Hidden Corner - L'Angolo Nascosto: Diatriba D Amore Contro Un Uomo Seduto di Gabriel García Márquez


Torna Giulia con la sua rubrica Hidden Corner - L'Angolo Nascosto. Il titolo che ci propone oggi è del compianto Gabriel García Márquez. Solo lei poteva parlarci di "Diatriba D'Amore Contro Un Uomo Seduto" edito Mondadori. Venite a scoprire con che eleganza lo ha recensito.

Titolo: Diatriba D'Amore Contro Un Uomo Seduto

Autore: Gabriel García Márquez

Genere: Letteratura teatrale

Editore: Mondadori 

Data di pubblicazione: 1a edizione 1987


Sinossi

Graciela è una donna del sud del mondo, figlia di una lavandaia, ma è riuscita a compiere un'imponente ascesa sociale grazie al matrimonio con un uomo benestante e a uno strenuo impegno negli studi. Sembra destinata alla felicità, almeno la felicità borghese fatta di benessere materiale e riconoscimenti sociali; eppure non è felice, e dopo venticinque anni di matrimonio trova il coraggio di reclamare il suo bisogno d'amore: davanti al marito, seduto in poltrona a leggere con indifferenza il giornale, si lascia andare a un lungo, intenso monologo. Unico testo teatrale dell'autore, l'opera vive del linguaggio poetico dei romanzi dell'autore e dell'inconfondibile clima del realismo magico sudamericano, con un imprevedibile finale..

Recensione

Di Gabriel Garcia Marquez ho letto tutto. Qualcosa più di una volta. E conservo dentro l’anima una classifica personale che, a voler fare i puntigliosi nel caos dell’adorazione, ha poco senso. Eppure c’è e allora tanto vale sfruttarla senza preoccuparsi di mettere punteggiatura adeguata alla frase perché esce così come un fiume. Eppure c’è e ogni volta sembra volersi modificare. Perché l’unico testo teatrale che Gabo ha scritto sembra volersene stare relegato in un angolo del mondo letterario, dimenticato o sconosciuto non fa differenza, ma è una strategia. Un agguato. Lui ti aspetta, paziente, pronto ad aggredirti, pronto a capovolgere la tua idea di classifica dell’anima di quanto è preferito.
Bastano poche righe per capire che puoi togliere la forma dalla mano dello scrittore ma non la mano dello scrittore dalla forma:

Lei indossa un vestito semplice da zona tropicale con gioielli da tutti i giorni. 
Ha un aspetto pallido e tremante nonostante il trucco greve, ma conserva il facile autocontrollo di chi è ormai al di là della disperazione.

E le poche righe diventano una martellante richiesta di un tempo troppo breve, quanto occorre per leggere tutto quello che viene dopo aver varcato la soglia al di qua della disperazione. Il monologo di una donna – che potrebbe essere la donna di ogni donna e di ogni uomo in una devastante umanità che ci trova tutti ovunque abbiamo deciso di nascondere noi stessi e le nostre miserie -  che ripercorre una storia d’amore lunga 25 anni. Vissuti in una crescente consapevolezza che sembra non dare spazio a quell’artificio al quale – secondo Marquez stesso – sappiamo ricorrere quando il silenzio dell’abbrutimento dell’anima e della vita ci sa restituire soltanto un silenzio assordante: l’oblio della memoria.

La felicità dell’oblio è l’unica che non si paga.

25 anni racchiusi in un monologo senza sosta alcuna, da una giovinezza povera di tutto tranne che del sogno della felicità all’inizio di una vecchiaia che sta per essere festeggiata nella notte che precede il primo giorno del resto della vita.

Non fosse per via delle albe, rimarremmo giovani tutta la vita. E’ proprio vero: invecchiamo all’alba.

Una riflessione che vale l’intero volumetto, questa. Perché, raramente, l’interezza dell’esistenza riesce a stare racchiusa in un paio di frasi. E perché, ancora più raramente, la poesia di tutto l’amore che abbiamo aspettato o vissuto o sognato nelle notti ci ha saputo svegliare all’alba facendoci sentire più saggi. Semplicemente, ci ha sorpresi più vecchi. E servivano due frasi di un monologo teatrale di Marquez perché una sola parola in più fosse superflua.
75 pagine che riescono a rimescolare le carte dell’anima del lettore che credeva di aver già letto tutto ma non ricordava di non aver ancora letto nulla. 75 pagine di un autore del quale è stato detto tutto e oltre, che ha scritto di amore, di politica, di esistenza, di una terra lontana. Tutto con amore. E scrivere d’amore con amore è un’arte che pochi riescono a maneggiare.

Il fatto è che la felicità non è come dicono, che dura solo un istante e non si sa di averla avuta finché non è finita. La verità è che dura finché dura l’amore, perché con l’amore persino morire è bello.

A presto
Giulia.



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