Le recensioni di PsycoDisaster: "Oltre la rapina" di Manuel Sgarella
Autore: Manuel Sgarella
Edizione: Self Publishing
Prezzo: € 10.99
Genere: Crime
Data di pubblicazione: 30 giugno 2020
Sinossi
Un ex poliziotto infiltrato. Una donna da ritrovare. Il futuro da ricostruire. Nel modo sbagliato.
Un gruppo di rapinatori colpisce in pieno giorno una banca nella periferia di Milano. Tra loro anche un ex poliziotto, Luca Morando, detto “il Cieco”, che da mesi si è infiltrato in quel gruppo. Dopo la fuga, nella cascina dove hanno fatto il cambio dell’auto, viene ritrovato un cadavere e la banda, guidata da un altro ex poliziotto, “il Celerino”, è costretta a sciogliersi. Luca ha forti dubbi su quello che sta facendo: non sa più da quale parte stare. La sua copertura è saltata da tempo, eppure sia la polizia che il Celerino gli hanno promesso di fargli riavere Diana, la sua amata, costretta all’esilio nel programma di protezione testimoni, per aver raccontato, mesi prima, la verità sulla corruzione nella Milano post Expo. Ma da tempo Diana è scomparsa. Inoltre la banda ha un obiettivo particolare che conosce solo il Celerino. Lui sta seguendo le direttive di qualcuno che non si accontenta più di conquistare solo Milano. Qualcuno che vuole uscire dai confini, che vuole Roma, che vuole l’Italia. L’ex agente Luca Morando, per poter riavere Diana, è destinato a scoprire la verità dietro quelle rapine, dietro quei rapimenti. Una verità che arriverà a toccare anche il suo passato, che lo costringerà ad affrontare i suoi demoni, ma anche a fronteggiare i vertici corrotti dello Stato, con le inquietanti implicazioni tra politica e malavita che definiscono il destino di una nazione. Senza volerlo, Luca dovrà compiere delle scelte precise, costretto a decidere tra quello che è giusto e quello che deve fare per forza. Anche se è contro la legge.
Recensione
Non ho mai amato i complotti indipendentemente dalla loro natura personale o politica, tuttavia questo libro mi ha incuriosita, ho voluto tentare e la lettura ha superato addirittura le mie aspettative (non molto alte).
Il protagonista, il Cieco, un ex poliziotto, che per riuscire a proteggere l’unica cosa che lo manteneva in vita era disposto a tutto, persino far tornare una parte di sé che avrebbe voluto tenere sepolta. Qualcosa però non quadrava nelle varie storie e teorie, i fili continuano a mescolarsi tra loro, l’origine e i nodi erano sempre più difficili da districare eppure non restava altro che tentare di seguirli, infilarsi in quell'ammasso informe e provare a prevedere il più possibile di ciò che sarebbe avvenuto da lì a breve poiché il tempo non ha padroni e se non si riesce ad essere suoi alleati si finisce per esserne schiacciati.
Non importa quanto a volte organizziamo nel minimo dettaglio ogni cosa poiché vi sarà sempre qualcosa a rovinare il vostro quadro perfetto, e in quel momento non resta altro che improvvisare su quello che il caso vi ha dato, può dare, così come anche togliere.
Certe volte si ha bisogno di seguire la testa più che il cuore e il Cieco lo sapeva bene. Non poteva più permettersi di sbagliare. Sarebbe stata la sua unica ragione di vita, colei che lo aveva riportato a galla a rischiare. Ma come poteva prevedere il vero svolgersi degli eventi?
«Tutti ci fermiamo a guardare chi commette qualcosa che crediamo sbagliato. Qualcosa che non vogliamo accada, ma che osserviamo avidamente. È sempre colpa di qualcun altro quando succede qualcosa di brutto. Non è mai colpa nostra che invece ci fermiamo a guardare. Come l’incidente nell’altra corsia dell’autostrada, non ti puoi fermare ad aiutare i feriti. Però rallenti, perché vuoi guardare, sapere. Non intervieni con l’alibi che tanto non puoi fare nulla. Salvo poi, se siete voi nell’auto che ha fatto l’incidente, date subito degli stronzi a chi osserva senza muovere un dito. Tutti siamo testimoni di quel che accade, ma nessuno fa nulla per impedirlo, per dire qualcosa, per cercare di fermare i coglioni, i traditori, i bugiardi. Per urlare contro l’ingiustizia subita da qualcun altro. Siamo tutti colpevoli, anche quando ci crediamo testimoni giusti e consapevoli. Siamo solo degli stronzi».
Il Celerino è un altro misterioso ex poliziotto, a cui è stata distrutta la vita, la carriera, demoliti i propri ideali e ucciso ogni forma di speranza verso la legge. Sarà parte integrante della storia e sarà proprio lui a guidare i fili non solo della propria vita ma anche della propria squadra. Il tempo starà inevitabilmente dalla sua parte, incontrollabile e imprevedibile. Era sempre stato in possesso di quelle risposte che a volte non bastava una vita per riuscire ad avere e ha voluto usarle per dare il massimo che gli fosse concesso a chi era intorno a lui. Ha vinto, forse più di chiunque altro, così come ha altrettanto perso. È un personaggio chiave a mio parere, uno di quegli eroi cattivi che di eroico non hanno nulla ma allo stesso tempo forse lo sono più di chiunque altro.
Ogni parola o azione era finalizzata a qualcosa. Qualcosa che lui e lui soltanto poteva conoscere. Ogni tassello del puzzle andava dove lui più desiderava, incastrando altrove gli altri pezzi se fosse stato necessario. Tutto aveva un prezzo e chiunque era disposto a pagarlo col giusto incentivo. Era disposto a farsi usare pur di avere la strada spianata, così come altri erano disposti a farsi usare da lui pur di ottenere ciò che desideravano. Quello che veniva chiamato: una equo compromesso.
Gli uomini desideravano il potere, ovvero ciò che li avrebbe fatti cessare di vivere, di essere veri e umani ma tutto era accettabile se era quello il risultato che avrebbero raggiunto. Marionette succubi dei propri desideri. Non più uomini ma freddi calcolatori. Freddi calcolatori che avrebbero avuto le chiavi del potere e li avrebbe volentieri aiutati ad averle poiché non vi erano vincitori per chi era schiavo delle proprie emozioni.
La storia in sé mi è piaciuta davvero molto, sarei curiosa di conoscerne la varie sfumature con gli altri libri e sono sicuramente più propensa dopo questa lettura a leggere altri libri simili.
Commenti
Posta un commento