"Bride" di Ali Hazelwood


Ali Hazelwood torna nelle nostre librerie con un fantasy paranormal romance, molto diverso dal genere al quale ci ha abituato.

Misery pur essendo la figlia di un potente consigliere dei Vampiri è una ragazza molto sola, emarginata, da sempre oggetto di scambio per mantenere la pace tra i Vampiri, i Lupi e gli Umani e si vede costretta ad accettare un matrimonio di convenienza con il capo dei Lupi, Lowe Moreland.

La sua non è una resa incondizionata ma nasconde un segreto, uno scopo che non ha nulla a che vedere con quelli apparentemente nobili perseguiti da suo padre e dai rappresentanti del suo popolo.

Lowe dall’altra parte ha il suo branco e un vastissimo territorio da difendere e, pur essendo molto amato, ha diversi nemici che non gli permettono di abbassare la guardia e, come scopriremo, anche lui ha il suo segreto da proteggere.

Sono abituata a questo genere, ne ho letti tanti, tantissimi. E il prologo mi butta in mezzo a una trama che all’apparenza sembra non dirmi niente di nuovo. C’è una guerra tra specie in corso e la pace come in tutte le politiche a cui siamo avvezzi, prevede il sacrificio.

I sovrani, coloro i quali hanno in mano il destino del mondo, sembrano essere, anche nella fantasia, destinati a vivere una vita infelice, guidata da relazioni basate sull’interesse.

I Lupi da questo punto di vista sono sicuramente quelli con le caratteristiche meno meccaniche, più istintive e immediate, legate alla loro natura. Hanno un loro equilibrio basato sui sensi che li rende forti, più forti di ogni altra specie e la loro forza sta nel branco.

Misery scoprirà presto che il suo nome pronunciato da suo marito ha un suono diverso, ma questa diversità di sensazioni verrà interpretata in maniera confusa come rifiuto verso una natura diversa e ostile. Incompatibile.

Il nucleo centrale delle tematiche è la ricerca continua di un luogo da poter chiamare casa. Lowe da questo punto di vista è avvantaggiato, ha un luogo dove tornare e dei legami forti nei quali rifugiarsi. Misery invece dà l’idea di una che una casa non l’ha mai avuta se non in una persona, l’unica che per lei abbia mai contato veramente. L’unica per la quale vale il sacrificio.

In effetti trattare il concetto di casa non è semplice. Nel nostro mondo, quello abitato solo da umani per capirci, esiste la possibilità di sentirsi estranei in casa propria e questo non dipende dai beni che possediamo o dalle ricchezze ma dalle persone con le quali quotidianamente abbiamo a che fare. Quelle che ci dimostrano affetto e solidarietà.

Meraviglioso il rapporto che la giovane protagonista riesce a instaurare con la piccola Ana, sorella di Lowe.

Il suo battito cardiaco è dolce, delicato, come una farfalla che abbia trovato rifugio in un fiore, e fanculo i bambini, piccoli stronzetti che manipolano le persone per indurle a proteggerli.

L’istinto di protezione che Misery svilupperà nei confronti di Ana sarà la chiave del romanzo e condurrà la trama verso i vari passaggi avventurosi.

L’utilizzo delle metafore e di un’ironia capace di bucare lo schermo del tablet è all’origine delle risate sguaiate che sono spesso uscite dalla mia bocca durante la lettura. La capacità di passare da un piano all’altro della narrazione è straordinaria ed entusiasmante e permette di vivere l’esperienza in maniera leggera e confidenziale.

La sincerità di Misery è una grande arma in mano all’autrice che ci rende partecipi delle sue avventure e disavventure di cui la ragazza sarà protagonista a volte volontaria, altre meno, ma ugualmente coinvolta.

Sul piano sentimentale abbiamo due livelli, quello chiaro e travolgente di Lowe che si intuisce da subito e che fa fremere e scalpitare il lettore che non sa quanto verrà allo scoperto e quello totalmente confuso e vittima di fraintendimenti della giovane vampira che la porterà a pensarsi in maniera totalmente diversa da quella della realtà, generando episodi vicini alle dinamiche della commedia romantica.

Veloce, agile, divertente, leggera, una lettura spensierata da divorare in un pomeriggio.



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