Le recensioni di Francesca: Soldato d'inverno di Daniel Mason


Recensione di Francesca per "Soldato d'inverno" di Danel Mason, edito Neri Pozza Editore.

Titolo: Soldato d’inverno

Autore: Daniel Mason

Edizione: Neri Pozza Editore

Prezzo: Ebook € 9.99 / Cartaceo € 18.00

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: gennaio 2020


Sinossi

Ungheria settentrionale, 1915. Per tre anni il ventiduenne Lucius Krzelewski ha consacrato con severità monastica la sua vita allo studio della medicina. Ma allo scoppio della Prima guerra mondiale, dinnanzi all’offerta di far parte di una squadra di dottori in un ospedale di guarnigione, non esita ad arruolarsi. Viene spedito in un villaggio annidato in una valle dalle pendici morbide, con due viuzze di case che scendono giù da una chiesa fatta di tronchi malamente sbozzati. La chiesa è diventata l’ospedale di campo, un avamposto gelido e devastato dal tifo, presieduto da suor Margarete, una giovane suora infermiera che, dopo che i medici si sono dati alla fuga, è la sola ad accogliere i camion carichi di feriti che si riversano a ritmo incessante nella valle colma di neve. Una sera di febbraio compare un contadino avvolto in un gigantesco mantello di pelle di pecora. Trascina una carriola in cui giace il corpo raggomitolato di un soldato con gli occhi sbarrati, in evidente stato di shock. Lucius e Margarete accolgono il soldato, lo spogliano e lo lavano e restano stupefatti dinnanzi ai numerosi fogli di carta celati nella fodera del suo pastrano: sono disegni di uomini, soldati, treni, montagne e animali fantastici, tutti eseguiti dalla stessa abile mano. Chi è quell’uomo? Da dove viene e cosa gli è successo? E, soprattutto, quale prezzo sarà disposto a pagare, Lucius, per rispondere a queste domande? Dalle dorate sale da ballo della Vienna imperiale alle foreste ghiacciate del fronte orientale; dalle improvvisate sale operatorie ai campi di battaglia battuti dalla cavalleria cosacca, Soldato d’inverno è un magistrale affresco dell’Europa in guerra e, al contempo, uno struggente romanzo d’amore, colpa e redenzione.

Recensione

“Ti amo".Gli era sempre sembrato un po’ eccessivo, un po' sdolcinato e sentimentale, una mancanza di immaginazione da parte dei poeti mettere la stessa frase sulle labbra di cavalieri morenti, soldati tornati a casa, vergini piangenti, come se fossero tutti adepti di una fede che prevedeva una sola preghiera.

Basta già questo bellissimo e struggente concetto per capire, signore e signori, che qui stiamo parlando di un piccolo capolavoro. Qui vediamo con i nostri occhi lo svolgersi del grande dramma esteriore col primo conflitto mondiale, e di quello interiore e intimo di un uomo. Uno che attraverso la ricerca giunge alla redenzione.

Avete letto Dostoevskij? La grande sofferenza di Lucious può tranquillamente essere accostata a quella dei più grandi personaggi creati da Feodor.
L’innesco che ci porta al tutti contro tutti lo troviamo in ogni libro di scuola.
Quando Gavrilo Princip spara e uccide Sua Altezza Imperiale il Granduca d'Austria il giovane Lucious è ancora un brillante e talentuoso studente di medicina. Tutto ciò che riguarda il corpo umano lo affascina, ogni vena pulsante, ogni muscolo fremente. Ma ciò che più lo attrae, inesorabilmente, è il cervello umano. Non solo il mero meccanismo, ma soprattutto come funzionano i ricordi, i traumi, tutto quello che immagazziniamo come memoria.
Lucious sarà dichiarato dottore in emergenza e ritenuto idoneo alla partenza, destinato al fronte orientale, dove imperversano le truppe russe e famigerati cosacchi. Il villaggio a cui è diretto è annidato tra due morbide valli, con due vie di case che scendono giù da una chiesetta. La chiesetta è diventata ospedale da campo, un posto gelido e periodicamente devastato dal tifo. A capo di tutto ciò suor Margarete, una donna che non esita a fingere di aver perso il senno se può evitare ai soldati di essere rispediti al fronte troppo presto.

Tra cimici, dita che cadono per il freddo e l'emergenza di un ospedale militare, un giorno arriva un uomo in preda al delirio. Ma non è solo per la febbre che il soldato d'inverno delira. Chissà di quali orrori è stato vittima e carnefice. Chissà quali incubi popolano le sue notti. Notti in cui suor Margarete non lo lascia un istante e in cui Lucious cerca di capire se e come può scavare nella sua mente per carpirne i segreti. Il soldato ha il cappotto imbottito di carta, un espediente molto usato al fronte, ma sulla carta sono impressi decine e decine di disegni. Fogli su fogli pieni di uomini, donne, scene di guerra e cavalli. Quando poi l'orda cosacca arriverà nel villaggio l'ospedale verrà smobilitato, Lucious perderà di vista suor Margarete e gli amici e, ormai troppo tardi, capirà di aver messo il suo desiderio di conoscenza davanti al suo dovere di medico. Capirà di amare Margarete, la sua forza, la sua tempra, ma scoprirà di non sapere nulla di lei, né il suo vero nome e neppure il paese in cui è nata. Partirà alla sua ricerca, illudendosi ogni volta di averla trovata tra mille volti per poi essere deluso. Ancora e ancora. Il suo peregrinare un giorno si concluderà e il finale potrebbe sembrare aperto ma io non lo reputo tale. È la redenzione e non l’amore a spingere Lucious a cercare Margarete per anni. Quando infine la troverà, il ricordo di ciò che è stato sarà il punto di non ritorno. Lucious può finalmente lasciare che “il mondo gli apra le braccia”.



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