Hidden Corner - L'angolo nascosto: Parlarne tra amici – La vivisezione di una generazione appena nata di Sally Rooney



Oggi è mercoledì,  e cosa succede di mercoledì???
Il blog passa nelle mani della nostra Giulia con la rubrica Hidden Corner - L'angolo nascosto.
Questa settimana ci parla di "Parlarne tra amici" di Sally Rooney, edito Einaudi.

Titolo: Parlarne tra amici – La vivisezione di una generazione appena nata

Autore: Sally Rooney

Edizione: Einaudi

Prezzo: ebook 9,99 €/ Copertina rigida 17,00 € / Copertina flessibile 10,20 €

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 13 febbraio 2018


Sinossi

Frances ha ventun anni e ha costruito un muro fatto di intelligenza, autocontrollo e freddezza per arginare il mare delle sue insicurezze. L'insicurezza per un corpo che non le piace e che è pronta a ferire pur di metterlo a tacere; l'insicurezza per una famiglia troppo povera e ignorante per il mondo in cui la figlia ha deciso di vivere; l'insicurezza per la sua stessa intelligenza che per quanto brillante, seducente e incline al sarcasmo, non lo sarà mai come quella di Bobbi. Ecco, Bobbi: la sua amica, compagna di studi e di passioni (insieme scrivono e recitano poesie in una Dublino mai così bohémienne e sensuale), e suo primo amore. Anche adesso, quando dopo essere state amanti imparano a essere amiche, Bobbi agli occhi di Frances sembra sempre la versione migliore di lei: più bella, più cool, più trasgressiva, più impegnata, più lesbica, più ricca. Eppure, quando le due ragazze conoscono una coppia sposata più grande di loro, sarà su Frances e non su Bobbi che poserà gli occhi Nick - un attore in crisi ma decisamente bello. E Melissa, la moglie di Nick, cosa ci trova in Bobbi? E più attratta dal suo esibito disprezzo per i borghesi (come Melissa stessa) o dalla sua distratta e selvaggia sensualità? Man mano che i legami si intrecciano e le relazioni si saldano, dal vivo o online, i quattro protagonisti di questa storia discutono insieme di sesso e amicizia, di arte e letteratura, di politica e genere, e ovviamente di loro stessi. Ma il centro di tutto è lei, Frances: il suo acume e la sua ingenuità, il suo desiderio, le sue debolezze, il suo amore ne fanno un personaggio femminile autentico, il ritratto struggente, malinconico, profondissimo di una generazione e il simbolo di questi tempi inquieti.
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Recensione

 “Io e Bobbi abbiamo incontrato Melissa per la prima volta a una serata di poesia in città dove ci esibivamo insieme. Melissa ci ha fotografate all’uscita, con Bobbi che fumava e io che mi tenevo impacciata il polso sinistro con la mano destra, come se temessi che se ne andasse per conto suo, il polso”.

Comincia così l’opera prima di Sally Rooney, autrice dublinese classe 1991 - l’ho riletto qualche altra volta anche io, questo anno di nascita. Come volesse schiaffarti in faccia, capiamoci subito, l’atroce condizione dell’esistenza nella quale affonda la penna: quella di un polso, di un’anima, di un confine che non sono capaci di stare dove il sistema, qualunque esso sia, ha deciso che stiano.

Tre personaggi su quattro nella prima frase, tutte donne.
Frances, l’io narrante capace di dipingere un raffinato quadro della generazione millennial, farne carta straccia e capolavoro incompiuto tutto nello stesso spazio di testo.

“è così che si tramanda un privilegio, mi ha detto un giorno Philip in ufficio. I ricchi coglioni come noi accettano stage non pagati e trovano lavoro in questo modo.
Parla per te, gli ho detto. Io non troverò mai un lavoro”.

Frances, dicevamo, autrice di poesie brillantissime delle quali non sappiamo nulla, innamorata di tutti tranne che di se stessa, afflitta da un analfabetismo emotivo curato con un autolesionismo agghiacciante nella sua perfetta ripetizione, apparentemente priva di qualunque tratto distintivo. Apparentemente.

“Ero gentile con gli altri? Difficile dirlo. Temevo che se mai mi fossi rivelata provvista di personalità, non sarebbe stata una personalità gentile.”

Bobbi, ex fidanzata e primo amore di Frances, bella in modo quasi sfacciato, la cui omosessualità esasperata sembra gridarti addosso un mondo fatto di contro pregiudizio, nel quale sei tu – etero o bi non importa – a non avere tutti i pezzi dell’animo al posto giusto.

E Melissa, borghese intellettuale scrittrice fotografa. Tutto senza alcuna pausa, neppure nel testo. Sposa dall'aura triste, bisessuale forse, traditrice pentita. Con enormi pause.

Tre personaggi che sembrano intessere un triangolo perfetto, composto e scorretto, eppure perfetto.
Finché dall'ombra di una casa ricca e accogliente tuona la voce di un attore belloccio e depresso, Nick, marito arreso, eterosessuale senza dubbio, traditore non ancora.
E il triangolo diviene un quadrato.
Una giungla di umori e parole, mail e telefonate, gelosie e segreti mal celati, emozioni gettate su pagine e sentimenti non detti e neppure richiesti, con al centro una costante capace di avvicinare, allontanare, distruggere e ricostruire qualunque generazione: l’amore. In qualunque sua forma.

 “Alla fine Nick mi ha rivolto uno sguardo che ho ricambiato. Ho sentito una chiave girarmi in corpo, con una prepotenza tale che non sono riuscita a fermarla. Lui ha dischiuso le labbra come per dire qualcosa ma si è limitato a inspirare e poi mi è sembrato che deglutisse. Nessuno dei due ha fatto un gesto o un cenno di saluto, ci siamo solo guardati, come se fossimo già nel pieno di una conversazione privata impossibile da intercettare.”

L’autrice, con una abilità difficile da cogliere se non a un terzo o quarto sguardo, fa sì che non accada nulla mentre il mondo accade nella sua interezza. Come a dire che è questo, quanto stai leggendo, che sta perpetrandosi intorno, dentro e fuori da te. In un universo, quello delle relazioni, che sta collassando sui propri confini eppure si mostra incapace di cedere di un solo passo. I tempi cambiano, l’umanità nella sua vulnerabilità ai sentimenti (anche i più bui) forse no.

Una conversazione tra amici che amici non sono nella quale si assiste alla vivisezione di una generazione appena nata. Quasi trecento pagine serratissime, la pioggia e una frase – quella che risolve tutto complicando ogni cosa, mescolando le carte per il resto del tempo che non è stato raccontato -: “Vieni a prendermi ho detto.”

A presto, Giulia.



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