Review Party: "Love island" di Lea Landucci

 

 Un foglio di carta appallottolato anche se dovesse essere stirato con tutta l’energia possibile non tornerà mai perfettamente liscio, rimarrà sempre leggermente stropicciato, come il cuore di chi è stato ferito.

L’amore è un sentimento inutile e sopravvalutato.

Viola ha il cuore distrutto, chiuso. Ed è una scrittrice. La scrittura è un’arte molto legata ai sentimenti e spesso chi scrive trae benefici dalla sua attività che aiuta ad affrontare le situazioni più pesanti. Ma affrontarle non sempre vuole dire superarle.

La sfida a cui dovrà sottoporsi Viola sarà quella di scrivere una commedia romantica in due mesi di tempo. Da questo romanzo dipende tutta la sua carriera e di conseguenza la sua vita. Un genere che non la ispira più dopo la delusione ricevuta a un passo dall’altare.

Entriamo così nel mondo della scrittura. Un mondo fatto di rituali quasi magici e di atmosfere particolari, difficili da comprendere per chi quel mondo lo ha sempre immaginato come abitato solo dallo scrittore e dalla sua storia.

È tutto perfetto, nella configurazione che preferisco in assoluto per lavorare: la casa è vuota, la mia camera è ordinata, spolverata e profuma di pulito. L’aroma di tè verde bollente con arancia, cannella e miele mi solletica le narici dalla tazza termica appoggiata accanto alla tastiera, vicino alla mia Yankee Candle al profumo di cupcake alla vaniglia. Molly sta dormendo nella cuccia accanto alla mia sedia ergonomica antistress. Sta russando di sicuro, ma non la sento grazie alle mie cuffie antirumore super professionali.

C’è tutto, la situazione sembra perfetta, eppure Viola non riesce a scrivere. Qualcosa la blocca e le impedisce di trovare il proprio equilibrio e di ritrovarsi in mezzo alle parole. Vive e ci fa vivere una situazione di disagio intenso e profondo.

La soluzione ha la forma di una minuscola isoletta che profuma di mare e di solitudine. Un luogo dove raccogliere i propri pensieri e farne ispirazione per la scrittura. Un luogo di pace anche per Nicholas che deve riprendersi le relazioni importanti della propria vita e per farlo ha bisogno di rimettere in discussione le proprie priorità.

È un romanzo molto concreto all’interno di un genere che spesso cade vittima dell’irrealtà e della fantasia un po’ troppo accesa ed esageratamente spostata verso il lieto fine. È quasi come se per questa bravissima autrice non fosse importante la chiusura felice quanto il percorso che i personaggi fanno per arrivarci.

Viola è empatica fin da subito e l’ironia con cui ci viene restituita non può che rendercela particolarmente simpatica e piacevole. Nicholas ha fatto un po’ più fatica a entrare nelle mie corde ma questo perché l’intensità del suo carattere si è scontrata spesso con la mia istintiva semplificazione. Un personaggio maschile decisamente convincente.

Più piani di narrazione si sovrappongono e portano vivacità dentro la trama che non smette mai di provocare curiosità in me lettrice.

Non si possono non menzionare Vasco e Anna, personaggi secondari, portatori sani di allegria e importantissime riflessioni come ad esempio l’importanza di saper chiedere aiuto agli altri in caso di necessità.

Adoro questo posto con ogni singola fibra del mio essere.

In questa manciata di parole che, portate fuori dal contesto, sembrano non avere nessun significato particolare, si gioca una partita importante tra l’aspettativa e la realtà che il cuore si trova ad affrontare.

L’amore fa uno strano giro anche questa volta prima di arrivare al cuore di questi giovani e un po’ anche a quello di noi lettrici che pazienti ridiamo, sospiriamo, aspettiamo.



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