"I sette corvi" di Matteo Strukul



Nella tappa del blog tour di ieri, Jessica vi ha parlato della complessità del genere thriller: mi sono intromesso per qualche piccolo riferimento a questo libro… ora è arrivato il momento di parlarvene!

La prima cosa a cui ho pensato leggendo questo libro è stato il ricordo di me da piccolo: per la precisione, seduto in cucina attorno ad un tavolo con mia nonna, con lei che mi raccontava storie, favole e credenze popolari alle quali, spesso, sembrava crederci davvero.

Le storie, quelle tramandate, spesso contengono un fondo di verità: in questo libro, l’autore sfrutta magistralmente una di queste storie e ci cuce intorno un vestito ben fatto. Ho riscontrato grande dovizia di particolari nelle parti descrittive, soprattutto quelle riguardanti i paesaggi, ma anche i personaggi sono molto ben rappresentati e, inoltre, si nota un buonissimo lavoro di ricerca fatto sugli argomenti trattati. Strukul ha incluso nel libro diverse sue passioni, dalla musica alla montagna, e le sue competenze e passioni si notano.

A essere onesto, mi aspettavo un libro diverso, forse più classico nel genere, un thriller puro senza contaminazioni: invece, sono rimasto abbastanza spiazzato ma non in modo negativo; l’ho trovato piacevole, costruttivo e anche riflessivo. Errori, paure, conseguenza delle azioni umane si scontrano con il coraggio, l’amore per la natura e la saggezza; ne nasce un racconto, un viaggio dove chi lo intraprende si ritroverà protagonista inaspettato, costringendolo a convivere con le sue ferite e i suoi fardelli per il resto della vita! A caldo mi sento di eleggere “equilibrio” come parola chiave dell’opera: equilibrio con noi stessi, con la natura, con chi ci circonda… Ognuno di noi ha il proprio da presentare per vivere al meglio: questo è il messaggio che porterò con me ogni volta che ripenserò a Zoe, a Rauch e ai sette.

Commenti

Post più popolari