Le recensioni di Serena: "Tempi duri per i romantici" di Tommaso Fusari


Serena ora ci parla di un New Adult pubblicato da Mondadori a maggio dell'anno scorso... sarà rimasta soddisfatta dal libro di Tommaso Fusari? Basta continuare a leggere per scoprirlo!


Titolo: Tempi duri per i romantici

Autore: Tommaso Fusari

Editore: Mondadori

Genere: New adult

Data di pubblicazione: 2 maggio 2017

Prezzo: 6,99 ebook, 16,00 cartaceo


Sinossi

Stefano ha ventidue anni e una vita tranquilla. Simpatico, belloccio e con la battuta sempre pronta, divide il suo tempo tra le serate a Trastevere con gli amici, il lavoro che non ama particolarmente ma che gli permette di avere una casa tutta per sé, le polpette piene d'amore di mamma e la storia con Michela. Sembrerebbe andare tutto per il verso giusto eppure a Stefano qualcosa non torna. Non può fare a meno di sentirsi incompleto, fuori posto, fuori cuore. Stare con Michela gli ha fatto capire che "con una donna puoi ridere, mangiare, guardarci un film, scoparci tutta la notte, prenderci il caffè insieme e correre comunque il rischio di non amarla". Perché l'amore vero è un'altra cosa. E sta da un'altra parte. Allora succede che ritrovare un dischetto di cartone con sopra disegnato un pettirosso dia uno strattone alla sua vita costringendolo a ripensare a quando, dieci anni prima, era poco più che un bambino. E a ricordare quegli occhi scuri e profondi, quelle lentiggini che diventavano una costellazione, quel modo goffo e particolarissimo di tirarsi da parte i capelli rosso fuoco. Da quel momento niente ha più senso se non andare a cercarla, ovunque sia, rischiando di perdere tutto pur di ritrovarla. Lei, Alice, il pezzo mancante, la ragazzina che ti guardava in un modo che non sai spiegare, in un modo che ti sentivi subito a casa. Perché, davvero, certe volte perdersi diventa l'occasione unica e imperdibile per ritrovarsi. Perché "si possono dimenticare episodi, eventi, parole, canzoni, ma mai le persone che ci hanno fatto del bene".




Recensione

"Tempi duri per i romantici" è un romanzo pubblicato ormai più di un anno fa, ma che non avevo avuto ancora l’occasione di leggere.
L’autore, al suo esordio, ha creato un vero boom mediatico, tuttavia io non lo conoscevo e per dire tutta la verità non ne ero neppure tanto attirata dopo aver letto la trama, avevo paura che la scrittura fosse troppo d’impronta maschile, poco sensibile e delicata nel descrivere un sentimento nel suo sbocciare. Invece è stata una piccola sorpresa, il libro merita veramente di essere letto! La sensazione di stupore positivo che mi ha pervaso è risultata davvero piacevole, quindi non mi resta che consigliarvelo. Prima però è il caso che vi racconti qualcosa in più per incuriosirvi maggiormente.

I protagonisti di questa storia dolcissima sono Stefano ed Alice. Stefano ha 22 anni, vive la sua vita in modo semplice come molto ragazzi della sua età, ha un lavoro, un gruppo di amici affezionati, una famiglia amorevole ed una ragazza splendida, Michela, qualcosa però non gira nel verso giusto, gli manca qualcosa: vive alla giornata senza avere un vero scopo, senza sentire il cuore battere sincero, spesso si sente inetto e fallito, perché non trova un senso? Perché è solo apparenza! il lavoro che svolge è mantenuto solo per permettersi il piccolo appartamento un po’ malandato che possiede, ma in realtà è un lavoro che non gli piace per niente, fare il commesso per pochi euro al mese spesso lo porta a turni sfiancati, clienti troppo esigenti e ad una routine piatta e noiosa. Michela è una ragazza meravigliosa, piena di capacità e buone qualità, stravede per lui, è seria ed affidabile e vorrebbe pure impiantare le basi per una storia a lunga durata, ma lui non ha mai sentito le farfalle nello stomaco, le vuole bene, la ammira, riconosce quanto sia speciale ma non è il suo pezzo mancante. Spesso si domanda come sarebbe cambiare, lasciarsi tutto alle spalle, dare una scossa alla sua esistenza ma non fa mai nulla per cambiare lo stato della situazione, anzi aspetta che il destino faccia il suo corso, si fa trasportare inerme dal flusso degli eventi. Vigliaccamente si fa lasciare senza prendersi le sue responsabilità, aspetta sia la donna di turno a notare la sua freddezza e il non trasporto, e così succede appunto anche con Michela.
“C’è poco da fare, le donne lo sentono quando non le ami. A volte ci arrivano ancora prima di te. Ti danno addirittura la possibilità di arrivarci a tua volta, da solo, soffrendo in silenzio. Ma prima o poi si incrinano anche loro e si rompono in mille pezzi”.
Per fortuna a donare un po’ di brio e calore alla sua vita ci sono i suoi amici e la sua famiglia. Ciccio, Giancarlo, Fede, Off e Jacopo non lo abbandonando mai, formano un gruppo eterogeneo indispensabile per lui, ognuno ha sempre qualcosa da consigliargli, suggerirgli ma anche soprattutto da rimproverargli: spesso sono loro infatti che gli fanno aprire gli occhi lo fanno ragionare e riflettere. Sua madre e suo padre sono sempre disponibili nel momento del bisogno, anche se sono in una situazione economica precaria e non navigano nell’oro, ma fanno di tutto per supportarlo ed offrirgli sempre un nido caldo e sicuro nel quale rifugiarsi nei momenti di sconforto. Avranno degli attriti ed incomprensioni che porteranno ad allontanarsi, ma il bene che si vogliono non viene mai messo in discussione.
Stefano passa le serate nei locali romani, a divertirsi ed ubriacarsi con gli amici, adora la sua città, in ogni piccolo aspetto e particolare, tuttavia non è ancora riuscito a trovare la sua collocazione, si sente incompleto e fuori posto, vuoto ed inutile. Come può cambiare questa staticità se non fa nulla per rivoluzionarla?

Ancora una volta è il fato a decidere per lui, in un giorno che si trascina fiacco come un altro tra i vecchi ricordi d’infanzia trova un dischetto di cartone che rappresenta un pettirosso ed una gabbia, tirando due fili che si trovano all’estremità, l’uccellino viene imprigionato. Cos’ha di così prezioso questo oggetto per scuoterlo dal suo torpore? È un regalo di Alice, la bambina che fino ai 12 anni è stata la sua migliore amica, gli aveva regalato questo cartoncino e spesso fantasticavano sulla possibilità di rendere per sempre libero quel piccolo e delicato pettirosso. Vi starete chiedendo cosa ci sia di tanto speciale in tutto ciò... Beh... Per Stefano Alice è quasi un taboo, da quel giorno, in cui è partita senza dirgli nulla, non l’ha più né cercata né nominata, ma dentro di lui aveva nascosto il dolore e la frustrazione del suo abbandono. Ritrovare il suo regalo disseppellisce dalle ceneri tutto ciò che per ben 10 anni ha celato anche a se stesso.
“Tornò il dolore provato per la sua perdita e che non avevo mai confidato a nessuno. Tornarono anche i ricordi che con il passare degli anni erano sbiaditi sempre di più, mentre la mia vita cominciava a cambiare”.
Di ritorno dalle sue vacanze estive ad attenderlo nell’appartamento dirimpettaio alla sua finestra non aveva più trovato la sua compagna di giochi e merende, ma ad accoglierlo aveva scoperto solo buio e silenzio. Lo Stefano dell’epoca non aveva saputo darsi una spiegazione, si chiedeva dove fosse finita la sua amichetta, colei con la quale condivideva tutto, cibo, studio, felicità e dispiaceri, colei che lo affiancava nel suo tragitto fino a scuola, gli preparava dolci e biscotti con cui abbuffarsi, divideva il banco e pure il caldo lettino per proteggerla dai mostri nelle notti oscure.
Dopo il ritrovamento di quel dischetto dentro di lui scatta qualcosa, mille dubbi e domande affollano la sua mente, una strana agitazione lo pervade e sente finalmente nel petto un palpito, qualcosa di strano ed insolito per cui lottare e in cui credere. L’ unica soluzione per trovare un po’ di pace è cercare colei che scappando si è portata via anche un pezzettino di lui, colei che nel profondo non ha mai dimenticato, l’unica con cui abbia mai sentito un legame indissolubile. Sembra svanita nel nulla come uno sbuffo di vapore in una giornata umida, dopo tanto cercare ecco un indizio: Alice prima di fuggire aveva lasciato una lettera per lui, sua madre non l’ha mai consegnata, per proteggerlo da qualcosa di doloroso e più grande di lui aveva insabbiato ogni traccia, ma ciò non è bastato per recidere quel filo invisibile che li ha sempre uniti.

Stefano viene così a scoprire che a causa degli scontri di sua madre con il padre Alice con mamma si era trasferita a Torino, non era partita lasciandolo senza giustificazioni, anzi lo invitava a raggiungerla. Così, all'improvviso, spinto da un energia vitale mai provata non gli resta che partire per una nuova destinazione, lo aspetta un appuntamento, con un ritardo di ben un decennio. Non c'è più tempo da perdere. Le cose si complicano, adesso viene il bello: Alice lo starà ancora aspettando?
Come può trovarla in una città così vasta e a lui sconosciuta? Soprattutto come sarà diventata Alice?Sapranno colmare quell’ norme divario solcato dagli anni di distanza? Stefano con che faccia si ripresenterà così piombando a scompigliarle gli equilibri? lei come reagirà?

È stato veramente magnifico vivere con lui l’estenuante ricerca verso il suo ricordo mai sfumato, percorrere quelle viuzze in cerca di un segno, trovarla finalmente ed emozionarsi attraverso i suoi occhi. Il lettore vive le sue sensazioni, le debolezze, le paure nell’osservare ogni minima sfumatura mantenuta dopo tutto quel tempo, nello scoprire le novità, nel riconoscersi, scontrarsi, conoscersi nuovamente sotto un nuovo aspetto ed infine trovare sollievo nell’unico posto che abbia mai sentito suo: lei è la sua casa, il suo punto di partenza e di ritorno, l’unica che abbia significato tanto in un mare di indifferenza e noncuranza.
“Eppure c’erano ancora piccoli e preziosi indizi che mi riportavano alla bambina che avevo conosciuto, piccole prove che quella bambina era esistita davvero.”
Stefano è un ragazzo nella norma, sia fisicamente che intellettualmente, è divertente, con la battuta pronta, un personaggio positivo, di buon cuore; prova sentimenti puri e genuini; avevo il timore di non immedesimarmi nella mentalità maschile invece con mio stupore è stato bellissimo conoscere il suo mondo attraverso il suo pov, sempre diretto, semplice e prorompente. Alice per lui è il giusto ingranaggio, il tassello con cui combaciare, colei che lo risveglia dal suo stato letargico, l’intrepido Stefano si porta da sempre dentro il dolore di quell’abbandono, sotto la superficie però non è mai riuscito a dimenticarla. Ritrovandosi tutto acquista una nuova prospettiva, potrebbero esplodere bombe, franare montagna e spegnersi il sole che quando sta con lei nulla importa più, neppure percepisce ciò che lo circonda, nota ed ama ogni più minuscolo dettaglio, le sue lentiggini come costellazioni dipinte da un pittore estroso, i suoi capelli rossi vivi e selvaggi, la sua bocca carnosa e spesso imbronciata e i suoi occhi neri e profondi, un pozzo in cui perdersi ed annegare. Fin dall’inizio non si può che parteggiare per questo ragazzo alla ricerca non solo dell’altra parte della mela ma anche di sé stesso, proprio lui così caparbio ed ostinato non getterà la spugna e darà una nuova sfumatura al loro antico sentimento.

Alice la scopriamo di riflesso per ciò che vede e sente Stefano, per lui è ed è sempre stata magnifica in tutto, tuttavia attraverso i suoi comportanti apprendiamo i suoi difetti, i limiti e gli sbagli, è una ragazza che la vita ha già messo a dura prova, ha perso tanto e ricevuto poco, come lui sta cercando la sua strada ma spesso si è persa durante il cammino, le sofferenze l’ hanno resa disincantata, sfuggente e diffidente.
“Pensai a quanto era cambiata, quanto alto era il muro che aveva costruito tra lei e il resto del mondo.”
L’ ambientazione è davvero vivida, mi sembrava mi passassero davanti agli occhi le scene delle fiction di canale 5 ambientate nella capitale, sembra di esserci dentro davvero, descrive tutto in modo mai noioso e pesante ma talmente incisivamente che si provano quei sentimenti, si sente il sapore delle amate polpette della mamma, l’odore della magica carbonara, l’olezzo dei quartieri più disagiati, osserviamo quei palazzi scrostati e le viuzze storiche. Usa un linguaggio che va dritto al punto, poetico e pittoresco ma con l’ausilio di termini quotidiani.
Questo romanzo si legge in un soffio e narra non solo d’amore ma anche di rinascita e maturazione, dell'importanza della famiglia e dell’amicizia, descrive la nuova generazione per quello che è con i suoi pregi e le sue mancanze.
Sicuramente un giovane scrittore di talento che mi ha catturato nel trattare un amore particolare, dolce e malinconico fatto di piccoli gesti come scherzare, dormire abbracciati e cucinare insieme.
Devo confessarvi che alla fine c è un colpo di scena che mi ha lasciato di stucco, inizialmente un po’ perplessa, ho dovuto ragionarci a mente fredda per coglierne il vero valore, solo allora ho capito il rimandare tutto al titolo davvero pertinente; è così, tutti i torti non ha, mi sono trovata a domandarmi "c'è ancora posto per il romanticismo in questo mondo odierno senza fronzoli?"
Grazie alle parole di Fusari ho compreso che è sufficiente cercarlo dove non si coglie alla prima occhiata, tutto può passare attraverso il microscopio dell’amore se visto con la lente del cuore, la vera gabbia è vivere senza amore, solo abbandonandocisi si è liberi.

Se volete riscoprire la beltà sotto la superficie degradata non dovrete che imbarcarvi con Stefano nella sua avventura e forse la realtà vi meraviglierà.


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