(INT)Review party: "Devora" di Franco Buso


Continuiamo la giornata con un nuovo evento targato La Gilda delle Blogger! Si tratta di un (Int)Review Tour per “Devora” un romanzo storico di Franco Buso.
Che cos’è un (Int)Review Tour? Che cosa ci siamo inventati questa volta? Beh, se lo abbiamo proprio inventato non lo so, ma abbiamo pensato di fare qualcosa di leggermente diverso dal solito Review Tour; quell’INT sta per Interview, perché alla fine di ogni recensione i blog pubblicheranno qualche risposta dell’intervista fatta all’autore!


Titolo: Devora

Autore: Franco Buso

Edizione: Independently published

Prezzo: 10.40€



Sinossi

Parigi, 1314. Presso la cattedrale di Notre-Dame è allestita una pira e la folla si accalca, bramosa di assistere allo spettacolo: l’ultimo Maestro dei Cavalieri Templari sta per essere mandato al rogo. L’uomo sale sulla legna accatastata, il boia appicca il fuoco, le fiamme si levano. Ma un istante prima che lo avvolgano, il Maestro lancia una fiera invettiva contro il re Filippo IV il Bello, che ha voluto la sua fine. E una cupa profezia: il destino del sovrano è segnato, così come quello del papa e della stessa Chiesa, che tra settecento anni cesserà di esistere.
La folla è sbigottita. Solo una ragazza dai magnifici occhi color oro sembra credere per prima alle parole del Templare. Quella ragazza, che osserva il rogo silenziosa, ha il dono della chiaroveggenza.
Tutto era iniziato molto prima della sua nascita, quando sua madre, nata in Palestina, era rimasta orfana a seguito dello sterminio della sua famiglia da parte dei Mamelucchi. Ed era stata punta da uno scorpione del deserto, il cui veleno è in grado di compiere miracoli…

In un affascinante romanzo, i cui protagonisti sono legati da fili invisibili sempre più connessi, il viaggio di due donne eccezionali attraverso luoghi remoti ed epoche lontane. Ma più vicine di quanto non si creda: il gran finale vi lascerà senza fiato.




Recensione

Adoro i romanzi storici, tra questi le storie di templari le ho trovate sempre affascinanti.
Quindi forse sono un po’ di parte, però ho trovato questo romanzo davvero buono, me lo sono divorato. Libro d’esordio di Franco Busi, con uno stile della narrazione che coinvolge il lettore, in una trama tra lo storico, il fantasy e il mistero.
Io ne ho subito il fascino direi, è stata decisamente una lettura piacevole in cui mi sono persa, curiosa di arrivare al finale, condividendo le emozioni con i protagonisti.
Ma andiamo per ordine.

La storia è ambientata tra 1200 e 1300, epoca medievale in cui alle grandi scoperte e rinascite, si univano sotterfugi, maledizioni, vendette, lotte al potere e di religione e omicidi.
Inizia con un rogo per giustiziare gli ultimi Templari, tra i quali troviamo Jacques de Molay, l’ultimo maestro dell’Ordine, rogo allestito nella piazza di Parigi per ordine del sovrano. Al rogo assiste una ragazza misteriosa dai bellissimi occhi dorati e sente la maledizione lanciata dall’uomo sulla pira, sapendo bene che quelle parole non rimarranno solo tali.
Il racconto prosegue con un salto nel passato e scorrendo nella lettura capiamo subito che stiamo scoprendo di più proprio della misteriosa ragazza.

L’autore ha sapientemente utilizzato la tecnica dei flashback, senza creare confusioni ne annoiando, al contrario arricchendo la storia, così che la storia passata della vita di Devora, da prima che nascesse, si intreccia al racconto principale iniziale per poi proseguire fino ai giorni nostri.
Incontriamo e vediamo crescere diversi personaggi femminili ma fra tutte spiccano le protagoniste, Miriam e Devora, che si finisce per sentirsi vicine a loro in ogni avvenimento. La descrizione dei personaggi e delle emozioni mi è piaciuta, accurata ma mai noiosa o prolissa. Pochi dettagli per volta che messi insieme ci permettono di capire i personaggi, un po’ come accade nella vita con le persone, le conosciamo poco alla volta e mi piaciuto questo suo modo di descrivere. Lo stesso vale per i luoghi, la cui descrizione è accurata e ricca di particolari ma senza essere noiosa.

In alcuni punti però certe descrizioni delle situazioni erano un po’ sbrigative e questo si scontrava con le descrizioni di cui parlavo prima. Questo ha un po’ disturbato la lettura in alcuni punti, ma niente di irreparabile. In qualche modo l’autore è riuscito comunque a correggere il tiro. Per quanto riguarda i personaggi, i buoni forse erano un po’ troppo buoni e i cattivi del tutto cattivi, questa divisione è un po’ troppo netta.
La storia prosegue per un lungo periodo storico che sfocia nel 2013, e nonostante le modifiche storiche apportate dall’autore (che lui stesso dichiara nelle note finali), riesce a rimanere abbastanza fedele ai fatti reali.

Certo, non è una gran novità parlando di romanzi di questo genere e con le aggiunte di fantasia risulta chiaramente non accurato per quanto riguarda la Storia, ma credo che nel complesso la cosa funzioni.
È il primo romanzo storico che recensisco e li adoro, ma una cosa che sento di poter dire, cercando di restare imparziale, è che è un romanzo e non un libro di storia quindi qualche licenza gliela si può concedere al narratore. Un po’ come quando si trasporta un libro sul grande schermo.
La trama è molto buona, la lettura piacevole, uso corretto dell’italiano, un vocabolario abbastanza ricercato e i personaggi sono interessanti.
Tra vari colpi di scena, moltissimi personaggi, anche storici di un certo spessore, e paesi, l’autore è stato molto bravo a guidare il lettore in settecento anni di storia attraverso i movimenti di Miriam e Devora, fino ad arrivare al gran finale che può solo lasciare soddisfatti.

Se amate i romanzi storici e fantasy, secondo me è una piacevole lettura, coinvolgente e non troppo impegnativa, ma davvero di compagnia.


Veniamo alle domande! Benvenuto Franco: C’è un’ambientazione storica particolare che ti incuriosisce e che ti piacerebbe trattare in uno dei tuoi prossimi lavori?
Ciao a tutti! Premetto che, pur avendo avuto un’educazione cattolica, non sono osservante e, sperando di non ferire la sensibilità di nessuno, nutro dubbi anche sulla divinità di Cristo. Ma il personaggio Gesù mi affascina e mi incuriosisce l’idea di ambientare una storia nella Palestina di allora, magari ancora con una protagonista femminile che conosce e segue Gesù negli anni della sua predicazione.

Perché hai scelto proprio questo periodo storico e la storia dei cavalieri templari come contorno per l’ambientazione del libro?Non è stata una scelta ponderata. L’idea è nata dalla tesi di laurea di mia figlia finalizzata a evidenziare le molte irregolarità commesse durante il processo all'ultimo Maestro dei Templari, Jacques de Molay, la cui condanna al rogo determina la fine dell’Ordine monastico cavalleresco. Poi il fascino che i Templari esercitano sull'immaginario popolare, cui io non faccio eccezione, ha fatto il resto.

Ed ecco come prosegue questo spettacolare (INT)Review Tour!


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