Review Party: "La ragazza di fuoco" di Suzanne Collins


Buona domenica, Disastri! Continua il review party sulla trilogia "Hunger Games" di Suzanne Collins. PsycoDisaster ci racconta il secondo capitolo, La ragazza di Fuoco, sempre edita Mondadori.


Titolo: Hunger Games – La ragazza di fuoco

Autore: Suzanne Collins

Edizione: Mondadori

Prezzo: 7.99 €

Genere: fantasy

Data di pubblicazione: 2 novembre 2010



Sinossi

Non puoi rifiutarti di partecipare agli Hunger Games. Una volta scelto, il tuo destino è scritto. Dovrai lottare fino all'ultimo, persino uccidere per farcela. Katniss ha vinto. Ma è davvero salva? Dopo la settantaquattresima edizione degli Hunger Games, l'implacabile reality show che si svolge a Panem ogni anno, lei e Peeta sono, miracolosamente, ancora vivi. Katniss dovrebbe sentirsi sollevata, perfino felice. Dopotutto, è riuscita a tornare dalla sua famiglia e dall'amico di sempre, Gale. Invece nulla va come Katniss vorrebbe. Gale è freddo e la tiene a distanza. Peeta le volta le spalle. E in giro si mormora di una rivolta contro Capitol City, che Katniss e Peeta potrebbero avere contribuito a fomentare. La ragazza di fuoco è sconvolta: ha acceso una sommossa. Ora ha paura di non riuscire a spegnerla. E forse non vuole neppure farlo. Mentre si avvicina il momento in cui lei e Peeta dovranno passare da un distretto all'altro per il crudele Tour della Vittoria, la posta in gioco si fa sempre più alta. Se non riusciranno a dimostrare di essere perdutamente innamorati l'uno dell'altra, Katniss e Peeta rischiano di pagare con la vita…




Recensione

La settantaquattresima edizione degli Hunger Games è finalmente conclusa e Katniss e Peeta sono sopravvissuti. La coppia degli innamorati sfortunati di Panem ha vinto.
Tutto sarebbe dovuto tornare alla normalità ma non si ha mai ciò che si vuole e soprattutto ogni cosa è destinata a cambiare. Katniss lo imparerà a sue spese. L’amico a cui è sempre stata legata fin da bambina la tratta con freddezza e del rapporto con Peeta formato nell’arena non è rimasto ormai nulla. Katniss ha salvato entrambi giocandosi ogni carta in suo possesso e ciò che li ha mantenuti in vita durante i giochi li ha separati una volta finiti. Inoltre, come se i problemi non fossero già abbastanza il clima nei distretti comincia a cambiare, le persone a parlare, a reagire…

La speranza è quella piccola fiammella racchiusa in ognuno di noi, che nonostante la pioggia o le tempeste rimane sempre accesa, ma la paura è in grado di piegare i cuori più forti perché tutti hanno un punto debole, qualcosa da perdere che ne si possa essere consapevoli o no e cosa si può fare quando ti senti minacciare ciò che per te è più caro? Katniss ha involontariamente dato inizio a qualcosa che dovrà riuscire a soffocare per il bene di coloro che ama ma come se fosse una regola universale del suo percorso nulla va per il verso giusto o magari non ha fatto altro che prendere la piega giusta se si imparasse a vederla diversamente. E se soffocare la ribellione dei distretti fosse la cosa sbagliata? Se cercare di placare gli animi aggravasse solo le cose o peggio le lascerebbe immutate? Cosa gli avevano dato in fondo a parte paura e morte? Cosa avevano da perdere? Tutto e niente.
"Ma come ha fatto a farli arrabbiare? Vorrei farlo anch’io, e con gli interessi. Incrinare la corazza compiaciuta di chi usa la propria intelligenza per trovare modi divertenti per farci morire. Fargli capire che, se noi siamo esposti alla crudeltà di Capitol City, lo stesso vale per loro." 
Magari alimentare quella piccola fiammella che si sono trovati fra le mani è proprio la soluzione che da tanto si aspettava e ora non si doveva far altro che propagarla il più possibile. Tutto comincia a riacquistare un senso, ad avere armonia. Il rapporto tra Peeta e Katniss si ritroverà ad unirsi nuovamente e finalmente si comincerà a trovare un qualche scopo.
"Potresti vivere cento vite e ancora non lo meriteresti, lo sai? —osserva Haymitch. —Sì, sì —dico bruscamente. —Non c’è dubbio, lui è il migliore di noi tre." 
La schiettezza e perché no l’antipatia di Haymitch è una delle cose che ho apprezzato di più durante la lettura. È uno dei miei personaggi preferiti insieme a Peeta e non potrebbero essere più opposti. Peeta è buono, quel tipo di ragazzo dal cuore puro nonostante la vita gli abbia riservato brutte sorprese, quel qualcuno che non potreste fare altro che amare fino alla fine per via del suo modo di essere così diverso quasi irreale ma talmente vero da non poterci credere. Haymitch invece è molto simile se non uguale alla nostra protagonista, scorbutico, poco incline ai rapporti umani, calcolatore e molto riservato ma nonostante tutto un grande personaggio che con il suo essere cinico e ironico fino alla fine spezzerà ogni momento critico con le sue parole. Una grande mente che non è stata oscurata nemmeno dall’alcol ma che anzi ha dato il suo contributo alla rivoluzione e che i suoi tributi avevano acceso ulteriormente ai settantaquattresimi Hunger Games.

Mi manca solo l’ultimo libro della trilogia e non vedo l’ora di scoprire come finirà la movimentata storia d’amore tra Katniss e Peeta oltre allo scoprire quali saranno i risvolti della ribellione.

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