Maybe Now di Colleen Hoover - Capitolo 2

Disasters nuovo appuntamento con la Dea Hoover!
Si tratta del secondo capitolo, dal punto di vista di Maggie alle prese con l'ansia da primo appuntamento. Devo dire che la sto lentamente rivalutando...

Vi ricordo che si tratta di una traduzione libera e amatoriale e che potete trovare il testo in lingua originale qui. Siete pregati di non copiare! Grazie.


Capitolo 2 – Maggie
Penso alla morte ogni minuto di ogni ora di ogni giorno della mia vita. Sono piuttosto positiva riguardo alla morte, molto più di quanto lo siano le persone in media.
È difficile non esserlo quando sai che ti è stata data una frazione del tempo che chiunque altro sulla Terra ha a disposizione.
Avevo dodici anni quando ho iniziato a cercare la mia diagnosi. Nessuno mi aveva mai messa a sedere e spiegato che la Fibrosi Cistica ha una data di scadenza. E non una data di scadenza sulla malattia, ma sulla mia vita.
Da quel giorno, a soli dodici anni, guardo alla vita in modo completamente diverso da come facevo prima. Per esempio, quando sono nella sezione cosmetici di un negozio, guardo all’età indicata sulla crema e so che non ne avrò mai bisogno. Sarò fortunata se sulla mia pelle inizieranno a formarsi delle rughe prima che io muoia.
Nella sezione alimentari guardo la data di scadenza sul cibo e mi chiedo chi dei due durerà di più. Io o la mostarda?
A volte ricevo inviti per un matrimonio che si terrà l’anno dopo e cerchio la data sul calendario, chiedendomi se la mia vita durerà più del fidanzamento della coppia.
Guardo anche i bambini appena nati e penso alla morte. Sapere che non vivrò mai abbastanza per vedere mio figlio crescere e diventare adulto mi ha fatto annullare qualsiasi desiderio di avere un bambino.
Non sono una persona depressa. Non sono nemmeno triste per il mio destino. L’ho accettato molto tempo fa.
La maggior parte delle persone vivono la loro vita come se potessero campare cent’anni. Pianificano le loro carriere, le loro famiglie, le vacanze e il loro futuro come se potessero fare tutto questo. Ma i miei pensieri funzionano diversamente da quelli della maggior parte delle persone, sapendo che non ho l’opzione di fingere che vivrò cent’anni. Perché non succederà. Basandomi sullo stato attuale della mia salute, sarei fortunata se vivessi altri dieci anni. Ed è precisamente per questo motivo che penso alla morte ogni minuto di ogni ora di ogni giorno della mia vita.
Fino ad oggi.
Fino al momento in cui sono saltata da un aereo e ho guardato giù a una terra che sembrava così insignificante da farmi ridere. E non potevo smettere di ridere. Mentre cadevamo, io ho riso istericamente tutto il tempo finché non ho iniziato a piangere, perché l’esperienza è stata bella e esilarante e molto migliore di quanto avrei immaginato. Per tutto il tempo in cui precipitavamo verso terra a una velocità di oltre 100 miglia orarie, non ho pensato una sola volta alla morte. Riuscivo solo a pensare a quanto fossi fortunata per essere stata capace di sentirmi così viva.
Le parole di Jake continuavano a ripetersi nella mia mente mentre mi stavo spingendo contro il vento. “Questo è vivere!”
È giusto. Non ho mai vissuto così tanto e voglio farlo ancora. Saremo atterrati a malapena da un minuto. L’atterraggio di Jake è stato impeccabile, ma io sono sempre allacciata a lui e siamo seduti sul terreno, con i piedi per terra davanti a me, mentre cerco di riprendere fiato. Apprezzo il fatto che mi stia dando un momento per assorbire tutto.
Inizia a slacciarci e si alza. Sto ancora seduta quando si sposta davanti a me e blocca il sole con la sua altezza. Alzo lo sguardo su di lui e sono un po’ imbarazzata perché sto ancora piangendo, ma non abbastanza da provare a nasconderlo.
“Be’?” chiede porgendomi una mano. “Com’è stato?”
Prendo la sua mano e mi tira su mentre mi asciugo le lacrime con l’altra mano. Tiro su con il naso e sorrido. “Voglio farlo ancora.”
Ride. “Adesso?”
Annuisco vigorosamente. “Sì. È stato incredibile. Possiamo rifarlo?”
Scuote la testa. “L’aereo è prenotato per il resto del pomeriggio. Ma posso metterti in programma per il mio prossimo giorno libero.”
Sorrido. “Sarebbe perfetto.”
Jake mi aiuta a rimuovere l’imbracatura e io gli passo il casco e gli occhiali. Andiamo dentro e mi libero dell’attrezzatura. Quando torno al bancone all’ingresso Jake ha stampato le foto e scaricato il video della caduta per me.
“Lo invierò all’indirizzo mail che hai inserito nel modulo” dice passandomi una cartella con le immagini dentro. “L’indirizzo sul tuo modulo è il tuo indirizzo di casa corretto?”
Annuisco. “Sì. Dovrei aspettarmi qualcosa nella posta?”
Sposta lo sguardo dal computer e mi sorride. “No, ma puoi aspettarti me davanti alla tua porta stasera alle sette.”
Oh. Era serio sul festeggiare stasera. Va bene allora. Divento improvvisamente nervosa. Ma non reagisco. Sorrido e dico “Sarà un festeggiamento formale o informale?”
Ride. “Potrei prenotare da qualche parte, ma onestamente sono più il tipo da pizza e birra. O hamburger o tacos o qualsiasi cosa non richieda una cravatta.”
Sorrido sollevata. “Perfetto” dico, lasciando il bancone. “Ci vediamo alle sette. Cerca di non fare tardi.”
Mi giro e cammino fino alla porta, ma prima che esca lui dice “Non farò tardi. A dire il vero penso che arriverò presto.”
***
Ridge e io siamo usciti insieme così a lungo che non ricordo l’ultima volta che sono stata sotto stress per cosa indossare a un appuntamento. A parte la sua infatuazione per i reggiseni con apertura frontale, non penso che Ridge abbia mai fatto caso al tipo di biancheria che indossavo. Ma eccomi qui, a frugare nei cassetti, cercando qualcosa che si abbini o non abbia buchi o non sembri fatto su misura per una nonna.
Non posso credere che non ho nessun paio di mutandine carine.
Apro il cassetto in basso dove metto tutto ciò che per qualche motivo non indosserò mai. Passo da calzini spaiati e mutande-scherzo fino a raggiungere qualcosa che mi fa dimenticare completamente della mia ricerca.
È un foglio di carta. Non devo aprirlo per sapere cos’è, ma vado sul letto e lo apro comunque. Mi siedo e fisso la lista che ho iniziato a scrivere dieci anni fa, quando avevo solo quattordici anni.
È una lista dei desideri, sebbene all’epoca non conoscessi il significato del termine “lista dei desideri”. Motivo per cui l’avevo chiamata “Cose che vorrei fare prima dei diciotto anni”. La parte “prima dei diciotto anni” è cancellata perché ho passato il mio diciottesimo compleanno in ospedale. Quando sono tornata a casa, ero amareggiata con il mondo intero per non essere riuscita a cancellare niente dalla mia lista. Perciò cambiai la parte finale del titolo in “Cose che voglio fare. Forse uno di questi giorni…”
Ci sono solo nove cose nella lista.
1) Guidare una macchina da corsa
2) Fare paracadutismo
3)  Vedere l’aurora boreale
4)  Mangiare spaghetti in Italia
5)  Perdere 5000 dollari a Las Vegas.
6)  Visitare le caverne di Carlsbad.
7)  Fare bungee jumping
8) Avere un'avventura da una notte
9)  Visitare la Torre Eiffel a Parigi
Guardo la lista e realizzo che delle nove cose in cui speravo da ragazzina, ne ho fatta solo una. Ho fatto paracadutismo. E non l’ho fatto fino ad oggi, eppure è stato il miglior momento della mia vita.
Raggiungo la storia di una sola notte. Cerchio la seconda cosa dalla mia lista.
Ne rimangono ancora otto. E onestamente sono tutte fattibili. Forse. Se riesco a evitare di ammalarmi mentre viaggio, ogni cosa in questa lista è fattibile. La numero otto potrebbe addirittura essere fattibile stasera.
Non so come si sentirebbe Jake sapendo di essere un oggetto sulla mia lista dei desideri, ma non penso che si lamenterebbe dell’essere l’altra metà della mia avventura di una notte. Non lascerò che venga niente dall’appuntamento di stasera comunque. L’ultima cosa che voglio è un’altra situazione in cui mi sentirei un peso per qualcuno. L’idea di essere l’irresistibile avventura di una notte per qualcuno mi fa sentire più eccitata della prospettiva di essere la fidanzata terminale di qualcuno.
Piego la lista e la metto nel cassetto del mio comodino. Torno davanti all’armadio e prendo un paio di mutandine a caso. Non mi interessa di come sembrino. Se tutto va come programmato, non dovrò nemmeno indossarle così a lungo da lasciare che Jake le osservi. Mi sto infilando i jeans quando ricevo un messaggio.
Ridge: Missione compiuta
Sorrido quando leggo il messaggio. Sono passati diversi mesi da quando ci siamo lasciati, ma Ridge e io ci scambiamo ancora qualche messaggio ogni tanto. Per quanto sia stata dura vedere la nostra relazione finire in modo così inaspettato, sarebbe stato ancora peggio perdere la sua amicizia. Lui e Warren sono gli unici due amici che abbia avuto negli ultimi sei anni della mia vita. Sono grata che anche se la nostra relazione non ha funzionato, la nostra amicizia rimanga. E sì, è strano parlare di Sydney con lui, ma Warren mi ha tenuta aggiornata su tutte le cose di Ridge, anche nelle aree che non avrei voluto conoscere. Ma in tutta onestà, voglio che Ridge sia felice. E per quanto fossi arrabbiata quando ho scoperto che aveva baciato Sydney, mi piace la ragazza. Non è arrivata con cattive intenzioni, cercando di rubarlo. Noi due andavamo d’accordo e so che entrambi hanno provato a fare la cosa giusta. Ma non sono sicura che arriveremo a un punto in cui usciremo tutti insieme come amici. Sarebbe troppo strano. Ma posso almeno essere felice se Ridge è felice. E da quando Warren mi ha detto del loro piano per far andare Sydney al bar la scorsa notte, così da permettere a Ridge a stare con lui, sono stata curiosa di come sarebbe andata a finire. Avevo detto a Ridge di mandarmi un messaggio se il loro piano avesse avuto successo, ma non credo di volere i dettagli. Posso accettare che sia parte della sua vita adesso e sono felice per lui. Ma non credo che vorrò mai i dettagli.
Me: Fantastico, Ridge!
Ridge: Sì, sarà tutto ciò che diremo sull’argomento perché è ancora troppo strano parlarne con te. Novità sulla tesi?
Sono felice che la pensiamo allo stesso modo. E non posso credere che ho dimenticato di dargli la buona notizia.
Me: Sì, l’ho scoperto ieri. Ho preso un 5!
Prima che risponda sento bussare alla porta. Guardo l’ora sul mio telefono e sono solo le 6 e 30. Butto il telefono sul letto e attraverso il soggiorno per guardare dallo spioncino. Jake non stava scherzando quando ha detto che sarebbe arrivato presto. Non ho ancora finito di prepararmi.
Torno indietro, davanti allo specchio all’ingresso e urlo “Solo un secondo” mentre controllo il mio riflesso. Poi corro di nuovo indietro e guardo di nuovo allo spioncino.
Jake è in piedi davanti alla porta, con le mani nelle tasche dei jeans, che guarda il mio cortile mentre aspetta che apra la porta. È giusto un po’ surreale sapere che sto per andare a un appuntamento con questo tizio. È un fottuto cardio chirurgo! Perché è single? È davvero carino. E così alto. E di successo. E… quella è…
Apro la porta e esco fuori. “Cristo, Jake. È una Tesla?”
Non volevo essere maleducata, ma lo sorpasso per andare davanti alla sua auto. Lo sento sorridere dietro di me mentre mi segue.
Non sono una fanatica delle auto in nessun modo, ma una delle mie vicine esce con un ragazzo che guida una Tesla e mentirei se dicessi che non sono un po’ ossessionata con queste macchine. Ma non conosco la mia vicina abbastanza da chiederle di guidare l’auto del suo ragazzo.
Faccio scorrere la mano sull’elegante cofano nero. “È vero che non hanno motore?” giro attorno e Jake mi guarda divertito mentre guardo innamorata la sua auto invece che lui.
Annuisce “Vuoi vedere sotto il cofano?”
“Sì!”
Apre il cofano con la sua chiave e poi si sposta accanto a me per aprirlo.
Non c’è altro che un baule vuoto. Niente motore. Niente trasmissione. Niente. “Perciò non c’è nessun motore? Non devi riempirla di carbutante?”
Scuote la testa. “No. Non c’è nemmeno bisogno di cambiare l’olio. La sola manutenzione è quella ai freni e agli pneumatici”
“Come la carichi?”
“Nel mio garage.”
“L’attacchi alla presa la notte come se stessi caricando un telefono?”
“Praticamente sì”
Torno ad ammirare l’auto. Non posso credere che sto per guidare una Tesla. Sono due anni che volevo farlo. Se avessi aggiornato la mia lista dei desideri negli ultimi anni, questa sarebbe stata sicuramente una cosa che avrei cancellato stasera.
“Sono buone per l’ambiente” dice appoggiandosi al cofano. “Zero emissioni”
Alzo gli occhi. “Sì… sì, carino. Ma quanto va veloce?”
Ride e incrocia le gambe all’altezza delle caviglie. La sua voce è intenzionalmente bassa e seducente quando alza un sopracciglio e dice “Da zero a sessanta in due secondi e mezzo”.
“O mio dio”
Annuisce alla macchina. “Vuoi guidarla?”
Osservo l’auto e poi di nuovo lui. “Davvero?”
Il suo sorriso è dolce. “In realtà… lasciami fare una chiamata” dice tirando fuori il telefono. “Potrei riuscire a portarti a Harris Hill”
“Cos’è Harris Hill?”
Alza il telefono dal suo orecchio. “Una pista da corsa pubblica a San Marcos.”
Copro la bocca con una mano per tentare di nascondere l’emozione. Quante possibilità ci sono che cancelli la terza cosa dalla lista in un giorno?

Paracadutismo, guidare un’auto da corsa e una possibile avventura da una notte?

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