L'importanza dei TRIGGER WARNING. Pensieri su ICEBREAKER di Hannah Grace
Quando compro un libro, molte volte vado di pancia, il classico acquisto compulsivo. Le altre volte, complice il BookTok, sono più cauta, non riuscendo a leggere subito i tanti esaltati casi editoriali. Quindi cerco di informarmi, di capire se quel libro rientra effettivamente nei miei gusti. Ho la fortuna di essere grande (non fatemi dire vecchia, dai), di avere un'esperienza ventennale come lettrice e di capire da pochi dettagli se il libro merita la mia attenzione.
Icebreaker aveva fatto suonare tutti i miei campanelli da lettrice. Sport romance? C'è. Lei pattinatrice artistica, lui capitano della squadra di hockey. Enemies to lovers? Eccome se ce n'è! Anastasia odia fin dal primo istante il povero Nate che, al contrario, rimane affascinato. Lei, fin da subito, si ha l'impressione che sia un'algida principessina fatta di ghiaccio. Ha ben chiaro cosa vuole, ovvero far parte della nazionale artistica, e fa di tutto per non distrarsi. Cerca di organizzare tutto nei dettagli, il suo planner è una delle cose più importanti della sua vita, senza si sente persa. Lui, invece, deve affrontare l'ultimo anno prima della laurea, ha ereditato la fascia da capitano e vuole adempiere al meglio ai suoi obblighi. Questo mostra al meglio il suo animo buono, la voglia di sistemare i problemi, essere un appoggio per tutti. Non sembrano avere troppo in comune, eppure si incastrano benissimo.
Vedere gli sforzi di Nate anche solo per entrare nelle sue grazie è rinfrancante, così come mi è piaciuto che lei non sia capitolata subito. La storia, forse quel pizzico di spicy di troppo (in alcuni passaggi mi è sembrato forzato), è godibile, scorrevole, l'autrice alterna momenti ilari ad altri di profonda riflessione. Una lettura consigliata a pieni voti? Ni.
Anastasia vive cose che non dovrebbe affrontare nessuno. Ma, nell'arco della storia, ho avuto l'impressione che vengano minimizzati. Come se il problema con l'alimentazione o un comportamento passivo aggressivo da parte di un amico siano di poco conto. Magari dando più rilevanza alla parte spicy. Non voglio passare per bigotta perché non lo sono, ma avrei preferito rimuovere una scena erotica a favore di una seduta di terapia in più, per capire al meglio cosa sia giusto.
A volte basta poco per consegnare al lettore, ogni tipo di lettore, un prodotto valido. Questo è uno scivolone che poteva e doveva essere evitato.
Icebreaker aveva fatto suonare tutti i miei campanelli da lettrice. Sport romance? C'è. Lei pattinatrice artistica, lui capitano della squadra di hockey. Enemies to lovers? Eccome se ce n'è! Anastasia odia fin dal primo istante il povero Nate che, al contrario, rimane affascinato. Lei, fin da subito, si ha l'impressione che sia un'algida principessina fatta di ghiaccio. Ha ben chiaro cosa vuole, ovvero far parte della nazionale artistica, e fa di tutto per non distrarsi. Cerca di organizzare tutto nei dettagli, il suo planner è una delle cose più importanti della sua vita, senza si sente persa. Lui, invece, deve affrontare l'ultimo anno prima della laurea, ha ereditato la fascia da capitano e vuole adempiere al meglio ai suoi obblighi. Questo mostra al meglio il suo animo buono, la voglia di sistemare i problemi, essere un appoggio per tutti. Non sembrano avere troppo in comune, eppure si incastrano benissimo.
Vedere gli sforzi di Nate anche solo per entrare nelle sue grazie è rinfrancante, così come mi è piaciuto che lei non sia capitolata subito. La storia, forse quel pizzico di spicy di troppo (in alcuni passaggi mi è sembrato forzato), è godibile, scorrevole, l'autrice alterna momenti ilari ad altri di profonda riflessione. Una lettura consigliata a pieni voti? Ni.
Mi ha insegnato che comunicare non significa che tutto è sempre perfetto e senza disaccordi. Significa lavorare sulle cose imperfette e, se non ci troviamo d’accordo, quantomeno sappiamo perché l’altro si sente in un determinato modo, anche se non cambieremo idea. Siamo comunque due individui, ma due individui uniti, e non sapevo che una relazione potesse essere così.
Perché a mio avviso manca qualcosa di grosso e fondamentale. I trigger warning. La copertina, la trama, l'intera promozione da parte della casa editrice, tutto porta a credere di leggere un libro adatto a tutti. Giovani e meno giovani, lettori esperti o acerbi. Eppure, soprattutto per chi non ha un occhio lungo, i TW sono necessari prima di comprare il libro. Ah, piccola nota: nella versione originale è presente un avviso.
Quando si trattano argomenti delicati, come i problemi di alimentazione o le relazioni tossiche, andrebbe indicato. Perché, se spingiamo un determinato libro soprattutto tra i giovani (questo tipo di cover attrae molto più un ragazzo che un adulto), dobbiamo ben tenere a mente che hanno bisogno di capire, anche tramite le storie, cosa sia giusto e cosa no. Come affrontare determinati problemi, come esorcizzarli. Per non farli sentire soli. Sbagliati. O, peggio ancora, come se questa tipologia di problemi non siano da combattere.Anastasia vive cose che non dovrebbe affrontare nessuno. Ma, nell'arco della storia, ho avuto l'impressione che vengano minimizzati. Come se il problema con l'alimentazione o un comportamento passivo aggressivo da parte di un amico siano di poco conto. Magari dando più rilevanza alla parte spicy. Non voglio passare per bigotta perché non lo sono, ma avrei preferito rimuovere una scena erotica a favore di una seduta di terapia in più, per capire al meglio cosa sia giusto.
A volte basta poco per consegnare al lettore, ogni tipo di lettore, un prodotto valido. Questo è uno scivolone che poteva e doveva essere evitato.
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