"I divoratori di libri" di Sunyi Dean
Attirata da trama e cover, ho deciso di intraprendere il viaggio insieme a Devon e Cai attraverso l’Inghilterra e la Scozia. Devon ha ventinove anni, è una donna alta e magra ed è la mamma di Cai, un bimbo di cinque anni ed entrambi hanno una particolarità che li distingue: lei è nata divoratrice di libri, lui è nato divoratore di menti.
Qui bisogna fare un piccolo passo indietro e spiegare un minimo: sparse per la Gran Bretagna, ci sono sei Famiglie di divoratori di libri, ci sono più maschi che femmine, e quest’ultime sono - per il momento - l’unico modo per la sopravvivenza della specie. Le famiglie hanno gerarchie, sono impostate sul patriarcato data anche la scarsa nascita di femmine. Ogni famiglia è obbligata a combinare matrimoni tra di loro poiché non possono avere documenti che li identifichino, quindi non hanno alcuna possibilità di uscire dal paese.
I matrimoni sono gestiti dai Cavalieri, divoratori di libri anch’essi, e dai Draghi, i divora menti diciamo “addomesticati” che fanno il lavoro sporco. Ogni donna che raggiunge la maggiore età è obbligata a contrarre matrimonio con un membro sconosciuto di una delle sei Famiglie e procreare un erede, crescerlo fino al compimento dei tre anni, abbandonare il figlio e far ritorno alla propria famiglia d’origine.
La Devon bambina è stata cresciuta in una bolla di sapone, credeva di essere come una principessa delle favole, credeva di avere un trattamento di riguardo perché essere donna tra i divoratori di libri è un privilegio… la Devon adulta ha capito che le bolle di sapone scoppiano con una facilità disarmante, ha capito a proprie spese che essere accondiscendente, rispettare le regole, essere come gli altri la vogliono non serve a nulla. Perché lei non vuole abbandonare il suo bambino, vuole rimanere, essere madre è tutto ciò che le colma il vuoto che ha dentro.
La realtà è che agli altri non importa nulla di lei e la sua natura di ribellione e fuga, che già aveva creato problemi in precedenza, è l’unica opzione che ha per salvare se stessa e soprattutto Cai.
Ammetto che scrivere la recensione di questo libro mi risulta complicato, ci sarebbero da dire centinaia di cose ma sarebbero spoiler e finisce che vi rovino la lettura. Quello che posso dirvi è che per dieci minuti ho invidiato la dentatura per mangiare i libri perché, diciamocelo pure, che assimilare le nozioni solo mangiando i libri sarebbe stata la soluzione ideale per quando andavo a scuola! Quanto tempo avrei evitato a studiare!!
Per questo libro, la chiave di tutto è l’amore in generale, quello di un genitore nello specifico: Devon ha capito di essere disposta a tutto per suo figlio nel momento esatto in cui è diventata mamma (e sì, sto omettendo di nuovo dettagli per evitare spoiler). Ha mangiato libri a volontà, a rischio di sovraccaricare il suo cervello pur di sapere come muoversi tra gli umani, ha procurato il “cibo” a Cai, pentendosi ogni secondo ma non avendo ancora a portata di mano la soluzione. Il vero significato di famiglia è quello che hanno loro due e sacrificare se stessa o chiunque altro è la sola cosa che può fare.
Non è una lettura leggera, per me parte con un ritmo lento e ci ho messo un po’ ad ingranare, ma è l’unica soluzione per dare modo al lettore di capire la struttura delle famiglie dei Cavalieri e dei Draghi. La storia è divisa tra passato e presente e non si può far a meno di constatare come la protagonista cambi nel corso della lettura.
È un fantasy con vene lgbt senza mai cadere nel volgare anzi, la quella parte è quasi in secondo piano, lo completa una spruzzatina di suspense che, diciamocelo, non deve mai mancare.
Commenti
Posta un commento