Le recensioni di Daniela: "Una morte silenziosa" di Debbie Howells
Oggi abbiamo una guest star nel blog. Daniela è tornata per parlarci di un thriller di inizio anno con Newton Compton editori. Ecco la sua recensione a "Una morte silenziosa" di Debbie Howells. Chissà se non sia la base per un suo ritorno ;)
Titolo: Una Morte Silenziosa
Autore: Debbie Howells
Edizione: Newton Compton
Prezzo: Formato Kindle 2,99 – Copertina Flessibile 12,90
Genere: Thriller
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2019
Sinossi
Noah non ha mai dimenticato April, il suo primo amore. Quando, molti anni dopo, scopre che è sospettata di un omicidio, non dubita neanche un istante della sua innocenza. Ma April è in rianimazione, non può difendersi e tutte le prove sono contro di lei. Noah desidera disperatamente aiutarla, anche a costo di riaprire vecchie ferite e affrontare una volta per tutte la fine della loro relazione. Quello che non può immaginare è che April abbia sempre nascosto dei segreti. Era innamorata di lui e non aveva intenzione di ferirlo, ma qualcosa – o qualcuno – ha reso impossibile la loro felicità. Ella è una bambina trascurata dai genitori che ha come sola confidente la sua psicologa. Non sa di essere a conoscenza di un indizio che potrebbe aiutare a chiarire la posizione di April. Ma chi mai darebbe credito a una ragazzina? Quando delle rivelazioni scioccanti tornano a galla, ecco che la verità sembra ovvia. O almeno così tutti vogliono credere...
Recensione
Non è facile scrivere una recensione su un romanzo del genere. Quando si inizia a leggere un thriller, ci si aspetta un intreccio classico: atto di violenza, ricerca del colpevole, sospetti, suspense, capovolgimento dei sospetti, individuazione del colpevole, fine.
Questo romanzo invece è diverso.
Non si limita a raccontare la storia, a prenderci per mano nelle ricerche e a snodare pian piano tutti i risvolti della storia, no, questo romanzo buca lo stomaco.
Elemento di partenza è un omicidio di cui è accusata April, l’amore irrisolto di Noah. Peccato che lei non possa difendersi da questa accusa infamante perché in stato di coma. Toccherà quindi a Noah fare luce sugli eventi, lottare contro il clima di omertà e di superficialità degli addetti alle indagini che vedono in April la colpevole perfetta. Ed ecco la capacità notevole dell’autore: non si limita a raccontare la storia, ma sceglie come formula narrativa due punti di vista ben diversi che si passano il testimone ad ogni capitolo: Noah ed Ella.
Nel primo point of view, quello dell’avvocato rinunciatario e scrittore di scarso entusiasmo dedito più all'alcol che alla pagina stampata, il continuo passaggio tra presente e passato ci prepara ai personaggi, ci fa conoscere le loro storie, le loro personalità e ci permette di scegliere a chi credere. Ad ogni cambio di narratore, e cioè ogni volta che a raccontare il presente è Ella, una ragazzina chiusa al mondo esterno, incompresa e fragile, non si può fare a meno di ricercare indizi che consentano di risolvere qualche dubbio e inneschino la soluzione.
Ed ecco che la domanda a cui il lettore inizia a voler dare risposta non è più chi abbia commesso l’omicidio con cui si avvia la vicenda, ma chi possa aver compiuto tutti gli altri atti ignobili, violenti, dolorosi, e psicologicamente traumatizzanti che il racconto snocciola piano piano. Sono quindi le vite dei personaggi che prendono il sopravvento sull'atto violento principale che, da indiscusso protagonista di qualsiasi thriller, diventa un evento di sfondo ad una vicenda ancor più devastante. Ecco che l’indagine si sposta sull'introspezione, sul capire le dinamiche che legano tutti i personaggi, sulle bugie, i ricatti, le ossessioni, i gesti disperati, l’amore al limite della follia, le verità difficili da digerire, i silenzi, le omissioni, le scelte atroci di chi ama troppo o troppo poco.
Una volta raggiunto il climax, quando ogni tessera del puzzle inizia ad andare al proprio posto e la vicenda finita sullo sfondo torna a prendersi i riflettori, il lettore desidera andare avanti e affondare ancora il proprio occhio vigile in quelle vite così disturbatamente incastrate tra loro per comprendere davvero l’essenza del romanzo. Ciò che ne risulta è una realtà dalle tinte forti che impiastricciano anche i propositi più nobili. Perché certe bugie non possono essere perdonate.
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