Le recensioni di LunaStorta: Non è poesia di Erika B. Riot


Lo scorso aprile Erika B. Riot ha pubblicato "Non è poesia", opera autobiografica, e LunaStorta lo ha letto per il blog. Ecco la sua opinione.

Titolo: Non è poesia

Autore: Erika B. Riot

Edizione: self publishing

Prezzo: 4.99€ eBook

Genere: autobiografico

Data di pubblicazione: 12 aprile 2020


Sinossi

La schizofrenia, decisamente, non è poesia. È prima di tutto incomprensione reciproca. Il soggetto schizofrenico non riesce a comprendere il mondo esterno utilizzando chiavi di lettura comunemente condivise, mentre le persone che si relazionano con lui faticano ad entrare nei suoi schemi mentali, a capire come comunicare all'interno di un contesto spesso impenetrabile. A maggior ragione quando lo schizofrenico non sa di essere malato: si trova quindi a soffrire per la mancanza di empatia da parte di chi lo circonda e imparerà presto a identificare come nemici coloro che non partecipano alla sua allucinazione.'Non è poesia' è un viaggio attraverso l'esperienza di Erika, una bambina che si trova suo malgrado ad essere l'unica caregiver della mamma, la quale soffre di schizofrenia paranoide e a causa della sua patologia tende ad isolarsi e ad allontanare in malo modo chiunque provi ad entrare in contatto con lei. Di conseguenza, anche Erika è costretta a confinarsi entro le mura di casa, a limitare al minimo i rapporti con estranei e familiari. Prova più volte a chiedere aiuto, ma sembra che nessuno voglia riconoscere la patologia. La parola "schizofrenia" fa ancora paura e il risultato di una sottostima del problema è spesso un'escalation di violenza. Allo stato attuale, inoltre, non c'è modo di obbligare una persona non consapevole della propria malattia a curarsi.

Recensione 

Non è poesia, non è per tutti.

La schizofrenia non è un argomento semplice da trattare, né lo si può fare con una certa leggerezza. Questo libro mostra quanto non sia solo il soggetto principale a soffrire per questa malattia, ma anche, forse soprattutto, chi gli sta intorno.
Dolore. Cattiveria. Rabbia. Sospetto. Tormento. Sofferenza. Indifferenza.
Quest'ultima è probabilmente ciò che più fa male.

Sono rimasta stupita, bloccata, esterrefatta in certe svolte.
Perché la schizofrenia non vuol dire non capire nulla, ma anzi, capire di più e solo ciò che si vuole, ciò di cui si è convinti fermamente. E in questa storia, la cecità non è amica della malattia, ma direi piuttosto l'alleata più subdola.

Ho sofferto anche io per le pene di quella bambina diventata con grande forza e con non poca difficoltà una donna sicura di sé e, spero, pienamente realizzata.

Questo libro svela una realtà celata agli occhi di molti. Una realtà cruda, a tratti crudele e pesante, forse anche triste, ma sicuramente dolorosa.
Mi sono sentita impotente e in colpa nei confronti di quella bambina che nessuno ha mai aiutato come avrebbe dovuto. Ho avuto un terrore assurdo al solo pensiero che sarebbe potuta finire male, e mi sono sentita sollevata nel realizzare che così non è stato. Erika mi ha trasmesso l’immagine di una bambina ferita che ha dovuto sopportare colpi troppo duri per la sua anima innocente, e quella di una feritaforte e bellissima che nonostante tutto ha saputo alzarsi in piedi e gridare.

A parte dei piccoli errori, anche insignificanti, legati al fatto di non aver avuto un team dietro, non ho riscontrato niente di negativo a livello espositivo. Lei sa quello che scrive e come lo scrive, ha talento ed ha avuto un grande coraggio.
È un libro che ho apprezzato e che rileggerò sicuramente molto presto.



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