Review party: "Una promessa in riva al lago" di Carley Fortune


Un romanzo nostalgico, malinconico, ma anche fresco, delicato e puro in cui perdersi dentro un’atmosfera che sa di attesa e di riconoscimento.

Mamma è morta e io sono qui

Tutti noi occupiamo uno spazio nella vita degli altri, qualcuno occupa un angolino, qualcun altro, quelli che amiamo e ci amano, si estendono in un luogo indefinito, li ritroviamo fino ai confini della nostra stessa esistenza e quando muoiono non abbiamo più spazio da occupare. Rimaniamo stretti nel nostro dolore come fosse una prigione e abbiamo bisogno di essere liberati.

Fern Brookbanks ha perso sua madre e si è trasferita nel resort di famiglia nel tentativo di ricostruire i pezzi della propria esistenza e di ritornare a vivere. Non è facile. Lo sappiamo e lo vediamo subito. In suo soccorso arriva Will Baxter, vecchia conoscenza della ragazza, chiamato dalla madre come consulente di marketing per risollevare l’attività.

Ma Will porta con sé l’anima dell’artista, in questa veste lui e Fern si erano conosciuti ben nove anni prima mentre lui stava dipingendo un murale nella caffetteria dove lavorava lei. Così il filo conduttore finisce inevitabilmente per snodarsi su due piani temporali, passato e presente e la domanda davanti alla quale sono stata immediatamente posta come lettrice è: sarà abbastanza forte il passato da riproporsi nei sentimenti dei protagonisti? E il presente riuscirà a superare il cuore spezzato per un appuntamento con il destino che sembra aver perso il treno giusto?

Cosa significa per te questo incarico?

Will non risponde subito a questa domanda che rimane sospesa per un bel po’. Si svelerà con calma, al ritmo di due cuori che hanno bisogno di tempo per tornare ad ascoltare la stessa musica.

Perdonare e perdonarsi è complicato, è una strada tortuosa, un percorso lungo e non necessariamente privo di ostacoli. Per farlo bene Fern dovrà ripercorrere le tappe di un rapporto quasi ossessivo in cui ogni istante trascorso ha mantenuto l’impronta dei posti visitati insieme a Will.

Ci sono quattro protagonisti per buona parte della storia, racchiusi in due persone sole. I flash che si susseguono tra le pagine non sono legati soltanto al salto temporale ma anche a punti fermi che permangono nel cambiamento.

Si cresce, ci si evolve, i sogni si modificano, spesso si riducono, a volte vengono totalmente stravolti, ma ci sono dei punti fermi tra l’io in crescita e l’io maturo che rimangono come segni particolari in ognuno di noi.

La ricostruzione di un rapporto è complicata non tanto per i sentimenti, quelli sono facili da spolverare quando si riesce a essere sinceri con se stessi. Ciò su cui è necessario invece lavorare con attenzione è la fiducia. Riguadagnarla una volta che la si è persa non è una missione semplice.

Fern ha bisogno di fidarsi di Will su più livelli e anche se il nostro artista sembra essere quello che ha meno da perdere non mancherà di sorprenderci, dimostrandosi capace di intercettare le ansie e trasformarle ogni volta in una poesia diversa fino a superare il distacco dalla realtà e acquisire un nuovo status che grida stabilità, permanenza, per sempre.

Questo romanzo è una seconda possibilità in ogni senso possibile del termine. Protagonista assoluta è dunque la ricerca di quel perché, di quel significato che si cela dietro al ritorno di Will e che fa capolino tra i ricordi rimescolando la sorte che sembra divertirsi un bel po’.

È fluido e intrigante anche il concetto di casa staccato dal luogo fisico e appartenente più alla sfera dei desideri che cozzano con una volontà in divenire, divisa per entrambi tra il senso del dovere verso la famiglia e il rispetto dovuto ai propri sogni.

Non è facile essere Fern.

Non è facile essere Will.

Due vite complicate che per intrecciarsi veramente hanno bisogno di molti compromessi che coinvolgono anche altre persone.

La paura di fare un buco nell’acqua e dover tornare indietro percorrendo la stessa sofferenza della prima volta sarà il freno di una ragazza che ha reso per tanti anni il cuore inaccessibile.

La rabbia, come spesso accade sarà il motore in grado di produrre ironia, coraggio e intraprendenza e in grado di capovolgere gli eventi in favore del lieto fine.

Accanto alle due linee temporali c’è anche un’altra storia intrigante che viaggia tra le righe del romanzo e che è legata alla madre di Fern che mostrerà la via di un legame autentico che non ha bisogno di riconoscimenti, senza sentenze o urla, senza parole, perché quel tempo è passato e ora sono i fatti a fare la differenza, o meglio i ricordi.

Una lettura in crescendo per tutta la seconda metà. Uno stile semplice, elegante e una trama articolata al punto giusto da regalare un piacevole pomeriggio di lettura.

È strano quanto ami quel grembiule



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