Le recensioni doppie: Marco e Giulia raccontano "Clean - Tabula rasa" di Glenn Cooper


Prendete due persone agli antipodi come modo di scrivere, di leggere, di fare e dategli lo stesso libro: Marco e Giulia hanno letto il nuovo libro di Glenn Cooper, pubblicato da Casa editrice Nord. Scopriamo cosa ne pensano... ma soprattutto, riuscite a distinguere chi pensa cosa?!


Titolo: Clean. Tabula rasa

Autore: Glenn Cooper

Edizione: Nord

Prezzo: 9,99 € kindle – 19,00 € cartaceo

Genere: Thriller Psicologici

Data di pubblicazione: 9 luglio 2020



Sinossi

Volevano salvare la memoria. L'hanno cancellata. Ma forse c’è ancora una speranza…

Il traguardo di una vita. Finalmente il dottor Steadman può affermare di aver curato l'incurabile: l’Alzheimer. E ora che passerà alla storia, poco importa se, per ottenere quel risultato, ha deciso di correre un rischio enorme… Una catastrofe globale. Nel giro di pochi giorni, miliardi di persone in tutto il mondo perdono la memoria a causa di un virus sconosciuto e altamente infettivo. Senza più nessun ricordo, uomini e donne agiscono solo in base all'istinto di sopravvivenza, spinti dalla fame e dalla paura. Le città sono al collasso, non ci sono più elettricità, acqua corrente, rifornimenti di cibo. I pochi immuni dal contagio si rifugiano in casa e pregano nel miracolo. Eppure c'è chi pensa che il miracolo sia già avvenuto: senza polizia e tribunali, è in vigore un'unica legge, quella del più forte… L'ultima speranza. Il dottor Jamie Abbott sa di poter rimediare all'errore di Steadman, fermare l’epidemia e, così, guarire la sua stessa figlia. Ma per riuscirci ha bisogno dell’aiuto di Mandy Alexander, una sua amica e collega che vive a Indianapolis. Da Boston, è un viaggio di millequattrocento chilometri attraverso un Paese allo sbando, in cui il pericolo si annida ovunque. Jamie può solo sperare che ci sia ancora qualcuno là fuori che si ricordi cosa ci rende umani. Perché quando tutte le certezze crollano e la memoria evapora, è necessario unire le forze e agire, prima che la nostra civiltà diventi una tabula rasa…




Recensione

Se perdiamo la nostra umanità, perdiamo tutto.James Hillman – Un terribile amore per la guerra
James Hillman sostiene, in un volumetto disturbante e assai difficile, che la guerra è una costante della dimensione umana. Non un male necessario, nemmeno uno innecessario. Una costante umana. Ragionevole o meno, condivisibile o meno, è certamente una considerazione agghiacciante. Non sappiamo se il buon vecchio Cooper abbia pensato a questo mentre, come in un trip allucinato, ha buttato giù la previsione quasi esatta di quello che poco dopo sarebbe accaduto al mondo. Accaduto davvero, intendiamo. Non sappiamo se ci abbia pensato, dicevamo, ma anche non lo avesse fatto ha preso la condizione umana, l’ha divorata e rivomitata in tutta la sua splendente incapacità di sottrarsi alla guerra e a quell’atavico istinto che la guerra la precede, la accompagna e la segue: la fame.
Se moriamo di fame, perdiamo tutto.
Nel suo ultimo romanzo, infatti, Gleen Cooper, uno degli scrittori di thriller più illuminati e illuminanti, ha deciso di proporci la storia di una pandemia scatenata da un gruppo di medici che sta lavorando alla una cura definiva contro l’Alzheimer, di un qualcosa che va per il verso sbagliato e del rischio di compromettere per sempre la vita sulla terra per come la intendiamo, o per meglio dire per come l’abbiamo intesa fino a qualche mese fa. Il romanzo parte proprio da qui, dall’avvicinarsi di una catastrofe apocalittica, dal dottor Jamie Abbott, uno dei medici impegnati nella ricerca, uno dei sopravvissuti al virus, un uomo che già nella routine quotidiana deve convivere con una non facile realtà, dal coraggio – della disperazione - di mettere in gioco tutto, anche la propria vita e quella dei figli, per tentare di recuperare la situazione. Da Jamie Abbott e dalla dottoressa Mandy Alexander, sua brillante collega nonché, per breve tempo, sua amante, lontani eppure vicini nell’essere tra i pochi a poter trovare una cura efficace per fermare e curare una nuova terribile malattia che non uccide la vita, forse.

Perché se la condizione umana sembra avere, in sé, la guerra, l’esistenza ha, in sé, un senso se può sopravvivere nella mente di quanti quell’esistenza possono ricordarla. Una manciata di istanti fa è mancato Zafon. E, molto prima che Clean venisse alla luce, ha scritto qualcosa che sembra fare da sfondo – uno sfondo di una angoscia disarmante - all’intero volume di Cooper:
Esistiamo fintanto che siamo ricordati.Carlos Ruiz Zafón - L'ombra del vento
È su questa esistenza che si mantiene nel ricordo, e quindi nell’anima e nell’esistenza, dell’altro che Cooper gioca un gioco malvagio. Quello che vede contrapposte la forza della cancellazione – della Tabula Rasa, appunto, che spalanca al vuoto della conoscenza di sé, dell’altro e del sottile filo che lega le vite le une alle altre - e la forza del ricordo – di un amore perduto, di come si spara all’uomo cattivo, di come si salva la propria vita attraverso la vita di quanti, forse un giorno, ci ricorderanno.
Volevano salvare la memoria. L’hanno cancellata.
La guerra, come un meccanismo di incontrollabile umanità, il ricordo, come unico meccanismo che spinge lontano dall’andare alla guerra per la guerra e l’esistenza di una moltitudine di essere inumani come una speranza di salvezza di quella memoria collettiva che ci rende i peggiori nemici di noi stessi eppure dannatamente umani. 
Da un giorno all’altro le persone erano diventate predatori o prede.
Ma lui non voleva essere né l’una né l’altra cosa.
Jamie Abbott, i suoi ricordi e un viaggio attraverso gli Stati Uniti, in assoluta emergenza e con tutte le difficoltà che può comportare un virus che compromette la memoria facendo dimenticare all’uomo di essere tale e facendolo comportare da animale, ci raccontano di come l’animo umano possa reagire nei modi più differenti e di quanto l’uomo possa essere tanto generoso e caritatevole quanto malvagio e avido di potere e gloria. 

In un susseguirsi di storie secondarie, avvincenti e ben strutturate, che si vanno ad intrecciare con la principale e ci offrono veri e propri spaccati di vita e di spirito di sopravvivenza, Cooper ci ricorda quali siano le vere priorità e quanto possano differire da persona a persona.

Nonostante la mancanza di un vero e proprio colpo di scena e un finale che forse sarebbe potuto essere raccontato in modo migliore, il libro di Cooper, uno degli autori che più abbiamo apprezzato nelle sue precedenti opere, tra cui l’indimenticabile ‘La biblioteca dei morti’, dopo qualche romanzo altalenante riesce a ritornare ad un livello davvero alto, in un libro che suona oggi quasi come fosse un’angosciante e inquietante premonizione.

Vorremmo dire che a noi, in questa realtà alterata, non è successo ciò che Cooper ha scritto. Vorremmo dire che non abbiamo dimenticato e il virus non ci ha sterminati. Vorremmo. Eppure non possiamo. Come Cooper abbia potuto immaginare uno scenario tanto vivido e realistico non lo sappiamo, ma d'altronde è questo ciò che fanno i grandi scrittori – anticipano. Come potremmo noi uscire da questa brutale condizione di sopravvissuti nella quale la pandemia ci ha gettati – con le nostre code sbilenche e rissose fuori da supermercati presi d’assalto, con l’odio razziale che dilaga e separa, con la nostra solitaria quarantena nella quale siamo stati dimenticati, con i nostri slogan nei quali non abbiano saputo credere se non per una manciata di attimi disperati, con i morti di un mondo che assomiglia a quello di un libro nel quale Tabula Rasa è parola d’ordine – non lo sappiamo, ma d'altronde soltanto un grande scrittore potrebbe scrivere questo finale. E Cooper, un finale, lo ha scritto.

Non sappiamo dire se aver pubblicato questo libro a luglio 2020 possa essere stato un vantaggio, anzi, dobbiamo ammettere che non sapendolo abbiamo immaginato che l’autore volesse cavalcare l’onda della pandemia, e di questo ci sentiamo sinceramente in colpa.
Di una cosa però siamo certi: non rimarrete indifferenti alla lettura. L’opera o vi conquisterà o vi deluderà, senza mezzi termini. Noi la consigliamo senza esitazioni.


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