STORIA D'INVERNO di MARK HELPRIN - Le recensioni di Annalisa





Eh no, non vi parlo del film.
Perchè sicuramente a questo avete pensato...a quella trasposizione meravigliosa con Colin Farrell e Russell Crowe uscita a San Valentino di non ricordo nemmeno quando.
Ho letto recensioni a 5 stelle su questo film (che film avete visto???)...e il libro da cui è tratto? 1 stella.
"Troppo descrittivo".
"Noioso".
"Sconclusionato".
"Parole inutili".
Ad ogni recensione negativa il mio cuore perdeva un battito. Davvero siamo lettori abituati così male da non apprezzare più le descrizioni evocative? Da non essere più curiosi? Da non avere più fantasia per andare oltre allo spessore di un libro?
Insomma...il tempo da dedicare ad un libro vale davvero solo una "sveltina" di poche pagine e via?
Mi viene in mente che proprio in questo libro uomini e donne che non sanno vedere oltre vengono descritti così:
"Il mondo è pieno di fannulloni tonti che hanno paura dei poteri del cuore"
Non voglio credere che siamo così impauriti di provare qualcosa di più leggendo un libro, per questo ho deciso di recensirlo. Spero di offrirvi un punto di vista diverso su uno dei pilastri della letteratura fantasy americana degli ultimi trentanni.

PREMESSA: per capire questo libro bisogna inquadrarlo davvero in un periodo storico.
Il libro esce nel 1983, in un' America ancora giovane. Piena di difficoltà sociali, economiche e morali. In cui la vita aveva un diverso valore a seconda della classe sociale. Un mondo in cui il realismo era l'unica via e dove il tempo doveva essere sfruttato solo per emergere.
Tenete a mente questo e già così guarderete questo libro con occhi diversi.

TRAMA.



Peter Lake è un ladro. Un ladro nella Manhattan dei primi del Novecento in cui la guerra tra bande regala ogni mattina un mucchio di cadaveri a Five Points sul fronte del porto e in luoghi insoliti come campanili, collegi femminili e magazzini di spezie. Peter lavora in proprio, e perciò non interessa più di tanto alle forze dell'ordine sguinzagliate contro il grande crimine. Sta particolarmente a cuore, invece, ai Coda Corta, una dozzina di sgherri guidati dal feroce Pearly Soames. Pearly ha occhi lucidi e argentei simili a lame di rasoio e una cicatrice che gli solca il viso dall'angolo della bocca all'orecchio. È un criminale e, come tutti i criminali, vuole oro e argento, ma non per amore della ricchezza alla maniera di volgari rubagalline. Li vuole perché brillano e sono puri. Affascinato dai colori, legge i giornali e i cataloghi delle aste, e capeggia i Coda Corta giusto per trafugare opere d'arte "degne di lui", importate dall'Europa a bordo di lussuosi panfili. Il campo di manovra è troppo ristretto e la posta in gioco troppo alta perché Pearly Soames possa tollerare la presenza di Peter Lake a Manhattan. Avvezzi come sono all'omicidio e alla corruzione, i suoi Coda Corta l'avrebbero eliminato da un pezzo, se il ladro non avesse un prezioso alleato: un cavallo che sembra una statua eroica, un enorme monumento bronzeo, capace di balzi strabilianti, voli di sei metri di lunghezza e due e mezzo di altezza.

RECENSIONE.



Le mie parole non eguaglieranno mail la recensione che il New York Times fece a questo libro nel 1983 - "...Era da molto tempo che non leggevo uno scritto così divertente, profondo , appassionato e con un'anima. Letto nel modo giusto potrebbe ispirarci oppure confortarci. Storia d'Inverno è un grande dono, in un momento in cui ne abbiamo davvero bisogno ."- (articolo completo direttamente dagli archivi del giornale: cliccando QUI), ma ci proviamo.

La storia comincia negli ultimi anni del diciannovesimo secolo per poi saltare temporalmente in avanti fino agli anni 2000. New York è protagonista viva di questa storia in cui realtà e sogno si mischiano sapientemente creando l'illusione di un mondo in bilico tra realismo e utopia.
Lo stile descrittivo dell'autore scorre piacevole, se lo pensiamo come ad una voce che cerca di rapirci per farci vedere il suo mondo. Il simbolismo è potente,forte e ricorrente, tanto che spinge i lettori curiosi a farsi domande, a cercare il significato nascosto, a voler andare avanti.
A volte ci si perde, ma New York è anche questa. D'inverno è così magica...ed allo stesso tempo fredda. Ma viva, in movimento. Come i protagonisti di questa favola. 

E come ogni favola questo libro insegna alle persone che lo leggono molte cose.
A riconoscere la verità.
"Non c’è bisogno che tu mi creda. Mi sta bene anche se non mi credi. La bellezza della verità è che non ha bisogno di essere proclamata o creduta. Scivola da un’anima all’altra, mutando forma ogni volta che sfiora qualcosa, ma è ciò che è, io l’ho vista, e un giorno la vedrai anche tu."

Ad apprezzare ogni possibilità di essere felici che ci si presenta davanti, perchè il tempo scorre e non si può vivere di rimpianti in un tempo passato.
"Il tempo è stato inventato perché non riusciamo a cogliere con un’occhiata la tela enorme e particolareggiata che ci è stata data, sicché la esploriamo, in modo lineare, pezzo per pezzo."

A credere in qualcosa di "più", perchè un mondo fatto solo di logica e concretezza smetterebbe di sperare, di scoprire, di sognare, di vivere.
"Sentiva di conoscere le stelle. Come se fosse già stata in mezzo a loro, o come se ne avrebbe presto fatto parte."

Ad essere utili nel nostro piccolo, perchè il cambiamento parte da noi.
"Ci sono uomini che si muovono attraverso la storia senza lasciare traccia di sé, anche se possono cambiare il mondo."

A vedere la bellezza di quello che abbiamo e che ci circonda.
"Stavano ballando intorno alla fontana, l'uno tra le braccia dell'altro, un'antica danza tedesca, le loro guance si toccavano, le loro mani erano intrecciate.
Solo che non c'era la musica; erano loro che canticchiavano. Non avevano nessuna ragione per ballare se non quella che era una notte eccezionalmente bella."

E poi insegna due grandi verità, che ritroviamo in ogni romanzo che si rispetti.
La prima, che L'amore, quello vero, non muore quando muoiono le persone...Esso sopravvive oltre il Tempo.

"Nulla dura in eterno, nulla, neppure il suo amore per te". 
"L’amore trapassa da un’anima all’altra. Dura in eterno. Ma che ne sai, tu, di queste cose". 
"Magari potrei saperlo. Ti stupiresti, se sapessi quante cose ho imparato. Ti concedo che l’amore trapassa da un’anima all’altra, ma tu devi concedere a me che si tratta di un bene circoscritto, limitato, e che, via via che trapassa, lascia qualche anima senza difese e abbandonata a se stessa". "Non lo credo. Secondo me, donando nulla va perduto".

E la seconda, che conclude il romanzo, è che non ci può essere il bene senza il male, nè luce senza buio. Sono gli equilibri della vita...e la libertà di scegliere da che parte vedere il mondo è solo nostra.

"La crudeltà e la freddezza erano forze quasi fisiche. Agendo sul cuore, lo facevano sobbalzare e percepire. Purificavano le motivazioni e mettevano alla prova l’anima con inesorabile certezza. Immagini e persone dovevano essere abbastanza forti da reggersi da sole. Perché quando lo facevano, avevano la capacità e il potere di concatenarsi e di essere utili."


Inutile dirvi che per me 5 piume sono poche.
Leggete questo libro. Andate oltre le apparenze. E credete a un'altra grande verità che svela questo libro:
"I libri hanno il potere di fermare il tempo".



Commenti

Post più popolari