"The moonfire bride. Sposa della luna" di Sylvia Mercedes

 

Valera ha diciotto anni, vive in povertà con la sorella minore Brielle e il padre. La madre è deceduta quando era piccola e da allora il padre è sotto una sorta di maledizione da parte della nonna materna.

Le sue giornate sono scandite dal passare la giornata a fare la cucitrice nel negozio di sartoria della padrona Petren e rientrare solo al tramonto, quando occhi e mani sono stremati, assicurarsi che Brielle sia al sicuro dentro le mura di casa, possibilmente con qualcosa da mettere sotto i denti e cercando di incrociare il meno possibile il padre, sempre ubriaco e pronto a spendere il poco che si riesce a nascondere nei barattoli della dispensa. Ma Brielle è una ragazzina ribelle, con la lingua lunga e si sente più a suo agio e sicura all’esterno, girovagando per il Bosco Sussurrante così vicino alla propria casa.

Valera è la sorella responsabile, cerca sempre di fare la cosa giusta, di dire le parole nel modo più appropriato, subisce le cattiverie del padre senza mai controbattere e se l’ira di quest’ultimo viene accesa da chicchessia, semplicemente è lei che si sacrifica a subirne le conseguenze. Soprattutto per difendere Brielle, per lei è disposta a tutto.

Ma Valera, nonostante tutti gli insegnamenti sul mondo magico e sugli esseri dotati di magia, commette un passo falso proprio mentre sta cedendo al sonno e si trova a esser in mezzo a una cerimonia nuziale con un fae, intravisto solo tramite le ombre di cui ha sentito solo la voce e di cui pensava solo essere un gioco della sua mente stanca.

Ora non deve far altro che compiere una scelta per interrompere il compimento della cerimonia ma… L’amore tra sorelle fa fare cose davvero impensate e Valera si trova ad essere catapultata in un castello, al cospetto di goblin e ninfe, sposata con un fae di cui non potrà vedere il volto.

Dal non aver nulla all’aver tutto in un battito di ciglia e non poter avere ciò che più desidera: la libertà di tornare a casa. Una minuscola speranza la fa andare avanti giorno dopo giorno, ogni sera al buio della sua stanza il suo sposo la raggiunge per scambiare qualche parola, per cercare di trovare un punto di incontro. Lei si dimostra coraggiosa, osa far domande seppur sappia che non può ricevere risposte dirette, muta o semplicemente mostra il suo vero io perché non più costretta ad annullarsi di fronte agli altri ed è per questo che mi è piaciuta: se devo proprio esser onesta, è anche stata sciocca ma se una persona non si fida, commette errori credendo di far la cosa giusta.

La storia si legge tutta d’un fiato, le ambientazioni sono dettagliate e fiabesche e i personaggi secondari sono tutti necessari anche se hanno nomi impronunciabili. Un protagonista maschile d’altri tempi, con modi gentili ed educati, un buon osservatore e interlocutore anche quando non può fornire dettagli, che si alimenta della speranza che finalmente la sua di maledizione si spezzi grazie ad una semplice umana.

L’amore fa fare cose straordinarie e straordinariamente folli. Fate attenzione però, il cliff finale vi farà storcere il naso ma si sa… l’amore fa muovere il primo passo, la speranza ti dà la forza e la determinazione di andare incontro all’ignoto.

Ps: cara Queen Edizioni, quando arriva il seguito?



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