“Meraviglioso” di Amanda Linsmeier


Apriamo le pagine e siamo immediatamente in viaggio. Sì ok, ogni romanzo è un viaggio meraviglioso verso l’ignoto, ma qui siamo proprio in viaggio anche fisicamente, dal North Dakota, in un’auto, all’alba, e i primi raggi del sole vanno a illuminare un’insegna:

Benvenuti a Rosemont. Città della rosa eterna. Anno di fondazione 1781. Popolazione 2089.

Una città che sembra appartenere a un’altra epoca, una in cui persino il segnale del telefono si rifiuta di arrivare.

L’atmosfera è di mistero, boschi fitti, selvaggi, sconfinati, alberi simili a scheletri, una nuvola di storni, nonna Agatha e delle verità che non possono essere svelate, tutto questo condito dal nervosismo della protagonista che ha un’unica certezza: l’amore di sua madre.

L’oscurità attraversa le parole senza mai abbandonarle.

Dopo la morte improvvisa del padre, Kit scopre che la nonna che credeva morta è invece ancora viva e non vede l’ora di conoscerla. Ma le domande della ragazza sono tante e i dubbi non smettono mai di tormentarla. Primo fra tutti sicuramente il motivo che avrebbe spinto il padre a mentirle su una cosa così importante.

Conterò i giorni che ci separano. Ti aspetto da sempre.

La costruzione di un rapporto è qualcosa di molto complicato, implica fiducia, disponibilità, impegno. Non è qualcosa che si può chiedere come fosse una magia.

La diciassettenne Kit poi come personaggio sembra aver ben compreso il potere delle parole e le dosa con attenzione per non ferire chi ha vicino, ma anche per preservare se stessa da un dolore che sembra quasi essere inevitabile.

Molta bellezza in questo romanzo sta nell’intensità degli sguardi che passano tra i personaggi. Sguardi che parlano e dicono molto sui legami che intercorrono. Un linguaggio che esprime emozioni e sensazioni incontrollabili.

Una casa nella città delle rose è molto importante: casa Starling. La casa della famiglia di Kit che ora è diventata una specie di museo. Un luogo che già dalla prima visita non manca di trasmettere un intenso senso di inquietudine.

Scopriremo che ogni oggetto in questa storia è in grado di andare oltre la propria essenza e parla una lingua che Kit dovrà scoprire e partiremo ovviamente dai fiori, dalle rose spettacolari in cui la città sembra ammantata.

Il posto più pericoloso è quello che ti illude di essere al sicuro. Non è una citazione ma una sensazione che ho avvertito come urgente dopo aver superato lo scoglio iniziale. Saranno alcuni dettagli a scatenare la curiosità e muovere la coscienza di questa ragazza ancora intimamente legata al padre ed è affascinante vedere come il suo interesse sia proiettato non solo alle parole ma anche agli oggetti e alla loro assenza.

Ciò che ne verrà fuori sfida la fantasia in maniera terrificante, e una parola, anzi due, si ripetono in loop nella testa di Kit facendo maturare in lei la convinzione che forse suo padre…

Scopriremo che il bosco con le sue ombre è un luogo pericoloso, un luogo fisico che renderà materia anche le nostre paure più nascoste. Sarà doloroso perdere ogni certezza e vedersi strappare via la fiducia conquistata a fatica negli anni.

Ci farà infuriare, la nostra paura avrà il profumo e il sapore delle rose.

Scopriremo come Starling sia il nome della famiglia di Kit, ma anche della sua stessa condanna al male, condanna inevitabile che mette sul piatto della bilancia la salvezza di Rosemont e non ammette esitazioni, non prevede vie d’uscita.

Bugie, speranze, ricerca della verità, corse a perdifiato, fogli nascosti, confusione, un patto fatto per l’eternità, una corona di rose, un bacio che sa di sale e zucchero, una promessa siglata con il sangue, una chiave nascosta tra i ricordi. Immagini che mi passano davanti come un trailer alla chiusura del libro e mi trascinano in un sogno “meraviglioso”, appunto.

Kit, in qualunque modo sia finita, sappi che ho tifato per te.

Avventuroso e molto scenografico, è una lettura che gli appassionati del dark fantasy non possono perdere.



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