Review party: Figli di sangue e ossa di Tomi Adeyemi


Chiudiamo questo martedì con un review party. Maria Rosa ha letto FIGLI DI SANGUE E OSSA di Tomi Adeyemi e ora ce ne parla.

Titolo: Figli di sangue e ossa

Autore: Tomi Adeyemi

Edizione: Rizzoli

Data di pubblicazione: 2 ottobre 2018

Prezzo:  Cartaceo €15,30, 9.99 € ebook


Sinossi

Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orïsha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, attraverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.

Recensione

Non voglio parlare del viaggio di cui si narra in questo libro, ma di come il libro faccia viaggiare noi.
Ogni personaggio ha un suo percorso personale per diventare adulto e prendere il posto che il destino o gli Dei hanno deciso per loro. Anche quando sembra che la magia sparisca e che le persone rimangano in balia della violenza della cieca ottusità e della vendetta, gli dei stanno scrivendo la loro via ed ogni ostacolo ed ogni gioia serve a diventare quello che è stato scritto.

L'autrice prende il culto Afro-brasiliano della “Santeria”, ne riprende i nomi gli Dei e degli “Orixa” con  le loro caratteristiche, mischia tutto e lo trasforma in una narrazione che ti trascina in un altro mondo, dove la gioia la magia e i sentimenti sono spenti da una tirannia che vede un regno, il potere, come primo e unico scopo.
Ma anche la magia è potere, e anche la magia può fare danni irreparabili come un tiranno accecato dalla vendetta. L'unica possibilità è mettere il potere in mano a chi mette il benessere davanti a tutto.

In questo viaggio i personaggi cresceranno, portandosi il loro bagaglio di paure e sicurezze e mettendo in gioco le speranze e la disperazione per un bene supremo.
Di cosa si può accusare una principessa tenuta prigioniera in un castello se non dell'ignoranza di quello che accade al di fuori? E ad un principe il cui unico desiderio è far felice un padre accecato dalla vendetta? Ad una ragazza che si ribella ai soprusi di voler usare la magia per vendicare la madre? Ad un ragazzo la cui unica preoccupazione è proteggere una sorella irrequieta da un destino da schiava e a tanti “indovini” che cercano scampo da una vita da “larve”?
Ognuno di essi ha la propria verità .

Non riuscirei a dire niente se non spoilerando e sarebbe davvero un peccato perché questo è un libro assolutamente da leggere, mi ha fatto immedesimare in ogni personaggio e in ogni sfaccettatura. Ogni personaggio ha qualcosa di me o ha toccato una corda che mi ha fatto vibrare. E' travolgente, terribilmente umano pur essendo un fantasy, dove anche i pensieri più negativi, la rabbia, la vendetta, la violenza, l'odio fanno parte del lettore. Vi è una crescita ed un regredire continuo, tutti hanno ragione e tutti hanno torto, ogni punto di vista è logico sbagliato e giusto deformato, dalla fede, dalla speranza, dalla paura, dalla fedeltà.
Probabilmente l'unica cosa da fare è cercare di far tornare la magia per avere una possibilità di sopravvivenza e non essere inermi davanti alle persecuzioni.

L'autrice è stata bravissima ad avvolgere la storia nel mio animo e a trascinarmi nel suo mondo, ogni personaggio è unico, riesce a sviscerarne i sentimenti senza mai appesantire la narrazione che scorre veloce con i  pov alternati che narrano non solo ciò che accade ma anche il loro sentire.
Spero che questo libro riesca a trascinare anche voi...  buona lettura e buon viaggio :D

E se volete saperne di più sulla Santeria leggete “La bottega dei miracoli” di Jorge Amado :D



Prima di salutarci, con le altre colleghe dei blog partecipanti al Review Party, abbiamo pensato di lasciarvi qualche domanda e risposta che vi incuriosiscano a leggere anche le recensioni delle altre. Le mie risposte sono nel blog Viaggiatrice Pigra

Vi pubblico le risposte di Denise, del prossimo blog!

Quale tipo di Maji ti piacerebbe essere?

Devo ammettere che ogni potere nato dalla penna di Tomi Adeyemi si è rivelato alquanto attraente, quindi non è affatto semplice scegliere un preferito.
Però, le arti curative hanno sempre esercitato un notevole fascino in me, e anche in Figli di Ossa e Sangue sono stati proprio i Guaritori ad affascinarmi maggiormente.
Potendo scegliere sarei dunque una Maji della Cura, e aiuterei i miei fratelli indovini risanando le loro ferite; sarei protetta inoltre dalla divinità Babalúayé, e dalla sua sposa Nanúme.

In quale villaggio ti piacerebbe vivere?

Sono rimasta immensamente colpita da un piccolo insediamento nel cuore della foresta, del quale però posso dirvi ben poco senza rischiare di rovinarvi il gusto della sorpresa.
A riguardo dunque, vi dirò solo che mi ha emozionata l'atmosfera che si respirava al suo interno e il fascino del mito, che si intrecciava tra le pagine allo splendore della gioventù.

Qual è il tuo personaggio preferito? Qual è quello in cui ti sei ritrovata di più e quello più distante? 

Credo di essermi immedesimata molto con Amari, la giovane principessa impaurita ma capace di tirar fuori tutta la sua forza al momento del bisogno.
È un personaggio estremamente umano, nel quale è facile rivedersi, e la sua dolcezza mista a fragilità me l'hanno resa vicina fin dal principio.

Al contrario, ho fatto fatica a sopportare Tzain, il fratello di Zélie e suo protettore.
Di vedute fin troppo limitate per i miei gusti, è il personaggio che ho faticato di più a comprendere, e spesso ho avuto l'irresistibile tentazione di prenderlo a schiaffi.

Quale personaggio secondario ti ha colpito di più?

Non è presente propriamente in scena, ma la sua presenza si percepisce a ogni pagina, e ha un fascino assolutamente innegabile.
Parlo della mamma di Zél e Tzain, l'affascinante e misteriosa Mietitrice, capace di influenzare il destino dei suoi figli anche quando non si trova più materialmente nel mondo.

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