Le recensioni di LunaStorta: "La dodicesima clessidra" di Isabella Vinci


LunaStorta oggi ci propone la sua recensione a La dodicesima clessidra di Isabella Vinci.


Titolo:
La dodicesima clessidra

Autore: Isabella Vinci

Edizione: self publishing

Prezzo: 0.99€ eBook

Genere: Romance Fantasy Storico

Data di pubblicazione: 2 aprile 2020


Sinossi

Mar dei Caraibi, 1850. Lady Emerald Blacksmith è in fuga da un matrimonio con un uomo riprovevole, quando viene catturata dal corsaro Benedict Rose. Ma il loro nemico comune li unirà in una battaglia contro l’ingiustizia. Benedict non è chi dice di essere, ma anche lei nasconde un segreto. Ecco perché non può cedere al fascino indicibile di Benedict e deve tenerlo a distanza. Ma il passato è dietro l’angolo e chiama a gran voce la ragazza. Un’antica popolazione, un’isola impenetrabile, bambini da salvare, misteriose e alquanto inquietanti profezie, sembreranno volersi frapporre alla passione che inesorabile nasce tra i due. Il viaggio di Emerald e Benedict è molto più arduo di ciò che credevano. Riuscirà il loro amore a superare le terribili prove a cui sarà sottoposto?
Dodici sono i Custodi dell’Isola, dodici le clessidre.
E la sabbia della dodicesima ha appena iniziato a scorrere.




Recensione 

Una ragazza di nobili origini e un corsaro spietato, così si presentano inizialmente i due protagonisti di questa storia. 
Emerald Blacksmith è una donna forte e intraprendente, forse anche un po' sfrontata, ma nella vita ne ha passate davvero tante. Il passato tragico alle spalle non lo ha solo lei, bensì anche Benedict Rose, uomo dalle mille sfaccettature che, dopo una grande delusione, ha chiuso il suo cuore e la sua mente a qualsiasi donna ritenendole creature orribili, meritevoli solo di morire.

Ma si sa, la vita è imprevedibile, ed è proprio per questa imprevedibilità che essi si incontrano. 
Lui, capitano della Revenge, attacca una delle navi del suo nemico, il Conte, ed è in questa occasione che trova lei che, travestita da uomo, si fa chiamare Al. Lei di fatto è riuscita ad ingannare la ciurma che, pensando ad Emerald come ad un giovane servo, l'hanno presa come mozzo, ma non inganna il capitano che scorge comunque la sua femminilità. Lui non accettava donne nella sua vita, men che meno sulla sua nave, ed è con questo pensiero che la sua unica intenzione è quella di ucciderla. Ma per quanto Benedict riponga tanto odio verso il gentil sesso, qualcosa di lei lo colpisce nel profondo; è cosi che si alleano contro il comune nemico e danno il via al loro viaggio insieme.

Beh, che dire? Nel complesso la storia di per sé è fantastica, anche molto originale. Vi sono momenti di paura, suspense, dolore, ma anche di gioia, amore, passione. Tuttavia - i sento Albus Silente quando ribalta i risultati per la coppa delle case - vi sono diversi aspetti che non ho apprezzato. Nella prima parte lo scorrere della vicenda è troppo veloce sia tra i protagonisti che per la storia stessa, come se una persona si preparasse alle sette di mattina per un appuntamento che ha alle sette del pomeriggio. Poi sono presenti dei riferimenti che disorientano molto il lettore, comprendo che siano utilizzati per dare “indizi” su chi sia veramente Emerald, ma sono davvero fuorvianti. Inoltre vi sono diversi errori di battitura che, data la nota dell'autrice, non mi aspettavo di trovare. Nel complesso la parte iniziale del romanzo può portare nel lettore un gran senso di confusione.

Nonostante ciò ho apprezzato come il racconto sia rallentato un po’ verso la metà, è li che ho iniziato davvero ad apprezzare ed appassionarmi alle vicende dei due protagonisti. L’introduzione di personaggi storici realmente esistiti è un tocco in più che ho amato davvero, ed anche se ho quasi detestato l’inizio, Isabella Vinci è riuscita a conquistarmi durante tutto il percorso, tenendomi con il fiato sospeso fino alla fine per scoprire la verità.

Qui vi lascio uno dei passaggi che mi ha interessata e fatta dannare.

“Al Forgiatore. 
Mi dispiace profondamente di non esser riuscito a trovare altra soluzione se non questa. Ho tentato di rendere la macchina automatica, perché si potesse attivare da sé non appena avesse rilevato la presenza di nuovi bambini giunti sull’isola, tuttavia mi è stato impossibile. La sua attivazione è manuale. Comprendo dagli scritti nella cupola che spetta a te rimandare a casa i piccoli e ignari viaggiatori, non a me, né a Ilya. Questo implica che spetta a te attivarla, ogni volta che un nuovo ospite raggiungerà inconsapevole l’isola. Forse tra tutti noi, il tuo sarà il compito più arduo, perché sarai costretto a restare solo sull’isola, finché ti sarà permesso. Mi dispiace, ma so che comprenderai , come tutti noi, la necessità di aiutare questi bambini.”




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