Blog Tour: "Prophecy. Non puoi sfuggire al tuo destino" di Licia Righi
Prosegue il Blog Tour nell'attesa di poter leggere "Prophecy. Non puoi sfuggire al tuo destino" di Licia Righi. Oggi vi lasciamo un piccolo estratto.
Titolo: Prophecy. Non puoi sfuggire al tuo destino
Serie: Prophecy #1
Autrice: Licia Righi
Editore: Self publishing
Genere: Urban Fantasy
Prezzo: ebook € 3,99
Data di uscita: 13 ottobre – in pre - order dal 3 ottobre a €1,99
Sinossi
Cassandra ha perso tutto, anche la gioia di vivere. Costretta a trasferirsi a casa dello zio a Newport, riuscirà finalmente a ritrovare il sorriso grazie a Cloe e Trevor, due ragazzi che conosce nella nuova scuola. Mentre con Cloe nasce da subito una bella amicizia, con Trevor scoppia un’incontenibile attrazione e mentre i due ragazzi cercano di destreggiarsi tra questi inaspettati sentimenti, un pericolo venuto da lontano sta per abbattersi su di loro.
Tre ragazzi, due fazioni nemiche, un’antica profezia basata su indissolubili legami di sangue, un unico destino. Solo i predestinati saranno in grado di salvare l’umanità e riportare l’ordine e per riuscirci, dovranno credere in se stessi e rimanere uniti.
Riusciranno ad accettare questa sconvolgente rivelazione e a prepararsi per le prove che dovranno affrontare?
Estratto
“Cosa ti fa pensare che io sia tuo?” Disse Trevor infuriato risvegliandomi bruscamente dai miei pensieri; mi girai di scatto e lo fulminai per quell'affermazione.
“Oh, credimi. Tu sei mio!” Disse l'altra me prendendo il controllo della situazione. Ma cosa cavolo stava dicendo? Non c’era un bottone per rimetterla a cuccia nel suo angolino? Mi stava facendo fare la figura della stupida! Lui in risposta si mise a ridere: la sua solita risata piena, di pancia, in grado di sconquassarmi nel profondo.
“E se non fosse più così, cosa faresti? Ti metteresti a picchiare tutte le ragazze che mi ronzano attorno? E’ questo che sei?” Chiese indicandomi. Sapevo quello che stava vedendo in quel momento: un mostro. Forse oggi aveva capito perché volevo tenerlo a distanza e tutto sommato, era meglio così. Stavo per andarmene senza rispondergli ma questa volta fu lui a sorprendermi, trattenendomi per un braccio e impedendomi di fuggire via.
“Non mi hai risposto!” Disse a un soffio da me in tono duro. Quando si era avvicinato così tanto? La rabbia montò in un istante e mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra, occhi negli occhi. Nessuno dei due volle mollare la presa, in una muta battaglia di sguardi. Dio quanto amavo quegli occhi. “Allora?” Mi incitò.
“Se fosse necessario, sì.” Mi ritrovai a dire a denti stretti.
“Non spetta a te decidere, non più.” Rispose seccato.
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