Le Recensioni di Viola: "Ghost hunters: Il villaggio maledetto" di Dominik G. Cua


"Questa sarà una recensione difficile per quel che mi riguarda: per la prima volta..."

Scopriamo cosa ha messo in difficoltà la nostra Viola: ci parla di "Ghost hunters: Il villaggio maledetto" di Dominik G. Cua, pubblicato in self publishing a ottobre.


Titolo: Ghost hunters: Il villaggio maledetto (volume 1)

Autore: Dominik G. Cua

Data di uscita: 1 Ottobre 2020

Editore: Self Publishing

Genere: Dark fantasy Paranormale

Ebook: 2,99 euro



Trama

Irlanda, anno 1450. All’interno dei boschi del monte Carrantuohill, nella contea del Kerry, sorge un piccolo villaggio senza nome che conta poche centinaia di abitanti. La gente conduce una vita tranquilla e pacifica, del tutto ignara dell’esistenza di un oscuro segreto che si cela nelle profondità di una vecchia cripta in cui nessuno mette piede da innumerevoli anni. E quando tre giovani donne a conoscenza di tale segreto giungono alle porte del villaggio, cominciano a verificarsi strani avvenimenti: la notte porta con sé fitti manti di nebbia al cui interno si muovono ombre sinistre, gli animali del bosco spariscono nel nulla e la gente inizia a morire nei modi più spaventosi e incomprensibili, tanto da far sospettare che il villaggio sia caduto vittima della stregoneria. Chi sono quelle donne? E cosa si nasconde all’interno della cripta?

Recensione

Questa sarà una recensione difficile per quel che mi riguarda: per la prima volta mi vedo costretta a dover far una media tra il narrato ambientato nel 1400 e quello narrato nel contemporaneo. Abbiate pazienza, cercherò di essere più chiara e onesta possibile, ma in questo libro ho trovato molte cose del genere “qualquadra non cosa”.


Or dunque, siamo nel quindicesimo secolo, siamo in Irlanda in quello che sembra un ridente e rigoglioso villaggio costruito in una vallata, circondata da un bosco talmente fitto da non avere una strada principale per andare e venire... già qua a me si è inarcato un sopracciglio ma andiamo avanti. Gli abitanti si conoscono tutti, si dividono tra contadini, pescatori o agricoltori, lavorando e procacciando per il sostentamento di tutti.

Un bel dì, tre giovani sorelle si presentano al villaggio, conquistano i paesani facilotti e dichiarano di risiedere in una dimora nel fitto del bosco. Esatto, quello talmente fitto che nessuno osa andarci se non i cacciatori.

Di pari passo al loro arrivare al villaggio, cominciano a succedere cose strane: i cacciatori non trovano più fauna, solo gli ululati di lupi di un cospicuo branco, i pescatori ritornano con le reti vuote e via dicendo fino al ridursi a dover mangiare carcasse marce pur di sopravvivere...

L’unica abitante del villaggio con un briciolo di sale in zucca è Roisin, una signora che vive da sola e che sostiene a se stessa di avere il dono, non dico della premonizione ma una cosa simile, perché durante la lettura solo una volta il suo “dono” si manifesta, le altre volte diciamo pure che fa una cilecca pazzesca. Ma Roisin è l’unica a capire la vera natura delle sorelle, a provare a far capire che le nuove venute sono le responsabili della disgrazia del villaggio. E non è che queste fanciulle si siano impegnate a circuire tutti, sono proprio i cittadini del villaggio ad approcciarsi come i minions davanti al camioncino dei gelati.


E questa si aggiunge alla lista delle cose che non mi han particolarmente convinta... ma procediamo e parliamo per un secondo di uno tra i capi del villaggio: una volta accesa la lampadina, decide di andare a cercare aiuto oltre il bosco e parte a piedi. Dopo la morte di ogni animale del villaggio, coi suoi concittadini e lui stesso all’orlo del crollo fisico e mentale per la situazione, intraprende il viaggio per tornarsene al trotto con un cavallo preso a prestito. Dopo aver dato una pacca sul sedere al cavallo che mostra buon senso e se ne fugge lontano, si scopre che egli è tornato solo con la buona notizia dell’arrivo di qualcuno pronto ad aiutarli su commissione, ma senza alcuna forma di cibo da dare ai compaesani. Eppure i soldi del compenso li aveva... la vedete la mia lista? ecco, aggiungiamo!

Facendo un piccolo sunto, la prima parte del libro non mi ha convinta per niente: i dialoghi sono a livello di bambini delle elementari con comportamento uguale dato che, spesso e volentieri, i personaggi fanno spallucce. Si denota un abuso del verbo “comprendere” e una leggera tendenza al ribadire un concetto, sia in fase di dialogo che in fase descrittiva. Conoscendomi - e data la mia tendenza a volermi addentrare in un libro come se fossi un personaggio marginale - devo dire che avrei preso tutti a sberle in faccia, sperando in una bella svegliata.

Ma passiamo alla parte contemporanea e a ciò che salvo di questo libro.
I personaggi sembrano più credibili, i dialoghi risultano leggermente meglio e la manifestazione dei doni/poteri/sensazioni di due personaggi sembrano esser veritiere. Devo anche confessare che mi ha comunque fatto provare strizza in alcuni momenti. 
Devo sottolineare che qualche refuso è scappato ancora nonostante la revisione post pubblicazione, e consiglio di rivedere la prima parte per rendere più fluida e scorrevole la lettura e darle una struttura più solida.



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