Hidden Corner - L'Angolo nascosto: "Il richiamo del cuculo: Le indagini di Cormoran Strike" di Robert Galbraith


Torna la rubrica gestita dalla nostra Giulia... questa volta però non è sola! Scopriamo chi è la sua spalla per il primo libro sulle indagini di Cormoran Strike di Robert Galbraith, alias JK Rowling, pubblicato da Salani.

Titolo: Il richiamo del cuculo: Le indagini di Cormoran Strike

Autore: Robert Galbraith

Editore: Salani Editore

Genere: romanzo giallo

Data di pubblicazione: 4 novembre 2013


Sinossi

È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all’ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l’ha schiacciata...Un page turner dalla scrittura forte e la trama perfetta; è facile perdersi nelle sue pagine, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con sorprendente nettezza e originalità. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell’East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni.

Recensione

*Premessa in pieno stile confessionale per Stefania. Volendo potete anche saltare e arrivare al dunque.
Se giuro, difficilmente torno sui miei passi. Ma i giuramenti sono fatti per essere infranti. 
Il giuramento in questione si è scontrato con Giulia, detta Psyco Juls con affetto. 
Il 3 gennaio di questo anno fantascientifico, ha bussato alla mia porta con una proposta:


A quel “Alloooooora” ho tremato di paura, sarei dovuta scappare molto lontano ma, ahimè, la sua rete mi ha catturata. 
Ecco, solo lei poteva farmi infrangere un giuramento. Quale?!
Mai e poi mai, nonostante anche in casa subisco un bombardamento mirato, mi sarei convertita al Harrypottismo; mai e poi mai avrei letto anche solo un’altra pagina uscita dalla penna di J.K. Rowling. 

Anni fa ho letto Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, così, a caso, e non mi ha conquistata come invece ha ammaliato tantissimi lettori. Si lo so che sono partita dal volume sbagliato ma mio fratello - che lettore non è mai stato - lo aveva ricevuto per regalo a Natale e pur di non vedere la polvere depositarsi sopra mi sono sacrificata.
Giulia, con l’inganno, perché mi ha raggirata in modo subdolo con una domanda sapendo quanto io subisca il suo fascino, è riuscita a farmi capitolare.
Continua la mia battaglia “anti-Potter” ma posso dire di aver letto ancora qualcosa della sua mamma. E anche con orgoglio perché, devo ammetterlo, mi è piaciuta in questa versione al maschile.
Ecco, quindi, la nostra doppia recensione.

***
Nulla è più ingannevole di un fatto ovvio - Sherlock Holmes 1
Esiste un prima ed esiste un dopo Sherlock Holmes. E quando si apre un giallo, soprattutto se britannico, diventa inevitabile il ricorso alla memoria di uno scrittore i cui contorni si sono confusi con quelli del personaggio e capace di tracciare un percorso sul quale sono inciampati – talvolta capitolando – tutti quanti sono venuti dopo.
La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela - Albus Silente 2
Esiste un prima ed esiste un dopo Harry Potter, opera che ha dato i natali a J. K. Rowling, in una prospettiva contraria nella quale è il personaggio a plasmare l’esistenza di chi lo ha creato.

Nel dopo Sherlock, nel dopo Harry, un’autrice britannica (J. K. Rowling) sceglie uno pseudonimo maschile (Robert Galbraith) e scrive un giallo: Il richiamo del cuculo. Un colpo da maestro che precede il libro stesso, come a dire al lettore che la sfida comincia assai prima della finzione. Come a dire che i puntini da unire sono talmente ovvi da ingannare, che la terribile verità secondo la quale nessuno inventa più nulla – soprattutto in letteratura – non ti riserva alcuna cautela.
In un luogo iconico coperto dalla neve capace di ricordare l’impronta e dimenticarla l’istante successivo, tre uccelli che sembrano non saper più volare si incontrano nello spazio angusto della condizione umana.
Il cuculo, soprannome con il quale viene chiamata Lula Landry, modella la cui bellezza sopravvive negli occhi ben oltre il volo che la vede precipitare al suolo dal balcone del suo attico della Londra ricca e malvagia.
Il cormorano, nome dell’investigatore Cormoran Strike, imperfetto eroe senza una gamba, senza pace, senza amore, senza soldi o casa. Senza il tutto del quale preferisce fare a meno. Perfetto uomo capace di amare attraverso la potenza dell’odio, di osservare la bellezza con la distanza dell’abitudine, di affascinare semplicemente zoppicando in una dignitosa infelicità. 
Il pettirosso, Robin, segretaria, assistente, precaria eppure granitica nella rara grazia della riservatezza, con un sogno e un fidanzato della classe bene incapace di sognare.  

Un cadavere, un investigatore, un assistente. L’investigazione e una pletora di personaggi a confondere un quadro che sembra ovvio fino alla fine. E ovvio non è, come nella migliore delle tradizioni.
Più di cinquecento pagine nelle quali tutto conferma ciò che il lettore crede di sapere. Per poi voltare il fantomatico angolo dell’intuizione e correre verso quanto è realmente ovvio e da trattarsi con quella cautela della quale raramente siamo capaci. 
Cinquecento pagine permeate di un qualcosa che va ben oltre il giallo. Una lenta, lunga riflessione sulla capacità, tutta umana, di vivere sull'onda di una emotività complessa, fatta di gelosia, amore, rabbia, disgusto e – su tutti – tristezza. Di un volo mortale nel quale muoiono le speranze, di una brandina accanto alla quale poggiare la protesi e la propria intera vita, di un vestito verde attraverso il quale essere costretti a scegliere tra ciò che si è e ciò che dovremmo essere.
Com'era facile sfruttare la tendenza di una persona all'autodistruzione; com'era semplice spingerla verso la non-esistenza e poi fare un passo indietro e scrollare le spalle e dire che sì, era stato il risultato inevitabile di una vita caotica, catastrofica.
Robert Galbraith, o meglio J. K. Rowling, ha dato vita ad una trama avvincente e lenta allo stesso tempo. La trama viaggia a passo felpato, ricca di dettagli e sfumature, ricca di una umanità vera, a tratti sospettosa, corrotta e votata al'egoismo. Un mondo folle, dove la menzogna è il primo comandamento e le variabili non trovano fine. Un'indagine accurata, puntigliosa, affascinante, e uggiosa come la Londra che ne fa da sfondo. Uno sprint finale inaspettato, per un copione già scritto in continua evoluzione. 

Primo di una serie che vede come protagonisti due uccelli apparentemente inchiodati al suolo, Il richiamo del cuculo, poggia sapientemente un piede nel prima e uno nel dopo. Sembra scriversi da solo, percorrendo le strade di una Londra attuale che attuale non sarà mai, dipingendo uno sfondo sul quale può accadere tutto e il contrario di tutto. Dipende da quanto ingannevole è l’ovvietà della verità.

Al prossima Disastri... 
Giulia e Stefania tornano ora a sfidarsi per il possesso della mente di Strike. 

P.s.: Non diteglielo a Giulia, ma aveva ragione a voler affrontare questo viaggio insieme! ;)


1. Arthur Conan Doyle - Il mistero di Valle Boscombe - Le avventure di Sherlock Holmes
2. J. K. Rowling - Harry Potter e la pietra filosofale

Commenti

Post più popolari