Le recensioni di Serena: Onora la madre di Naike Ror


Iniziamo la giornata con Serena che ci parla di ONORA LA MADRE, romance di Naike Ror, arrivato a noi i primi di giugno.

Titolo:Onora la madre

Autore:Naike Ror

Editore: Self publishing

Genere:Dark & Dirty

Data di pubblicazione: 9 Giugno 2018

Prezzo: Ebook 0,99€ ,9,68€ Cartaceo


Sinossi

Un piccolo paesino al confine del deserto, un padre e un figlio che vivono la scandita e noiosa quotidianità, l'arrivo di una misteriosa vicina di casa che scombussolerà ogni fragile equilibrio.
Questo è l'incipit di "Onora la Madre" una storia Dark and Dirty dalle venature Romance.

"Le mie lacrime sono salate.
Non so perché, però ero convinta che più avrei pianto e più il loro sapore si sarebbe addolcito.
Mi sbagliavo.
Sbaglio sempre su ogni cosa.
Sbaglio sempre su ogni persona.
Sono triste e mi sento sola.
Sono sola.
Nessuno capisce quanto.
Nessuno capisce che tutto quello che faccio, lo faccio per lui.
Con lui potrei essere felice, con lui potrei finalmente smettere di sentirmi sola.
Farò di tutto per averlo di nuovo con me.
Tutto."


Recensione

Una delle citazioni più significative di questo romanzo è sicuramente:


 "sbaglio sempre su ogni cosa.Sbaglio sempre su ogni persona. Sono triste e mi sento sola.Sono sola."

Sapete perché è importante questa frase? Perché ora, finito la lettura anch’io mi sento così. Sola, abbandonata, lasciata alla deriva, confusa e amareggiata con mille pensieri contrastanti in testa. Mi sento come Dottor Jekyll e Mr Hyde, dilaniata da due vocine: l'angioletto e il diavoletto, una che mi sussurra di stare zitta, perché non ho parole sufficienti e chiare per esprimere il mio stato d’animo, l’altra che mi spinge a rompere gli argini e buttare fuori tutto il fiume dirompente che mi sta divorando.

"Onora la madre"crea inquietudine,ansia e sconcerto ma anche dipendenza e consapevolezza. Cercherò in modo obiettivo di trasportarvi nel mare tumultuoso in cui scaglia il lettore, lasciandolo li in cerca di aiuto, di una spiaggia su cui naufragare e ritrovare lucidità.
Sulla trama purtroppo non potrò svelarvi granché poiché è uno di quei libri in cui ogni piccolo particolare è una sorpresa imprevista, svelandoveli perdereste il meglio, quel tuffo al cuore che blocca il respiro e chiude la gola, quel piacevole senso di soffocamento che vi spinge a perseverare quindi vi rivelerò solo il necessario per spingervi a salpare anche se le acque vi sembreranno profonde e torbide.
I protagonisti di questa storia sono ben quattro: Rex,Jordan,April e Ella, due donne e due uomini ma completamente opposti, quattro persone le cui vite sono strettamente legate da fili visibili e invisibili, da segreti e mezze verità, da sentimenti e finzioni.
Rex Ivory il padre di Jordan, è un uomo ancora giovanissimo, ha solo 35 anni. E' l’unico meccanico della zona, dedito alla sua attività, esperto ed onesto in ciò che fa. Potrebbe approfittare della situazione ma tenta sempre di fare la cosa giusta. È un brav’uomo, molto riflessivo e chiuso, purtroppo porta il peso di una perdita che lo ha segnato nel profondo. 


Jordan è un ragazzo di 18 anni, il suo carattere ha risentito enormemente di tutta la gravosa penuria in cui sguazza, è semplice e ordinario, ma anche scontroso, burbero ed egoista. Sembra furbo ma in realtà è ingenuo. Valuta spesso di trarre il suo rendiconto ma non sempre i piani vanno come vorrebbe e si troverà a riconsiderare tutti i suoi progetti per imboccare una nuova strada. Tra i suoi obiettivi c’è sicuramente quello di accasarsi con April, con la quale è fidanzato ormai da 6 anni. Dalla loro unione avrebbe un guadagno non indifferente, lo condurrebbe a una vita molto più stabile di quella di cui ora è vittima, prevede in futuro di seguire le orme del padre in officina e di sposare la sua ragazza detentrice di un patrimonio proficuo e persona stimata e rispettata da tutti.

“<Ti amo tanto,non dimenticarlo mai> . <Anche io> disse, chiudendo di nuovo gli occhi rendendosi conto che, da tempo ormai, ogni volta che rispondeva a quella dichiarazione, non aveva più il coraggio di guardarla. Aveva paura che April scoprisse che, dietro ogni singolo grammo di quell’amore dichiarato, si nascondesse il nulla assoluto”.

April Devine proviene infatti dalla cerchia degli "eletti", è la figlia del pastore della zona, è ricca ma non snob, è bella, graziosa, delicata , gentile e generosa. Sembrerebbe all’apparenza accondiscendente ma sotto nasconde acume e scaltrezza. Dietro al sorrisino innocente cela la forza di circuire e soggiogare con dolci paroline, riserva a tutti una buona parola ma spesso in realtà quel candore manifesto è un velo di protezione ai suoi fini personali.

Rex, Jordan e April vivono da sempre a Little Rock, una città ai confini del deserto del Texas, un luogo arido, misero, desolato, con pochi sbocchi e possibilità. Un posto in cui non accade mai nulla di nuovo ma in cui le giornate si dipanano monotone e sterili. Cosa potrebbe turbare questa atmosfera sedimentata?


Ella Blake sarà l’ondata di novità e scompiglio nella loro routine.

Di ogni personaggio amerete un aspetto, al contempo, però, ci saranno elementi che ve li faranno odiare. 

Tutta l’opera infatti è costruita su varie dicotomie, il rischiare per i propri scopi oppure lasciarsi trasportare dagli eventi, moralità e immoralità, apparenza e verità, ricchezza e povertà non solo materiale, ma anche pochezza di sentimenti contro benevolenza.

Uno scenario per nulla scontato dove anche i più furbi spesso soccombono e i "santi"devono scendere a patti con il diavolo, un libro in cui la più piccola debolezza incrina la regolarità. Ci troviamo in compagnia di quattro protagonisti che reagiscono alla vita, ai problemi e alle perdite in modo contrapposto, personaggi che apparivano in un modo e si rivelavano in un altro, ma non perché fingessero ma semplicemente perché come ogni umano a seconda delle circostanze appaiano nelle loro infinite sfaccettature. Ogni volta cercavo invano di guardare sotto la superficie, di osservare il fondale per comprendere chi diabolicamente stesse avvolgendo il filo della matassa, ma non riuscivo mai a scorgere il fondale, fino alla conclusione in cui la realtà mi ha annicchilito, come una secchiata di acqua ghiacciata.
Nessuno di loro si comporta in modo corretto, ma neanche sbagliato. Sbagliano tutti e al tempo stesso nessuno commette errori, semplicemente sono umani fallaci ed egocentri. 

Non ho potuto non pensare alla massima del filosofo Hobbes:"homo homini lupi", cioè l’ uomo al contempo è vittima e carnefice ,naturalmente egoista combatte per possedere ciò che desidera, è un istinto di sopravvivenza, in primis pensa a se stesso e alla sua realizzazione.

Durante tutta la narrazione mi domandavo: ora cosa succede?

Sentivo nell'aria un pericolo ma non ne riuscivo ad individuare la fonte, in ogni capitolo l’equilibrio veniva ribaltato, ogni aspetto smentito dalle azioni di queste persone calcolate poi ritrattare alla luce dei nuovi eventi. Sono tutti e quattro protagonisti che a loro spese daranno per scontato molte cose,perderanno lucidità difronte alla brama di arrivare e diventeranno meschini accecati dal’l amore e dal bisogno. Rex, Ella, Jordan e April sono come maschere pirandelliane, personaggi psicologici più che fisci, non si mostrano mai nel profondo ma si adattano alle circostanze, non esiste una verità assoluta ma l’unica possibile è apparente.
Lo stile di Naike Ror è scorrevole,con dialoghi essenziali ma ben costruiti, rispecchia alla perfezione l’ambiente arido e desertico in cui si svolge la narrazione. Vari generi si uniscono creando una nuova categoria in cui thriller, suspense, dark e romance si sfumano gradualmente in un tutt'uno nel quale nessuno ha rilievo e tutti sono fondamentali.


"Onora la madre" è un tarlo che martella incessantemente. Non si legge ma si divora, frutto di un’autrice che non è una semplice scrittrice ma un genio psicologico. Segue uno schema che superficialmente potrebbe non dirci nulla ma è in vero un disegno escogitato a tavolino che spinge il lettore a restare incollato alle sue parole, lo turba non tanto per gli eventi ma per quello che scatena, parole che eccitano perché perverse, lasciamo il segno perché strane. Un romanzo che non si può valutare come bello o brutto ma vivo e pulsante, una morsa che risucchia e non molla,che spesso porta a storcere il naso perché non scava solo nella psicologia dei personaggi ma nella nostra, un gioco di illusione per il nostro cervello, un romanzo che piace come a un autolesionista piace farsi male,che anche se scombussola, fa soffrire e riflettere non si può farne a meno.


Ho concluso la lettura con l’amaro in bocca ma un gusto al tempo stesso piacevole come l’aspro del limone o l’aroma particolare del caffè Questo è proprio ciò che lo rende speciale, un’esperienza che ci cambia, di cui si è contenti anche se lascia un segno indelebile e profondo.
Dico la verità tra quelle pagine mi sono anche irritata, l’autrice sapientemente si mantiene ai margini e lascia il lettore a vedersela da solo. Mi sono sentita vulnerabile ed esposta tra questi personaggi che alla fine sono solo mezzi per arrivare a noi,mi sono domandata cosa avrei fatto in quella situazione, perché mi sembrasse giusto un risvolto così meschino e contorto, ho messo in dubbio molti miei precetti.
Consiglio di leggere questo libro, unico perché come una medicina possiede un riscontro diverso su ogni individuo, è cangiante e si adatta di volta in volta soggettivamente alla pelle del lettore di turno, scava profondità infondate e lascia solchi indelebili.



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