Le recensioni di Giulia: "Il segreto della collezionista di fiori" di Karen Viggers


Buongiorno Disastri! tocca a Giulia aprire la giornata: nelle scorse settimane ha letto il libro di Karen Viggers uscito in Italia ad aprile grazie a Newton Compton Editori... "Il segreto della collezionista di fiori" l'avrà conquistata? scopriamolo insieme..


Titolo: Il segreto della collezionista di fiori

Autore: Karen Viggers

Edizione: Newton Compton Editori

Prezzo: € 2.99

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 8 apr. 2019




Sinossi

Leon si è appena trasferito in Tasmania, dove lavorerà come ranger nelle meravigliose regioni dei Parchi. Arrivato in una città in cui non conosce nessuno, può fare affidamento solo sul suo carattere socievole ed estroverso per stabilire nuovi legami. La prima persona che conosce è Max, il figlio dei vicini. È un bambino molto timido, ma l’amicizia con Leon sembra da subito giovargli. E Max non è l’unico su cui lui ha questo effetto. Anche per Miki l’incontro con Leon si rivelerà fondamentale: dopo il terribile incendio che ha devastato la fattoria in cui viveva, Miki gestisce il takeaway della città insieme al fratello Kurt. Sottoposta a un’educazione rigida, nascosta al mondo prima dai genitori e poi dal fratello, lentamente Miki trova il coraggio di guardarsi intorno, cercando un contatto con gli altri. Ma non sarà affatto facile. Ci sono scomodi segreti con cui deve fare i conti, e risposte che sembrano impossibili da trovare… Nell’incantata cornice delle antiche foreste di eucalipti, ¬ Il segreto della collezionista di fiori¬ è una storia che parla di amicizia, della possibilità di voltare pagina e del coraggio di liberarsi da pesanti eredità per cominciare una nuova vita.




Recensione

Qualche ora prima di cominciare la lettura di questo romanzo ero stata in libreria. Cercavo un volume scritto da una giovane ragazza americana, fuggita al giogo crudele della setta religiosa dopo aver scoperto l’educazione. Dopo averne sfogliate alcune pagine, ho capito di aver bisogno di più tempo. Ho capito quanto, dopo aver visitato parte degli Stati Uniti, la morbosa curiosità verso alcuni aspetti controversi di una particolare cultura di appartenenza religiosa continuasse a consumarmi.
Allora ho chiuso il testo e mi sono concessa quel tempo.

Ho lasciato che un titolo accattivante - Il segreto della collezionista di fiori - e una ambientazione inusuale – la Tasmania – mi facessero compagnia.
Non avevo alcuna aspettativa: avevo scelto di leggerlo molto tempo prima e della trama avevo dimenticato quasi tutto.
È così che ho conosciuto Leon, un vecchio venticinquenne appena arrivato in città e il suo vicino di casa, Max, un gigante di dieci anni, nato solo in una famiglia senza figli che di figli ne ha due.
Poi, al terzo capitolo, mi sono schiantata sulla forza, inaudita, del caso.

Miki, una ragazzina la cui verginità di pensiero somiglia a un’utopia, se ne stava lì, dentro le pagine a strizzarmi l’occhio, come a dirmi che toccava a lei raccontarmi una storia. Di segregazione religiosa, di fede cieca, di violenza e di amore incondizionato.
Il caso.
La storia comincia e finisce esattamente nello stesso punto.

Nella vita.
In quella di Leon, nel suo controllato dolore nascosto in fondo alla gentilezza, nella sapienza della sua pazienza che crolla e si ricostruisce, nella sua incapacità d’essere disumano.
Non avrebbe mai perdonato suo padre per aver distrutto la propria vita.

Ma quel giorno non aveva alcuna importanza. A venticinque anni non era troppo tardi per ricominciare da capo, ed era emozionato. Era la prima occasione che gli capitava nella vita.
In quella di Max, nella sua enorme solitudine, nell'ingenuità di un pensiero rivoluzionario – l’amore -, nel coraggio – insostenibile – di credere che la salvezza stia nel legame.
«Ho sentito dire che ti ha salvato un cane», riprese.Lui scosse il capo. «Ci siamo salvati a vicenda».
In quella di Miki, giovane eppure anziana al tempo stesso. Una vita non vissuta all’ombra di una onnipotente divinità, consumata nella segregazione del fanatismo di un padre prima e di un fratello poi. Nella sua apparente rassegnazione alla sottomissione che nasconde, in una chiave, il mistero della ricerca, senza sosta, di quanto la mente riesce, sempre, a immaginare: la libertà.
…viveva per le domeniche. Finiti tutti i lavori, si toglieva la gonna, si infilava una salopette e andava nella foresta alle spalle del frutteto, dove il suo cuore si gonfiava e lei si sentiva libera. Tra quelle piante si sentiva più viva, più reale. La settimana trascorsa svaniva, le regole di suo padre l’abbandonavano. E lei diventava qualcuno. Se stessa. Una ragazza piena di speranze.
Nella foresta, onnipresente, amara e desolata, attraversata da fughe e custode di segreti. Nel coro, mai eccessivo ma assordante, degli abitanti di un paesino largo uno sguardo, delle loro mani che la storia la intessono, la complicano, la abbrutiscono, la elevano. Nel potere sublime della lettura come mezzo per raggiungere se stessi e come fine, per la restituzione di quanto si è ricevuto.
I libri ci mostrano le vite degli altri, perché non possiamo viverle tutte noi:
possiamo vivere solo la nostra.
I romanzi ci portano indietro nel tempo oppure nel futuro.
Espandono i nostri pensieri. Ci mostrano nuovi mondi.
È questo il potere della narrativa.
Un libro corale, costellato di personaggi mai scontati, che apre la strada alla curiosità verso mondi sconosciuti, geografici e non, scritto con saggia lentezza. Come vogliono la foresta, la discesa della rinascita e la scalata della crescita.
La perdita e il dolore, capì, erano la base della rinascita.Erano un passaggio obbligato per poter crescere.

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