"I banchieri del diavolo. I fratelli Bergmeyer" di Vito Bruschini

 


Si tratta di un romanzo che conclude una trilogia cominciata nel 2013 con I Segreti del Club Bilderberg. Trilogia dedicata alle élite neoliberiste che negli ultimi tre decenni hanno distrutto lo stato sociale del mondo occidentale imponendo la globalizzazione dei mercati.

Il Bilderberg è composto da un gruppo di finanzieri, economisti e politici che una volta l’anno si riuniscono in un convegno segreto per decidere l’andamento della politica e dell’economia mondiale.

Nel 2015 è uscito il secondo della serie, I Congiurati del Priorato, in cui il gruppo si restrinse ancora di più. Dieci anni dopo arriva I Banchieri del Diavolo a chiudere il cerchio.

C’è da dire tuttavia che non occorre aver letto i primi due per poter apprezzare il terzo che a tutti gli effetti è da considerarsi autoconclusivo, anche se sicuramente si avrebbe un quadro più completo.

È un thriller molto ambizioso perché rientra nella categoria di quei romanzi che puntano i riflettori su problematiche reali spesso estremizzandole ed esasperandole in questo caso per portare il lettore alla consapevolezza dell’esistenza di manipolatori subdoli all’interno delle multinazionali e tra i vertici della grande finanza.

Marion, la protagonista, è una mediocre scrittrice ma anche una ricercatrice abilissima e nelle sue ricerche si imbatte in un manoscritto firmato da Victor Hugo, un inedito, l’ultimo di una trilogia, I Fratelli Bergmeyer. Secondo lo scrittore francese questi due fratelli sarebbero responsabili di molte guerre attraverso le quali si sarebbero arricchiti alleandosi ogni volta con entrambi i contendenti per poi spostarsi utilitaristicamente dalla parte dei vincitori.

Marion si rende conto del valore dell’inedito che ha tra le mani e che coinvolge una famiglia che ancora detiene molto potere in ambito finanziario. Tuttavia intorno a lei cominciano a verificarsi strani omicidi.

Un romanzo nel romanzo e una trama veramente avvincente che si gioca su due piani distinti ma molto intrecciati tra loro, quello del presente, reale, in cui la morte viene servita con un contorno di riti e brutalità e quello del passato, esso stesso presente e vivo, dal quale emergono indizi fondamentali.

Hai mai sentito parlare di adrenocromo?
Che cos’è? Un nuovo virus?

Una lezione di fisiologia? Decisamente no. Ma un dettaglio, uno dei tanti, eppure fondamentale in questo romanzo ricco di sostanza sia letteraria sia reale.

Il diavolo ha molti volti in questa trama e ha un luogo, un pozzo nel quale perdersi e ritrovarsi.

Un quadro con una spiaggia della costiera amalfitana, l’antico orologio astronomico di Praga, l’archivio segreto del Vaticano, l’aroma di resina dei pini di Roma, il derby… vi sto lasciando tutte briciole preziose e interessanti perché se siete appassionati di gialli e thriller non potete perdere quest’uscita Newton Compton.

Una scrittura che si adatta a ogni palato, precisa, piuttosto pulita a raccontare una storia ben delineata, che fa riflettere sul concetto di potere e sull’importanza della consapevolezza. Consigliato.



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