrebbe facilitato di molto l’apprendimento della storia senza dover andare alle ultime pagine ogni qual volta si dovesse controllare il significato di una parola.
Ma senza dubbio, per me che sono paziente, ne è comunque valsa la pena.
S. A. Chakraborty è senza dubbio un autore di grandissimo talento, come pochi.
Sono impaziente di poter leggere i prossimi libri di questa saga stupenda.
Qui a voi, un piccolo estratto:
“«Mi dispiace averti deluso» disse in tono sarcastico, e rinfoderò lo zulfiqar, offeso per quel giudizio. «Non ho detto di essere deluso.» Darayavahoush fece scorrere una mano su un’ascia da guerra che sporgeva da una delle colonne di pietra. «Il tuo affascinante e colto fratello, il tuo pragmatico padre... Stavo cominciando a chiedermi che cosa ne era stato dei Qahtani che conoscevo... cominciavo a temere che fossero errati i miei ricordi dei fanatici armati di zulfiqar che distrussero il mio mondo . Grazie per questo promemoria.»”
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