Le recensioni di Viola: "L'unica ragione" di Autumn Saper


Viola torna a parlarci della serie Wildfire di Autumn Saper: settimana scorsa è uscita la novella dedicata all'agente Dean e al vicino metallaro, sempre edita Triskell Edizioni!


Titolo: L’unica ragione

Serie: Wildfire #3.5

Autore: Autumn Saper

Edizione: Triskell Edizioni

Prezzo: € 2.99 formato ebook

Genere: contemporaneo m/m

Data di pubblicazione: 20 Agosto 2020



Sinossi

Dopo aver ammesso la sua omosessualità, Dean Foster si è visto portare via la sua intera vita.

Adesso, a cinque anni di distanza, sta faticosamente cercando di rimettersi in piedi. Primo punto sulla lista? Trovare una casa per lui e la sua gatta, Mela. È stanco di non avere un appartamento, e anche se i suoi sogni includono una relazione stabile con un uomo che possa amarlo per quello che è, si accontenta nell'immediato di non dormire più in un motel o sul divano di qualche amico.

A permettergli di realizzare questo traguardo è Noah Murray, collega di lavoro, che si sta trasferendo, lasciando così il suo appartamento sfitto. Come perdere l’opportunità? Nemmeno il pensiero che ci sia un vicino a cui piace la musica heavy metal a tutto volume lo scoraggia a trasferirsi lì. D'altronde, quanto potrà mai essere fastidioso?

Recensione

Bentrovati Disastri con questo racconto breve della Serie Wildfire, i cui protagonisti sono l’agente Dean Foster e il famigerato vicino di casa ascoltatore di musica heavy metal di Noah Murray.

Dean ha trentasette anni, capelli biondi tagliati corti, occhi azzurri, dal carattere mite, ha divorziato da quando è riuscito ad ammettere prima a se stesso e poi alla moglie Camille di essere omosessuale. Ha pochissimi amici, la famiglia dopo il suo coming out non gli rivolge più la parola e al lavoro ogni giorno combatte contro l’omofobia di molti colleghi, sempre pronti a lasciargli bigliettini o ricordini nell’armadietto o a rivolgersi a lui con frasi poco cortesi. Dopo il divorzio non ha potuto cerca altra soluzione abitativa se non una stanza economica in un motel rinunciando a portarsi dietro Mela, una gatta che è con lui fin dal college. Foster è tendente al timido e riesce a chiedere al collega Noah Murray dell’appartamento che sta lasciando libero solo dopo vari tentativi di trovare coraggio e il momento buono. Tra scartoffie da compilare, i colleghi da tenere a bada, l’autoincolparsi di troppe cose, Dean deve anche rispondere alle chiamate dei cittadini che lamentano che, nel palazzo in cui vivono, uno degli inquilini accende la musica troppo alta per chiunque nel palazzo altro abitante. È così che Dean incrocia lo sguardo verde brillante di un uomo dal sorriso smagliante e dai riccioli biondi a cui dà solo un richiamo, per poi ritornare in ufficio e finire con lo scoprire che l’appartamento disponibile è proprio quello di fianco al metallaro.

Mentre Murray ha avuto la pazienza, chiamiamola così, di non bussar mai alla porta del casinista, Dean - dopo aver sopportato per ben mezz’ora la musica a tutto volume mentre cerca di guardare il baseball - si ritrova a bussare finché quegli stessi occhi verdi che lo avevano colpito quando era in servizio non lo scrutano dalla soglia, con uno sguardo divertito e apparentemente interessato mentre una spudorata Mela si infila nell’appartamento del vicino.

Complice la gatta e il sorriso scanzonato del vicino, scambiare due parole insieme sembra il minimo, se poi quest’ultimo lo incontra alla tavola calda sotto casa e comincia a chiacchierare con tutte le intenzioni di rimanere seduto in sua compagnia e lo invita ad andare in un pub a un paio di isolati con la scusa di fargli assaggiare birre diverse, per Dean è piacevole e allo stesso tempo disarmante. Per tutta la vita Dean ha cercato di essere ciò che gli altri volevano che fosse, un figlio credente e che cercava di “correggersi”, un marito per quella che ritiene essere la sua migliore amica ma che a causa di domande non rivolte ne spiegazioni elargite fa fatica a perdonare l’inganno. Ora con tutto ciò che ha perso, correre il rischio è un passo troppo difficile da fare nella sua vita privata perché prima deve far chiarezza con se stesso per provare a donare un pezzo del suo cuore già provato dal senso di perdita.

Immagino abbiate notato che non ho fatto volutamente il nome del “metallaro”. Posso dirvi che fin dalle prime pagine saprete chi è ma chi sono io per rovinarvi la sorpresa? Posso dirvi che potreste arrivarci se siete fresche di lettura dei precedenti volumi.

Posso dirvi di aver cambiato idea su entrambi i protagonisti e in maniera positiva. Se prima l’agente Foster non mi sia particolarmente piaciuto quando ritrovato nei precedenti volumi, ora ho capito le sue scelte. Posso non condividerne alcune ma le capisco, non è facile riuscire a essere lui, non è bello ciò che ho letto quando si è dovuto confrontare con un collega omofobo ma la scelta di subire, pur capendo che reagire sarebbe stato peggio, è forse ciò che la maggior parte delle persone sceglie nella vita reale ed è per me sbagliata, date la colpa al mio carattere, date la colpa alla stupidità delle persone ma subire non è la chiave per vivere meglio. Dean ha del lavoro su se stesso da fare per capire che è perfetto così come è e che la sua natura non è un problema e che forse la felicità la trova bussando alla porta accanto.

Questo volume è logicamente più corto rispetto ai precedenti essendo un racconto breve ma non perde in intensità di argomento e risulta scorrevole e piacevole esattamente come gli altri.

La voce narrante in prima persona è quella di Dean e se fosse reale sarebbe un membro onorario dei nostri Disastri.

Piccole comparsate di Orsacchiottino mio, di Bambina, della Queen indiscussa di Baltimora e degli altri personaggi della serie che vi strapperanno sicuramente qualche sorriso. E se per caso ve lo state chiedendo Chester… beh è sempre il solito Chester.


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