“Crash on you” di Elvereth Ahn

Recensione a cura di Jessica

Un’autrice che ho conosciuto per la prima volta quest’anno, un romanzo che ho tenuto dubbiosa sul comodino in attesa di ispirazione, una bella scoperta senza dubbio, quantomeno per la cura nella scrittura e nella stesura.

Innamorata del migliore amico di suo fratello, Alyssa è stanca di aspettare, stanca di vivere nell’ombra, di sentirsi invisibile davanti all’unico sguardo che veramente conta per lei. Alyssa “sente” Ryder e avverte il peso di pensieri davanti ai quali non ha mai avuto accesso eppure sa che ci sono e li riconosce in ogni frammento di colore degli occhi.

Gli occhi sono lo specchio dell’anima, la porta delle nostre emozioni, eppure per poter vedere cosa c’è dietro non basta essere attenti osservatori, bisogna anche essere disposti a rischiare un rifiuto, una delusione e affermare con forza il coraggio delle proprie azioni. A volte siamo tentati di cullarci tra le relazioni “comode”, che siano esse di amicizia o di amore poco importa, purché siano poco impegnative e magari riescano anche a favorirci socialmente. Così quando Logan, uno dei ragazzi più desiderati della scuola decide di corteggiarla, Alyssa prova a lasciarsi andare, prova a capire se sia possibile ricreare quella stessa alchimia finora legata all’amico di suo fratello anche con qualcuno di più “adatto” a lei.

Non credo esista questa formula nella realtà, non credo esista una qualche prevedibilità rispetto alla sintonia che può crearsi fra due persone. Escludo a priori comunque che sesso, età, etnia, religione, colore possano essere determinanti a riguardo. Eppure quello che accettiamo con apparente semplicità in amicizia non sempre riusciamo a trasportarlo sul piano dell’amore che sembra legato a dinamiche differenti e a differenti ostacoli con i quali è più che mai necessario fare i conti. A complicare, oppure favorire (dipende da quale lato siamo disposti a esaminare del problema) una possibile relazione tra Ryder e Alyssa, c’è il rapporto tra la giovane e suo fratello maggiore Drave. Un rapporto più profondo di quanto si possa immaginare.

Il legame tra fratelli è qualcosa che non può essere spiegato, non a parole. Devi viverlo per capirlo.

Non sempre è così in verità, ma qui, in questo romanzo, ci piace immaginare che sia possibile avere un rapporto praticamente perfetto, in cui ci si guarda le spalle a vicenda e in cui qualsiasi sia la difficoltà, c’è sempre la certezza di avere qualcuno al fianco su cui contare.

Non è facile insomma far sbocciare questa storia e l’autrice è molto brava a giocare sui vari aspetti di tensione per poi fornirci una soluzione che metterà d’accordo tutti.

Ryder tra i due personaggi rimane forse il più fragile, ma ovviamente a noi vuole mostrare solo la sua forza e la sua indifferenza. Ferisce con le parole, poi inevitabilmente finisce per pentirsi, ma sappiamo bene che un pezzo di carta sgualcito con tornerà mai più nuovo. Specchiarsi negli occhi tristi di Alyssa significherà per questo ragazzo cresciuto troppo in fretta fingere di non essere in grado di provare dei sentimenti. Ma per quale motivo fingere? Perché i mostri contro i quali deve combattere non devono in alcun modo rischiare di sporcare qualcosa di puro e ai suoi occhi inviolabile. La pace che lui non riesce a provare è possibile e va perseguita a ogni costo.

L’amore in questo fragile e intrigante romanzo non è delicato. È un respiro ritrovato nella bocca dell’altro. È sofferenza. Sono labbra che si sfiorano a ogni parola. Sono occhi che annegano in altri occhi, dita che accarezzano e mentre lo fanno finiscono inevitabilmente per scavare un buco nel petto. Il sorriso di Lissy sarà la chiave per spezzare la maledizione e scacciare le nubi dalla vita di Ryder. La famiglia sarà l’unica cosa che conta, l’unica da proteggere veramente.

Simpatica, leggera, ma allo stesso tempo capace di stimolare riflessioni profonde, è una lettura giovane, adatta a chi sogna ancora e non ha nessuna intenzione di smettere.

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