"Un attimo soltanto" di Paola Chiozza


Un attimo soltanto è il tempo che ho impiegato a capire che non sarebbe stata una semplice lettura ma un’esperienza, un viaggio nel mare burrascoso che travolge due ragazzi che devono gestire un sentimento che nasce e diviene immediatamente “inevitabile”.

A vent’anni si rischia per sé, verrebbe spontaneo dire, si rischia per il proprio futuro e per veder realizzati i propri sogni. Difficilmente si rischia per amore di una ragazza o di un ragazzo. Raramente sul tavolo da gioco del futuro mettiamo il cuore.

Se mi concedo il lusso di rischiare, di consegnare il mio cuore sanguinante a qualcuno, voglio che sia lei. Solo lei fino alla fine.

Troy Reynolds ha un sogno, e non è così scontato come sembra. Oggi per i nostri ragazzi sognare è… complicato. Tocca mettere in cantiere tante variabili, salvagenti, reti con cui noi adulti tendiamo a circondarli per paura che cadano e non siano capaci di rialzarsi.

Troy questa rete sembra averla nel benessere e nel lusso dal quale è circondato. Una promessa della vela, un’auto sportiva, abbigliamento di classe e una meravigliosa villa con tante vasche idromassaggio in cui affogare l’insofferenza, la rabbia, l’impulsività e una costante e palese volontà di riscatto.

Tutto ciò che non vorrebbe gli cade letteralmente addosso e ha il nome di un vento, Alizée, un corpo reale e non artefatto come quelli da cui abitualmente si circonda e una lingua in grado di scatenare pensieri che appartengono a ogni età, che tracciano i primi confini di un amore destinato a spandersi durante tutto il romanzo.

È un modo di raccontare, quello di Paola Chiozza, che non sta fermo ad attendere che i fatti accadano ma li provoca con tale abbondanza di dettagli da farti soffrire la giusta attesa. Non è scontato e non è affatto semplice calcolare i tempi come fa lei.

Tu non sei quello giusto. Se lo fossi, significherebbe che ci sono anche altre persone. La verità è che non c’è nessuno, Troy. Ci sei solo tu… giusto o sbagliato, ci sei solo tu.

Se di colpo di fulmine si può parlare esso va inteso proprio nel senso della citazione appena riportata nella quale entrambi i nostri protagonisti finiscono per specchiarsi definendo da subito l’unicità della loro relazione.

Sanno di avere in mano qualcosa di unico e irripetibile e ci provano con tutte le forze a opporsi, a cambiare strada, a mettersi al riparo da un sentimento che li vuole fragili ed esposti. Corrono contro un vento che li spinge uno tra le braccia dell’altra pur sapendo di essere destinati a perdere la sfida.

Il lettore dall’altra parte della barricata (dello schermo nel mio caso) attende la resa e guarda con affetto allo sforzo di mantenere integro un cuore destinato a spezzarsi. Attende il lettore, e nell’attesa fa scorta di fazzoletti perché sa già che ne avrà bisogno.

… che si fa largo al punto da riscrivere i miei confini.

Ho paura a lasciarvi troppe citazioni perché mi piacerebbe trasmettervi il piacere della scoperta di una scrittura che per me è solo una conferma di quanto la passione per questo genere possa muovere l’abilità e la tenacia dell’autrice.

Qualità che non mancano di porre l’accento su vere e proprie chicche come l’Ovetto Kinder, sì proprio lui, quello che si scarta, si divide a metà, si gusta e, solo dopo, si scoperchia la sorpresa, un oggettino di plastica a volte insignificante, altre ricco di un contenuto che lo classifica come segno del destino.

Quando la vita prova a sviarti dall’essenziale, a indicarti una strada solo apparentemente facile, quando ti circonda di apparenza e superficialità, ecco in quel momento hai bisogno di un Ovetto che ti riporti con i piedi per terra e rimetta al vertice la libertà di sentirsi felici.

Alizée cancella il passato di Troy e lo fa con una divisa da cameriera e una dose massiccia di sincera stima in grado di catturare e soffiare via lontano tutte le paure, le incertezze, le aspettative degli altri. In grado di sollevare un masso poggiato sopra l’anima di un ragazzo che merita di volare ai suoi modi e con i suoi tempi.

Meritano di essere letti Troy e Alizée e merita sicuramente anche la Chiozza alla quale non si può non chiedere: Ludo??? Forza Paoletta riportaci in mare!!!

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