"Corrispondenza imperfetta" di Laura Nottari

 

 Questa recensione è di parte perché io quando si parla di Laura Nottari sono di parte. Ma… Scarsa avvenenza, rughe sul viso, capelli ingrigiti, fisico provato da vizi e acciacchi… Lauretta mia stavolta ti sei proprio superata. Ci hai fatto desiderare e persino amare il personaggio maschile meno romance di tutti quelli che ho letto finora.

Ma andiamo con ordine, la storia. Siamo nel 1827 in Inghilterra. Edith Ellis, protagonista femminile di questo romanzo, costretta a lasciare Londra, si ritira a Sidmouth. Ha ventitré anni e per l’epoca ha già superato da un po’ l’età da marito. È una bravissima istitutrice. Il suo scopo principale all’inizio di questa storia è quello di favorire un buon matrimonio per sua sorella Annabelle.

Lord Esmond Theodore, conte di Rovington, è un politico molto in vista e anche molto chiacchierato all’interno del Ton. Ha quarantacinque anni, è divorziato, zoppo, praticamente anziano per l’epoca. In sostanza l’anti personaggio romance per eccellenza. Intrappolato nella vita nobiliare e nel rapporto conflittuale con la sorella, decide di scappare da Londra per passare l’estate con suo figlio nella magione di Greyville, nell’entroterra di Sidmouth. Finirà così per respirare la stessa aria della giovane Annabelle e di sua sorella Edith con la quale il destino aveva già intrecciato i fili.

Ma Edith non sa e le strade in questa vita come vedremo sanno essere infinite.

Intanto vediamo di raccapezzare quali sono i motivi per cui questo conte di Rovington dovrebbe far fremere le tanto appassionate lettrici di romance:

lui aveva armi non da poco: carisma, imprevedibilità e irriverenza. Una combinazione che attirava le donne come api sul miele. E poi era ricco. Incredibilmente ricco, e ovviamente tutti – e tutte – lo sapevano. Dall’alto del suo patrimonio, Lord Rovington era considerato folle e intoccabile, un esempio da raggiungere, ma non da imitare. Era incompreso a causa di parecchie scelte fatte nel corso degli anni, nonché per i suoi pensieri riguardo alla borghesia e alla classe operaia, al futuro della nazione e dei Pari come lui.

Non c’è nulla di più affascinante per una donna di un uomo che ha un suo pensiero. Soprattutto se questo pensiero è colto e allo stesso tempo rivoluzionario. La mia memoria va inevitabilmente ai tanti poster che avevo appesi nella mia cameretta da ragazza. Tutti cantanti dalle idee rivoluzionarie e politici controcorrente, non per forza esteticamente belli come magari potevano essere alcuni modelli o attori ma con un fascino legato alla loro storia e formazione personale e la bellezza disegnata dalle loro esperienze di vita.

Questo fa la Nottari in questo romanzo secondo me. Ci riporta nelle nostre stanzette ad ammirare gli idoli che ormai hanno lasciato il posto alla rassegnazione e in questo senso “Corrispondenza imperfetta” si ammanta un po’ di nostalgia.

Un punto debole che rende ancora più affascinante il nostro conte è l’affetto che mostra per suo figlio, l’unico riflesso di sé che non gli dava la nausea. Un’immagine di una dolcezza infinita.

Una scrittura lontanissima da Joel & Sue e da Made in Garbatella eppure non si può evitare di trovare Laura tra le pagine di un’ironia mai troppo velata e allo stesso tempo mai banale.

Un regency per nulla regency eppure abbastanza ottocentesco da farmi chiudere gli occhi e immaginare un mondo tantissime volte descritto nella letteratura ma mai sicuramente in modo così originale.

Le due sorelle Ellis hanno personalità opposte ed è bellissima questa relazione basata più sul confronto che sullo scontro, anche se non mancano battibecchi esilaranti e molto dinamici.

Un amore intenso, inaspettato, travolgente e stravolgente. Un precipizio dentro il quale Laura con grande abilità fa finire anche il lettore quasi costretto all’emozione. Una costrizione piacevole ovviamente.

Personaggi oltre che caratterizzati magnificamente anche in continua evoluzione nella trama. I dialoghi sono sicuramente il punto forte dell’autrice che anche questa volta ovviamente non delude.

Tante pagine che con la Nottari non sono mai troppe perché lei ha questa capacità di tenerti stretta a sé pur rifiutando l’abbraccio soffocante. Cosicché alla fine della lettura ci si arriva sempre ubriachi di risa e meraviglia.

Prendo un respiro profondo e dopo un ultimo sguardo alle onde chiudo il romanzo meditando una rilettura sotto le vacanze di Natale perché la bellezza e la forza delle parole scritte sta proprio nella loro capacità di lasciarsi usare, donandosi ogni volta che se ne sente il bisogno.

Laura, io avevo bisogno proprio di te.



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