"Too Much series" di Eveline Durand

 

Una scrittrice troppo bugiarda è il primo della serie too much

E cosa fanno le scrittrici per non affondare nella disperazione? Si mettono a scrivere.

La scrittura in questo primo romanzo della serie ha una funzione riparatrice e curativa. Patricia ha veramente una vita complicata. Orfana di madre ha una zia anziana di cui occuparsi e una situazione familiare che la mette a dura prova sia dal profilo economico che da quello relazionale.

Ciò che colpisce subito di questa autrice che non conoscevo è l’eleganza nella scrittura e insieme la sua capacità di trasmettere emozioni anche attraverso piccoli scorci descrittivi sempre molto ben posizionati all’interno della trama.

La nostra protagonista, giovane ventitreenne, è stata idealizzata dalla sua famiglia come l’unica con la testa a posto, quindi è da lei che vanno tutti coloro che hanno problemi e non sanno dove mettere le mani per risolverli.

Dopo la morte della mamma si è barricata dietro una muraglia in grado di respingere le illusioni, dunque, nonostante la scrittura sia la sua più grande aspirazione, fa fatica a credere in sé stessa e nelle proprie capacità. Evita di lasciarsi abbagliare da progetti ambiziosi e, pur essendo capace e caparbia, conserva quella sensazione negativa e umiliante di essere una perdente che troppo spesso le si è appiccicata addosso.

Eppure scrivere la salva.

La salva anche da chi vorrebbe condannarla. L’autrice infatti si fa portavoce di un importantissimo pregiudizio che coinvolge le autrici di rosa, romance ed erotico e lo fa con decisione, senza attenuanti o mezze misure. Storia d’amore dunque, ma anche e soprattutto storia di libertà violata e dignità calpestata che vi indignerà e vi costringerà ad aprire gli occhi. 

Ometto volontariamente il nome del principe azzurro di questa storia perché è ciò che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine.

Troppo giovane per me, il secondo della serie vede la trentaquattrenne wedding planner Grace alle prese con un’amarezza accumulata nel tempo, che la rende cinica e incapace di godere pienamente della vita, la quale le ha riservato finora numerose delusioni.

Avendo già ricevuto dalla vita la sua buona dose di batoste Grace si dimostra poco propensa a tollerare ingiustizie e comportamenti poco seri e questo la avvicina a una personalità battagliera, leale e ribelle. La protagonista di questo capitolo della serie è insomma una donna veramente tosta.

Ma l’autrice le riserva un trattamento davvero particolare che la metterà a dura prova e le farà rivalutare alcuni aspetti del proprio carattere e rimettere in discussione l’unità di misura con la quale è solita giudicare la propria vita.

Il fascino del proibito, del pericoloso, del vietato. Le provocazioni. L’alchimia. La professionalità. La freschezza di un ragazzo, un pasticciere, in grado di regalare piacere attraverso le sue opere, di confondere i sapori e con essi i sentimenti, e un segreto che fino all’ultimo rischia di compromettere tutto.

Una situazione complicata su più fronti quella del giovane Dominic e di Grace che li vedrà entrambi molto combattuti, nel tentativo di sfuggire all’attrazione che li ha investiti.

Anche qui la penna dell’autrice non risparmia momenti di passione e altrettanti di tensione in grado di catturare l’attenzione del lettore sia per le tematiche che per la poesia che le avvolge.

Uno scatto di troppo è il terzo che d’istinto avrei intitolato “Tutte tranne Juniper”. La protagonista di questo capitolo non può fare a meno di sentirsi difettosa e inadatta, soprattutto a confronto delle sue sorelle. Fotografa appassionata trasmette al lettore quella sensazione fresca di donna ancora acerba, tutta da scoprire e formare.

René, aspirante reporter, l’ha vista crescere e ha coltivato in segreto il desiderio che la loro fosse più di una semplice amicizia. La sua piccola Biancaneve, una dolce ossessione capace di imprecare come uno spacciatore del ghetto, mette a dura prova la sua pazienza e lo spinge ad abbandonare il suo passato ingombrante.

La passione e la chimica regalano a questo capitolo della serie momenti molto intensi e istintivi in cui è facile perdersi con la fantasia e l’immaginazione.

Non sarà facile giungere al lieto fine ma vi garantisco che fra tutte questa è sicuramente la parte della serie più divertente perché fa entrare nell’equazione anche una buona dose di intelligente ironia.

Emergency call – chiamata d’emergenza è il racconto bonus che chiude la serie e lo fa regalando irriverenza e tante risate. Grazie a Vivian e Lee vigile del fuoco ritrovato in una situazione davvero bizzarra e imbarazzante.

Una serie per evadere da letture pesanti e impegnative, ma anche capace di emozionare e sicuramente di far sorridere.

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