Le recensioni di LunaStorta: La figlia del peccato di Emily Gunnis


"Senza dubbio questo libro e la sua autrice, resteranno nella mia libreria e nella mia testa a vita."
Il titolo edito Garzanti l'ha lasciata senza parole.
Non perdete la recensione di LunaStorta per "La figlia del peccato" di Emily Gunnis.

Titolo: La figlia del peccato

Autore: Emily Gunnis

Edizione: Garzanti

Prezzo: 9.99€ eBook

Genere: narrativa/thriller/storico

Data di pubblicazione: 20 febbraio 2020


Sinossi

Due bambine costrette a separarsi. Un mistero rimasto sepolto per anni. Una sola possibilità di salvezza.
Sussex, 1956. È calata la notte. Al convento di Saint Margaret tutte le luci sono spente e regna il silenzio. Protetta dal buio, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Spera di trovare una via di fuga dalla prigione che le ha tolto il suo unico figlio senza darle nemmeno il tempo di abbracciarlo. Per lei non c’è più possibilità di salvezza, ma forse può ancora aiutare Elvira, l’unica bambina cresciuta tra quelle mura. La piccola ha appena scoperto di avere una sorella gemella e vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma scappare da Saint Margaret sembra impossibile. Il convento si fregia di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui si rifugiano per dare alla luce bambini destinati all’adozione.
In realtà, è una fortezza che nasconde oscuri segreti. Un luogo in cui centinaia di giovani donne sono private degli affetti e della libertà, vittime di atrocità di cui nessuno ha mai saputo nulla.
Da allora sono passati sessant'anni e tutta la verità su Saint Margaret è ora contenuta in una lettera di Ivy. Poche righe scritte con mano tremante che Samantha, madre single e giornalista in cerca di uno scoop, rinviene per caso in un vecchio armadio della nonna. Non appena le legge, si rende conto di avere per le mani quello che aspetta da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata. Sa che quel compito spetta a lei. È come se quella lettera l’avesse trovata e le chiedesse di andare fino in fondo perché quell'indagine potrebbe rivelarle particolari sconosciuti del proprio passato. Ma Samantha deve fare in fretta. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie.

Recensione

Incredibile come sia sottile la linea che divide forza e debolezza. Basta un soffio e anche chi vanta una grande tenacia si può spezzare come il più fragile dei ramoscelli.
C’è chi accumula dolore fino a scoppiare, chi invece si lascia trasportare dallo sconforto ogni qual volta sperimenti questo sentimento.

Ivy, una ragazza ancor troppo giovane, rimasta incinta al di fuori del matrimonio. Non ha scelta, per preservare l’onore della famiglia deve recarsi al Saint Margaret, un convento che fa da casa di accoglienza per ragazze madri che devono dare alla luce i propri piccoli.
Un luogo che dietro la facciata luminosa nasconde l’oscurità più profonda, dove chi dovrebbe esser protetto viene sfruttato e maltrattato, dove a chi si dovrebbe dare nuova vita viene invece tolta.

 “In un’occasione ho dovuto mettere in ordine attorno a un bimbo piccolissimo che era morto. L’avevano lasciato nel bidone della spazzatura avvolto in una coperta insanguinata. L’ho tirato fuori, l’ho tenuto stretto, ho pianto e gli ho detto che era stato amato, finché madre Carlin non l’ha ghermito per metterlo nel cassone dove finiscono i neonati morti. Mi ha detto di non sprecare lacrime sui figli del demonio e mi ha dato uno schiaffo con tanta forza che il suo anello mi ha ferito la guancia.”

Ivy cerca di resistere fino alla fine, nella speranza che il suo amato o la sua famiglia vadano a recuperarla, ma nessuno accorre in suo aiuto.
Nasce la piccola Rose, e non fa in tempo a stringerla tra le braccia che le viene sottratta. Sarebbe stata nella nursery con gli altri bambini fino a che non l’avessero adottata.
Ivy, costretta a firmare i documenti per rinunciare alla piccola, perde le speranze quando Rose viene adottata… o almeno finché non conosce la piccola Elvira. Le si affeziona talmente tanto che cerca - per come può - di darle un futuro, anche se non ne vede uno neppure per se stessa.

Ecco una storia inabissata per ben sessant'anni.

Ma come sempre, prima o poi tutto viene a galla e, sessant'anni dopo, sarà Samantha – una madre single dedita al suo lavoro da giornalista – a trovare uno scoop in alcune lettere rinvenute a casa della nonna. Lettere che raccontano della sofferenza di una certa Ivy, del periodo buio passato al Saint Margaret, della disperazione e della speranza di una donna sola al mondo, senza niente e nessuno.
Ma per scoprire chi sia questa donna o i segreti di quel luogo, Sam dovrà affrontare una feroce corsa contro il tempo. Il convento verrà demolito proprio due giorni dopo e qualsiasi segreto celi al suo interno, se non farà in fretta, verrà sepolto sotto le macerie ed il cemento per sempre.

Wow.

Emily Gunnis ha uno stile davvero wow.
Non so se posso davvero trovare le parole adatte per descrivere questo romanzo perché più ci rifletto e più penso… wow.

Sono stata catapultata nel mondo di Ivy.
Ho vissuto con lei il suo terrore, i momenti di speranza, di stanchezza, di dolore.

Sono stata avvolta dalle parole di Ivy come Samantha.
Ho provato la sua curiosità, il suo interesse, l’ansia, il pericolo.

Ho vissuto più di una vita con questo libro, più di un unico viaggio, e sono rimasta completamente affascinata dall'intreccio creato dall'autrice.
Un nodo enorme districato con pazienza fino alla fine, finché ciò che rimane non è altro che un filo lungo e chiaro che collega tutti.
Non provavo così tanta curiosità, suspense, paura, ansia e inquietudine dall'ultimo libro di Dan Brown che ho letto.

Sono rimasta esterrefatta ed estasiata insieme. Una trama interessante, una storia scritta bene e un coinvolgimento emotivo altissimo.
Senza dubbio questo libro e la sua autrice, resteranno nella mia libreria e nella mia testa a vita.

Tratto da una lettera di Ivy:
“Le suore sono più che crudeli, […] Ci picchiano con le verghe o con qualsiasi cosa capiti loro fra le mani se cerchiamo di parlare. Una ragazza si è procurata una grave ustione sulla lamiera d’acciaio rovente, tant’è che le è venuta una vescica sul braccio che ora si è infettata. Suor Mary Francis non ha fatto altro che rimproverarla per aver perso tempo. […] Viviamo in funzione del campanello; non ci sono orologi né calendari, niente specchi, nessun senso del tempo. Nessuno mi dice che cosa succederà quando arriverà il bambino, ma so che qui ci sono dei neonati perché di notte li sento piangere.”



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