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Review party: "La cripta di Venezia" di Matteo Strukul

  Il contrasto con cui comincia questo thriller non è il classico contrasto tra personaggi, tra il Canaletto per capirci e qualche committente ma è un contrasto sensitivo. Ci sono odori che si mescolano. L’odore buono, quasi dolciastro della cera. Un fetore ignoto che sembrava risalire dal basso. L’aroma pungente dell’incenso che non riusciva a penetrare e sconfiggere l’odore del male. È indubbio che la scrittura di Matteo Strukul sia una scrittura scenografica e molto profonda, le scelte lessicali sono cariche di significati che rimandano ad altro e portano oltre. Le scene sempre realistiche ed estremamente facili da visualizzare e il tempo dentro il quale si riesce a saltare chiudendo semplicemente le palpebre sulla realtà. Non c’è un luogo nel mondo, reale o immaginario, in cui questo autore non sia in grado di portarci per regalarci in viaggio appagante e allo stesso tempo indubbiamente economico. Venezia fino al 1700 fu una delle cinque città più popolose d’Europa. Il 21 maggio de

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