"Devious Lies" di Parker S. Huntington

BEST BOOK OF 2023
Vince a mani basse, sarà difficile fare meglio.


Sì, lo so. Mancano ancora due mesi alla fine dell’anno. Sì, lo so, ho letto altri libri che mi hanno fatto esclamare “Oddio, è il più bello letto fino ad ora”. Già. Ma Nash e Emery sono entrati nel mio cuore con la forza di un uragano. Questo libro è magia. Dolore. Amore. Rinunce. Penitenza. Questo libro è così tante cose che non so come trovare le parole per spiegarvi cosa provo.

«Sarò sempre disposto a portarvi delle bici e a tirarvi fuori dai guai, però io non ci sarò per sempre, tesoro. Le tempeste invece s. Non inseguirle. Affrontale. Alcune cose della vita si possono imparare solo durante una tempesta.»

Parole. Un termine più che indicato per Devious Lies. Emery ama trovarne di nuove, di profonde, di così perfette che sembrano magiche, preghiere da rivolgere al cielo, per infondere a sé stessa forza per il passo successivo. Facendomi rimanere in attesa del vocabolo successivo, certa che avrebbe infuso pace anche a me.

E per una volta, non controbattei. Non perché fossi d’accordo, ma perché riuscivo a vedere oltre la patina che li ricopriva. Nash era cos infranto, che era quasi bello il modo in cui si era circondato di muri pieni di spine ed edera velenosa. Un castello infestato che al posto dei cannoni aveva gli insulti; due occhi sconcertanti, colmi d’odio, a fare da guardia; e un re solitario che non abbandonava mai il trono per paura che crollasse. E io? Io ero la principessa decaduta destinata a non mettere mai piede nella sua fortezza. Per una qualche ragione stupida, folle e autodistruttiva, ne avevo una voglia tremenda.

 

Questa storia non è facilmente incanalabile. Certo, posso dirvi che è un age gap, i dieci anni di differenza si sentono, durante tutto il romanzo. Una volta sono uno scudo, altre un’arma affilata, non si ha modo di dimenticare che i protagonisti non sono coetanei. Un altro trope è l’enemies to lovers; anche un cuore romantico come il mio ha mancato dei battiti, incerta sul cambiamento, consapevole che le bugie che tessono la storia di Nash e Emery potessero essere troppo grandi per passare dall’odio all’amore. Ma sarebbe banale affidarsi a questi trope per farvi fare un’idea. Sarebbe quasi sciocco.

«Se mai ti dirò qualcosa che valga la pena di imparare, è questo. L’amore è la cosa più costosa che puoi possedere. Lo ripaghi con il lutto, le lacrime, e un pezzo della tua anima, però in cambio ottieni felicità, ricordi, e vita.»


Perché loro due sono l’attimo prima della tempesta. La trepidazione di sentire il fulmine e lo scroscio improvviso di acqua. Da soli sono danneggiati, perfetti nelle loro imperfezioni, in quei difetti che li rendono unici. Hanno sofferto, sono votati al senso di colpa, alla redenzione, alla penitenza. Quello che succede quando hanno rispettivamente 18 e 28 anni li cambia nel profondo. Dolore su dolore, sacrificio su penitenza. I ruoli si invertono, il povero diventa ricco e viceversa. Le strade si incrociano e boom. Il primo tuono. Un tuono alla volta, si avvicinano, si odiano, si fanno la guerra. Assomigliano a due animali fieri, testardi, inamovibili, che danzano prima di iniziare a lottare per la supremazia della giungla. Un dio e una dea, così eterei ma così umani, piegati dal dolore, dalla vita che tutto dà prima di togliertelo facendoti rovinare a terra.

Lei credeva nelle parole, nella magia e nelle tempeste. Nel controbattere, darci dentro, senza mollare mai. Nella cieca lealtà, nel buttarsi prima e affrontare le conseguenze poi. Era orribile. Mi faceva infuriare. Mi faceva diventare matto. E, mi resi conto, io la amavo. «Rivolgimi la domanda, tigre.» I suoi occhi si schiusero, non guardarono me, ma dentro di me. «È solo lussuria?» «È tutto.»

Ho iniziato questo libro per caso. L’ho divorato, incapace di abbassare il tablet e di lasciarli andare. Ogni interruzione mi costava fisicamente, perché ogni riga, ogni capitolo, ogni frase mi teneva incollata a loro. Parker S. Huntington ha creato un libro che crea dipendenza, una storia piena di colpi di scena senza sembrare too much. Alcune scene possono sembrare forti (e non può che venire in mente i pomelli degli armadi, capirete), ma così perfette per due protagonisti come Emery e Nash.

Ho sottolineato mezzo libro e, porca miseria, non avete idea di quanto sia dispiaciuta che il libro sia disponibile solo in formato digitale. Perché Devious Lies merita uno scaffale. Merita di essere visto ogni volta che si passa davanti alla libreria. Perché gli insegnamenti in queste pagine sono tante, troppe per essere dimenticate in fondo al kindle. A volte, finisco le recensioni consigliandovi un libro. Ora non si tratta di spingervi ad acquistare il libro, ma di immergervi in una storia, farvi carico delle loro vite, dei loro dolori. Dei sogni e degli incubi, delle preghiere e dei sacrifici. Di prendere Emery e Noah, tenerli così stretti finché non saranno impressi nel vostro animo. Da un libro si può imparare. Con un libro si può crescere. Con questo libro prenderete il volo. Ne sono certa.

Finifugal deriva dalla parola latina “fuga”, ovvero “fuggire”. Ci dimostra che i finali sono fuggevoli. Magari li detestiamo. Magari li temiamo. Tuttavia, non ce n’è bisogno. Come i tramonti, i finali possono essere belli. Il giorno dopo il sole sorge ancora, perché non esistono finali, solo nuovi inizi.

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